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22 Novembre 2017   •   Carolina Attanasio

Mantova è la città più verde secondo Legambiente

«La classifica, redatta insieme al Sole 24 Ore e Ambiente Italia, tiene conto di vari fattori e conferma il trend di crescita positivo delle politiche green, soprattutto a Mantova»

Mantova (sito turistico ufficiale) è la città più green d’Italia. Puntuale, arriva anche quest’anno la Classifica di Ecosistema Urbano 2017, il rapporto di Legambiente sulle performance ambientali delle città capoluogo in Italia, realizzato in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Secondo le statistiche, l’Italia ha preso decisamente un passo green, anche e soprattutto rispetto ad altre città europee: gestisce il ciclo dei rifiuti come e meglio di altri Paesi, sta lentamente modificando lo stile di mobilità e trovato la formula giusta per depurare scarichi e contenere i consumi idrici, investe su soluzioni rinnovabili e sulla rigenerazione e rifunzionalizzazione degli spazi pubblici.

Chi guida la classifica? Mantova, come dicevamo, si piazza in pole position, seguita a ruota da Trento, Bolzano, Parma, Pordenone, Belluno. Queste città sono i luoghi che maggiormente credono e investono in politiche green, realizzando performance di tutto rispetto.

La situazione, complessivamente, è in miglioramento, con un saldo positivo degli indicatori che puntano verso l’alto rispetto a quelli che puntano verso il basso. La classifica di quest’anno ha premiato Mantova per essersi messa in luce, anche grazie a politiche innovative, nel recupero e nella gestione delle acque, dei rifiuti, nell’efficienza del trasporto pubblico e nella mobilità nuova, quella green, legata all’aumento degli spostamenti in bicicletta e alla diminuzione di quelli in auto.

Mantova è anche l’unica città a confermarsi sul podio – l’anno scorso era terza – e conquista il primo posto per la seconda volta (la prima, nel 2006): ottiene i voti migliori per la raccolta differenziata, nella ciclabilità, nella pedonalizzazione e nella quantità di alberi. Questi dati sono ancora più interessanti se interpretati nell’ottica di un’area territoriale, la Pianura Padana, che vive costantemente angosciata dal problema delle polveri sottili, per la quale le politiche e le iniziative green di un solo Comune, chiaramente non sono sufficienti. Milano e Roma, i due maggiori centri urbani della Penisola sono, rispettivamente, al trentunesimo e ottantottesimo posto.

Sedici indicatori per tre macroaree di riferimento, scopriamo quali.

Trasporto pubblico

Calcolato in base al numero di abitanti, premia – chiaramente – i centri urbani maggiori, che sono anche quelli che ne fanno più utilizzo. Il settore trasporti, tuttavia, è quello che maggiormente ci penalizza a livello internazionale, distinguendoci negativamente. Rispetto alle grandi capitali europee, il tasso di motorizzazione dei capoluoghi italiani resta ancora troppo alto, praticamente il doppio rispetto alla media europea, con 62,4 auto ogni 100 abitanti, più di un’auto ogni 2 abitanti in pratica. Possiamo fare di meglio, su.

Rifiuti

Anche qui, il trend va migliorando, registrando buoni valori sulla raccolta differenziata, che va al 47,42%, due punti in più rispetto allo stesso dato dello scorso anno, mentre cresce la produzione pro capite di rifiuti urbani nei comuni capoluogo, con una media di 30 kg in più rispetto allo scorso anno. Siamo ancora indietro rispetto al trend europeo ma, suvvia, ci possiamo lavorare.

Ambiente urbano

Le isole pedonali sono, più o meno, sempre le stesse: l’estensione non ha subito grandi variazioni rispetto al 2016, si parla di 0,40 metri quadri per abitante. Alcuni comuni hanno valori doppi rispetto alla media e indovinate? Sono tutti al centro nord. Venezia, per ovvi motivi, è un caso a sé con ben 5,01 metri quadri per abitante: seguono, a ruota, Verbania, Terni, Lucca, Cremona, Firenze e Pescara. Quest’anno, per la prima volta, è stato preso in considerazione il verde urbano (e, in una classifica sull’ambiente urbano, viene da chiedersi perché solo da quest’anno).

La legge prevede che tutti i Comuni sopra i 15.000 abitanti si dotino di un catasto per gli alberi, piantino un nuovo albero per ogni bambino nato o adottato e producano un bilancio del verde a fine mandato, per dimostrare l’impatto dell’amministrazione sul verde pubblico. A oggi, solo il 62% dei comuni ha fornito un bilancio del numero di alberi esistente tra strade e parchi: di questi, 21 città hanno certificato una dotazione superiore a 20 alberi ogni 100 abitanti e le 6 migliori  – Mantova, Bologna, Rimini, Arezzo, Modena, Brescia  – superano i 30 alberi/100 abitanti.

Carolina Attanasio