case discografiche italiane
04 Settembre 2018   •   Cecilia Gaudenzi

Case discografiche italiane. Chi c’è dietro i nostri artisti preferiti

«Ascoltiamo, cantiamo e balliamo le canzoni dei nostri artisti preferiti, impazziamo per loro, li supportiamo, andiamo ai concerti e ci compriamo magliette con la loro faccia stampata sopra. Ma chi c’è dietro di loro? Una macchina che si chiama Label. Ecco quali sono le case discografiche italiane dei nostri artisti preferiti.»

Quando ascoltiamo una canzone che ci piace pensiamo a un sacco di cose, alle parole, ai ricordi, momenti e situazioni che rievocano; al ritmo; a una persona o a un luogo; a un sapore, un odore; ci fanno viaggiare con la mente e sognare. Poi ovviamente pensiamo all’artista che la canta, ce lo immaginiamo mentre performa o mentre quella canzone l’ha scritta ma a come quella canzone sia arrivata fino a noi, passando dalla radio o dallo streaming non ce lo domandiamo. I cantanti che tanto ci piacciono come sono diventati tali, come sono arrivati al successo, chi c’è dietro di loro? Sono i discografici e dal momento che la musica nostrana offre un panorama artistico tra i più vari e corposi, di case discografiche italiane ne abbiamo tante.

Tre grandi classi

Ci sono le majors, legate a multinazionali che controllano e dirigono larga parte del mercato musicale; quelle indipendenti come la Soundreef, fedeli al fai da te e agli ideali sopra ogni compromesso commerciale. In parole povere sono etichette slegate dal meccanismo delle multinazionali, che autoproducono e promuovono i loro prodotti tramite accordi o cooperazioni. Infine ci sono le vanity, spesso fondate e gestite da un artista, anche queste indipendenti anche se si appoggiano ad etichette maggiori per la distribuzione del prodotto. Sono tanti i compiti che spettano ai discografici, tra questi quello di scoprire talenti, corteggiarli e prendersene cura, assistono i nostri cantanti preferiti, dalla messa a punto della loro immagine all’organizzazione di live e tour. Tanto sta nel capire le idee dell’artista e realizzarle adattandole il più possibile ai trend del momento. Producono, distribuiscono e promuovono musica e video, dall’analogico al digitale, stando sempre al passo con i tempi che cambiano.

Fino a qualche tempo fa sembrava che il reggaeton ispanico avesse preso il sopravvento poi le cose sono cambiate e siamo tornati a cantare come pazzi nella nostra lingua. È un po’ infatti che la musica italiana sta percorrendo una sorta di onda verde, come quando sulla Colombo becchi tutti i semafori verdi insomma e pare che non solo sia tornata di moda ma che ci piaccia e pure tanto. Da cantare o da ballare, in radio o nei locali, la maggior parte delle canzoni sono nostrane, tanto che hit e tormentoni estivi sono tutti Made in Italy. I generi vincenti sono sempre il rap, l’indie e il pop che più si contaminano più ci piacciono ed è boom di collaborazioni. A giovare di questo stato beato non sono solo gli artisti ma anche le case discografiche italiane alle quali va il merito di averli scoperti e creduto in loro. L’attenzione su alcune di loro cresce in modo esponenziale ed è un chiaro segnale che la macchina discografica abbia ripreso a macinare dopo tempi meno fortunati, certo i guadagni non sono da capogiro, soprattutto se parliamo delle etichette indipendenti. Le modalità con le quali fruiamo della musica sono cambiate, non si vendono più tanti dischi come una volta e i frutti dello streaming sono contenuti. Ci vuole flessibilità, adattamento e inventiva. Il business si muove intorno ai diritti d’autore, i concerti, le collaborazioni con alcuni marchi e dal merchandise. E allora vediamo quali sono le case discografiche italiane più in vista del momento dietro ai nostri artisti preferiti.

Indipendenti: Bomba Dischi e Undamento

Cominciamo con uno degli autori contemporanei più promettenti del panorama musicale italiano. Come definirlo? Indie, pop, mainstream o semplicemente Calcutta. Un mix di generi il suo che dal 2015 con Cosa mi manchi a fare, Frosinone, Gaetano, Oroscopo fino a oggi con Pesto, Orgasmo, Kiwi o Paracetamolo ha conquistato sempre più fan, dal pubblico alla critica. Noi abbiamo visto Calcutta in concerto e possiamo dire quanto questo artista untaggable sia diventato un’icona, pur senza volerlo, tanto che io lo chiamerei Cultcutta. L’indipendente Bomba Dischi è la sua casa discografica che assecondando il suo stile, lo ha lasciato esprimere accentuando le sue doti. Anche Carl Brave X Franco126 fanno parte di Bomba Dischi, prima amici che musicisti, in strada prima che in studio. Nel loro album Polaroid raccontano Roma, la cantano in 10 brani e la immortalano come in un’istantanea. Seguono Pop X che con Lesbiantj, un mix di Elettronica, pop e punk. Poi c’è Germanò che con Bomba Dischi pubblica Per cercare il ritmo; Mèsa, Francesco De Leo con La Malanoche, la quale produzione artistica invece è stata affidata a Giorgio Poi, anche lui in Bomba Dischi. Lo abbiamo sentito duettare con diverti artisti ultimamente, da Carl Brave a Frah Quintale. E qui cambiamo scuderia perché passiamo ad Undamento, un’altra delle case discografiche italiane più in vista, indipendente e basata a Milano, è con loro infatti che Frah pubblica Regardez moi e Ceri, il suo producer, il singolo Bimba mia.

