leggende pugliesi
08 Febbraio 2019   •   Redazione

Leggende pugliesi: i 5 miti più belli del Salento

«Il Salento è ricco di bellezza, storia, cultura, e soprattutto, misteri: ecco 5 leggende pugliesi che proprio dovete conoscere!»

Dopo avervi svelato i miti e le storie più affascinanti di Roma, Firenze, Torino, di Napoli e della Sicilia, oggi ci avventuriamo in un nuovo viaggio alla scoperta delle leggende pugliesi più belle e intriganti. Come tutto il sud Italia, la Puglia possiede una fortissima carica magica e mitologica, ed è caratterizzata da una ricchezza culturale senza pari. È la terra delle cime di rapa, delle tarantate, dei trulli, delle masserie e delle orecchiette: ma soprattutto, è una terra di misteri e bellezza. Ecco le leggende pugliesi più affascinanti!

Leggende pugliesi: Pizzomunno e Cristalda

Sicuramente questi due nomi non vi suonano nuovi: sono certa che infatti ricorderete benissimo la canzone di Max Gazzè dello scorso Festival di Sanremo, che celebra proprio l’amore tra Pizzomunno e Crisalda. Pizzomunno in realtà è una spiaggia di Vieste, che prende il nome, almeno così dicono gli abitanti della cittadina, da un giovane leggendario, Pizzomunno, che ebbe un’appassionante storia d’amore con Cristalda. I due si amavano davvero. Un giorno Pizzomunno andò in barca, e molte sirene cercarono di sedurlo, ma lui, rimanendo fedelissimo alla sua amata, rifiutò più volte. Le sirene allora, arrabbiate, decisero di fargli del male rapendo Cristalda e trascinarla nel mare, dove la povera ragazza scomparve per sempre; così si dice che Pizzomunno per l’enorme dolore si pietrificò, e si trasformò nel monolite che ancora oggi si trova sulla spiaggia omonima di Vieste. Si dice che i due giovani si diano appuntamento allo scadere dei cento anni dalla loro notte per rivedersi per una notte e rivivere di nuovo il loro amore… Non a caso Gazzè canta:

“Ma io ti aspetterò,
Io ti aspetterò,
Fosse anche per cent’anni aspetterò,
Fosse anche per cent’anni…”

Leggende Pugliesi: Castel del monte

Vi abbiamo parlato tantissime volte di Castel del Monte di Andria, uno dei luoghi magici più suggestivi d’Italia. Venne costruito nel XIII secolo per volere di Federico II, ma i motivi sono sconosciuti: è isolato e non posto in zone strategiche, quindi sicuramente non aveva scopo difensivo. Si pensa che forse fosse la dimora in cui Federico II soggiornava durante le battute di caccia. I misteri del castello iniziano dal fatto che qui tutto giri intorno al numero otto: esso infatti ha una struttura ottagonale, con otto torri anche esse ottagonali, e all’interno sono presenti otto stanze. L’ottagono infatti in architettura medievale significava perfezione umana e divina; ma significa anche l’infinito. Molti credono che questo edificio fosse base per particolari pratiche alchemiche, o che fosse un osservatorio astronomico, o un tempio per celebrare dei riti esoterici. Ma la posizione più sconvolgente è sicuramente quella di coloro che credono che il castello potrebbe custodire il Santo Graal; altri addirittura credono che esso stesso sia il Santo Graal!

Leggende Pugliesi: le due Sorelle di Torre dell’Orso

Questa località è molto conosciuta, grazie alle sue spiagge straordinarie che ogni anno attirano milioni di turisti, ma che ignorano la leggenda di questo luogo. Qui si trovano due scogli molto vicini, chiamati “le due sorelle”. Vi erano infatti una volta due giovani fanciulle che un giorno decisero di sottrarsi alle fatiche della campagna; così si recarono sulla spiaggia di Torre dell’Orso. Ma una delle due si sporse troppo verso il mare, e cadde nel profondo degli abissi; l’altra si gettò per salvarla, ma nessuna delle due riusciva più a tornare a riva. Così gli dei, mossi a compassione, le tramutarono in roccia, e i due scogli sono ancora lì, tra i tanti turisti che ogni anno affollano questa spiaggia a dir poco meravigliosa.

Leggende pugliesi: Il pizzo a tombolo

Il pizzo o merletto a tombolo è un tipo di pizzo fatto in mano, un tessuto davvero pregiato; e si dice che nasca da una delle leggende pugliesi più famose. Vi era una volta una povera ma bellissima ragazza, Serena, innamorata di un artista. I due vivevano una bella storia d’amore, fino a quando la madre della ragazza non si ammalò e Serena, per chiedere alla Madonna la grazia di guarire la mamma, fece voto di castità. Così, quando i due, seduti sotto un albero, si stavano separando, sul grembiule della ragazza cadde una ragnatela, e proprio da li nacque il primo merletto.

Infatti Serena, colpita dalla bellezza e dalla perfezione di quella ragnatela, cercò di copiarne il disegno con il filo, mentre il suo amato conservò la tela: in questo modo quando arrivarono a casa, mentre Serena rifilava, lui teneva i fili affinché non si ingarbugliassero tra loro. Il merletto piacque molto alle donne del loro paese, che quindi donarono molti soldi alla ragazza, con i quali curò la madre. Ma ormai era giunto il momento di separasi dall’amato per mantenere il voto: ma quando si stavano per separare, di nuovo sulla veste di lei cadde un’altra ragnatela e questa volta la sorpresa fu anche migliore. Infatti qui vi era scritta l’assoluzione del voto. Tutto è bene quel che finisce bene!

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Leggende pugliesi: Santa Maria di Leuca

La leggenda di Santa Maria di Leuca risale al tempo dei Messapi, quando vi era un tempo dedicato alla dea Minerva. Il punto di incontro tra il mar Ionio e quello Adriatico era dominato da una divinità bianca, metà donna e metà pesce, che con il suo canto attirava chiunque; si chiama Leucasia. Sebbene le sue doti deduttive fossero infallibili, un giorno non riuscì nel suo intento con un giovane, Melisso, troppo innamorato della sua ragazza Aristula. Leucasia, arrabbiata, si volle vendicare: una volta, sorprendendo i due amanti abbracciati su una spiaggia, sprigionò un vento talmente forte da separarli e farli sbattere su  degli scogli, fino ad ucciderli. Una venne scaraventato da una parte del golfo, l’altro dalla parte praticamente opposta; ma Minerva vide tutto e trasformò i corpi dei due giovani in pietra, come simbolo di eternità. Da lì i nomi punta Meliso e punta Ristola (tra l’altro il punto più meridionale del Salento) che insieme abbracciano il mare; Leucasia anche venne pietrificata e ovviamente si trasformò nella bianca città di Santa Maria di Leuca.

Francesca Celani