18 Luglio 2018   •   Redazione

Scultori contemporanei, una TOP-4 tra emozioni e materia

«Trasformare un pezzo di materia in un’espressione, un’emozione, un significato: questo riescono a fare gli scultori contemporanei più amati in assoluto. Ecco la TOP-4 degli artisti italiani più apprezzati dei nostri tempi»

Vi abbiamo già parlato dei pittori italiani del nostro tempo, degli architetti nostrani più famosi, e dei designer influencer più social; ma chi sono invece gli scultori contemporanei più famosi del nostro paese? Artisti straordinari, che da un pezzo di legno, di pietra, di marmo o di qualsiasi altra materia, sanno tirare fuori, come per magia, oggetti, statue e opere d’arte meravigliose.

Ecco gli scultori contemporanei più famosi, in poche parole i Michelangeli dei nostri giorni, che con le loro opere sapranno comunicarvi qualcosa che non avete mai conosciuto prima.

Arnaldo Pomodoro

Potrete andare a Copenaghen, a Dublino, in California, a Los Angeles, a New York, ma anche nelle nostre MilanoRoma, e Pesaro e in tanti altri posti ancora: statene certi, un’opera di Arnaldo Pomodoro la troverete sicuramente. Questo grande artista, nato a Morciano, in Emilia Romagna, nel 1926, è sicuramente uno degli scultori contemporanei italiani più apprezzati in tutto il mondo. Le opere di Arnaldo più famose sono le sue sfere di bronzo, delle sculture particolarissime, che si aprono allo spettatore, lasciando intravedere la loro complessità interna, che fa da contrasto alla levigatezza e perfezione esterna: una metafora profonda, che insegna la complessità della vita, i lati oscuri in ogni materia, nell’anima e nel mondo in generale, che si nascondo dietro una perfetta apparenza, del tutto precaria.

Lo spirito geometrico è quello che domina nelle sculture di Arnaldo Pomodoro. Le sue sfere sono famose veramente in tutto il globo, ma un fascino unico lo possiede quella di Pesaro, realizzata nel 1998 e collocata all’interno di una fontana sul lungomare della città: il riflesso dell’acqua rende tutta l’opera ancora più suggestiva. Profondità dei concetti, originalità e un’arte costantemente connessa all’essenza della vita, sono i fattori principali delle opere di Arnaldo Pomodoro.

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By Gabriel Tocu [CC BY-SA 4.0 ], from Wikimedia Commons

Jago

All’anagrafe Jacopo Cardillo, Jago è uno degli scultori contemporanei più famosi, sebbene sia giovanissimo (classe 1987)questo artista è amatissimo sui social (53,9mila followers su Instagram), dove espone in modo indipendente le sue opere, fattore che gli ha comportato l’appellativo di social artist. Ma lo straordinario artista autodidatta del frosinate, che abbiamo già intervistato (qui per l’intervista completa), è definito da molti come il moderno Michelangelo. Quello che Jago riesce a fare è infatti lavorare la pietra e il marmo in maniera unica: le sue opere, specialmente le realizzazioni delle mani e dei volti, e gli occhi che egli riesce a scolpire in ogni materiale, sembrano vivi, dotati di un’anima, un’anima che osserva, e che indaga su chi sta a guardare.

Insomma, quelle di Jago sono delle opere sublimi: da un certo punto di vista inquietano, mettono in soggezione e a disagio, ma dall’altra parte riescono a catturarvi e ad incollarvi a loro. Opere che riescono a esprimere ogni singolo tratto del corpo umano, sia dal punto di vista fisico, che, soprattutto, da quello emotivo. La prima cosa che si dice su di lui? Jago, l’uomo che ha spogliato il papa: infatti una delle sue opere più famose è il busto in marmo di Benedetto XVI, che, dopo la dimissione del pontefice, l’ha trasformata nell’Habemus Hominem, spogliando il busto papale, riproducendo così un uomo nudo, dove mostra finalmente tutto se stesso. Tra le sue altre opere più apprezzate troviamo la sua Venere,una donna ritratta nelle fattezze della sua vecchiaia, per dimostrare come la bellezza femminile rimanga, anche nonostante il tempo: uno straordinario esempio di come Jago riesca a scolpire le pieghe di ogni singolo tratto della pelle e dell’anima, con una profondità e una maestria che raramente si riescono a trovare.

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@JAGO pagina Facebook

Marcello Morandini

Architetto, designer e scultore: questo è Marcello Morandini, nato a Mantova nel 1940. Le sue opere sono caratterizzate da una precisione e una geometria perfetta (presente anche nella sua architettura) e soprattutto dal bianco e dal nero. Già: tutte le sue sculture sono in bianco e nero, mai un colore, solo l’assenza e la presenza di luce; ma questo non vuol dire meno emozioni, anzi. La scelta di Morandini ricade proprio sull’alternanza di questi due colori, per il semplice sforzo di voler ammirare le sole forme, scoprire cosa nascondono, senza soffermarsi al puro fatto estetico del colore.

Tutto quello che si ritrova nelle sue opere è una continua rincorsa tra opposti che si completano: il bianco e il nero, il pieno e il vuoto geometrico, la forma minimalista e il significato, la staticità e il movimento. Chi osserva le opere di Morandini ne ha una fruizione diretta, immediata: sono opere che ti riempiono all’istante, allo stesso tempo maestose ma così leggere, complesse ma semplici. Tra le sue opere più significative: Ombra Latina collocata al Wilhelm Hack Museum di Ludwigshafen, e la Porta della Vita a Hattingen.

Cecco Bonanotte

Cecco Buonanotte è uno degli scultori contemporanei più apprezzati e conosciuti, forse non tanto in Italia, ma specialmente all’estero: eppure dovremmo solo che vantarci di un genio così grande. Nato a Porto Recanati, nelle Marche, Cecco lavora per sei mesi l’anno a Tokyo, in quanto nel Giappone è apprezzatissimo, mentre il resto del tempo lo trascorre nella sua casa a Roma. Specializzato nella lavorazione del bronzo, le sue opere ritraggono specialmente uomini, figure umane, molto stilizzate, leggere, esili che sembrano fluttuare ed essere sospese fra la forza della vita e la sua miseria.

Cecco infatti nelle sue opere riesce ad esaltare al massimo il fragile equilibrio dell’essere umano, e il suo essere in costante balia degli eventi. Non sorprende infatti che nel 2012 sia stato a lui vincere il tanto ambito Praemium Imperiale, il Nobel delle Arti Visive, che ogni anno si svolge in Giappone per omaggiare il lavoro dei cinque grandi nomi del teatro, della musica, della pittura, dell’architettura e ovviamente della scultura. E Cecco ha avuto anche un altro grande onore, quello di realizzare la porta d’ingresso dei Musei Vaticani, ossia la Porta Nova, una delle sue opere più famose e apprezzate. Tra le altre sue opere più significative troviamo le 103 tavole della Divina Commedia, che si trovano agli Uffizi di Firenze,  e Uomo, Natura, a Berlino.

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Di onnola [CC BY-SA 2.0 ], attraverso Wikimedia Commons

Foto copertina: Pagina Facebook  JAGO

Francesca Celani