Major: Carosello Records

Coez invece ha pubblicato con loro l’album del boom definitivo Faccio un casino. Coez se la bazzica anche con un’altra tra le case discografiche italiane più in voga, la Carosello Records. Con loro ha portato a segno successi come Ali sporche (singolo d’oro digitale), Jet (singolo di platino digitale), Lontana da me (singolo di platino digitale) e Siamo morti insieme (singolo d’oro digitale). Carosello è uno dei pilastri della discografia italiana, sulla scena da oltre 50 anni, proponendo novità senza mai venir meno ai principi di indipendenza e rispetto per il valore della musica. Qualità, passione e cura ai dettagli. Con loro ci sono anche i Thegiornalisti, al top delle classifiche e attualmente in radio con Felicità puttana (disco d’oro digitale) una delle hit estate 2018! Poi c’è Levante, Emis Killa, uno dei rapper italiani più influenti e Wrongonyou, tanto per fare qualche nome.

Vanity: Mescal Music e La Grande Onda

La label è la prima a credere nei suoi artisti, a conferma di ciò come dimenticare il ringraziamento di Ermal Meta, vincitore insieme a Fabrizio Moro di Sanremo 2018, alla Mescal Music, che prima di essere una delle case discografiche italiane più importanti, simbolo della musica indipendente italiana degli anni Novanta, è la sua! Fondata nel 1993 da Luciano Ligabue e Valerio Soave con l’obiettivo di produrre e tutelare musicisti emergenti e progetti artisticamente di valore ma bypassati dal mercato nostrano. Altro vincitore altra casa discografica. Ultimo, il giovane cantautore e rapper romano salito quest’anno sul podio delle Nuove proposte a Sanremo con Il ballo delle incertezze, sempre più amato da pubblico e critica sta con la Honiro Label, insieme ad altri rapper come Briga o Mostro. Rimanendo sul tema rap non potevamo citare tra le case discografiche italiane La Grande Onda, label indipendente fondata da Tommaso – Piotta – Zanello e che dal 2004 produce, promuove, pubblica e distribuisce progetti discografici dall’ urban al rock alternative.

Le altre indipendenti

Tra gli ultimi goal vanta 7 vizi capitale brano scelto come colonna sonora di Suburra – La serie, sicuramente una delle sigle delle serie tv più apprezzate e che porta la firma di Piotta e de Il Muro del canto. Del gruppo, già inserito nella nostra Top 5 delle rock band italiane, fa parte in veste di chitarrista Giancane, legato invece alla Goodfellas Records. Nella crew anche Brusco con Guacamole, album che mette al centro la reggae dancehall lasciando spazio anche a generi e temi differenti e Mokadelic con la Colonna sonora di Gomorra – La serie, un’altra delle sigle serie tv più celebrate. Iosonouncane, uno dei canidi cantanti di cui non ci stanchiamo di parlare sta invece con Trovarobato, casa discografica indipendente e associazione culturale di Bologna fondata nel 2004 e con loro ha pubblicato il concept album DIE, tra i più apprezzati nel panorama musicale italiano degli ultimi anni. I rocker Zen Circus invece stanno con La Tempesta Dischi, un’altra delle case discografiche italiane indipendenti. Fondata nel 2000 a Pordenone da Enrico Molteni dei Tre allegri ragazzi morti per pubblicare i loro lavori finchè quattro anni dopo ha cominciato ad aprirsi anche ai lavori degli altri e ad oggi ha all’attivo più di 60 produzioni. Con Loro anche Maria Antonietta, voce femminile della nostra Top 5 Cantanti emergenti italiani. Deluderti è il suo ultimo (concept) album che la cantautrice di Pesaro ha pubblicato con loro. Nel titolo racchiude tutto il suo senso, ovvero quel continuo oscillare dall’aspettativa alla delusione, questa però non è per forza negativa, anzi, spesso rivelatrice può scaturire nuove energie. Il suo primo album invece era stato prodotto da Brunori Sas che ha affidato a Picicca Dischi i suoi lavori, tra questi l’album A casa tutto bene, toccante, diretto, vero. Una raccolta di poesie.

Cecilia Gaudenzi