sigle serie tv
15 Agosto 2018   •   Cecilia Gaudenzi

Sigle serie tv. Il “Best of” de la chiamata al divano

«Quando parte vuol dire che sta per iniziare. Sentiamo la sigla della nostra serie tv preferita e non c’è nulla che tenga, si lascia tutto così com’è per correre sul divano. Scopriamo insieme alcune tra le più coinvolgenti sigle serie tv di casa nostra!»

No io la televisione non la guardo” oppure “no, io le serie tv italiane non le guardo”. Sembra che se non dici queste frasi ultimamente non sei figo. Mi manda in bestia, ma che vuol dire? Ma perché non devi guardare la televisione? E perché non devi guardare le serie tv italiane? Ma poi non è vero mai, si sa che lo dite solo per fare gli alternativi di non si sa cosa. Poi fatemi capire, non vedete la tv ma vi consumate davanti a Netflix o allo streaming? Niente serie tv italiane per partito preso e poi giù di americanate? E allora cosa cambia perdincibacco! Io la televisione la guardo e ne vado fiera così come le serie tv nostrane. Almeno se devo criticare lo faccio con coscienza! Ma da criticare c’è poco quando si parla di certe chicche. Con tutto il rispetto per gli alternativi anti tv, di serie italiane da vedere e rivedere ne abbiamo un bel po’ e ad annunciarle sigle che ci entrano in testa. Ci sono delle sigle serie tv fighissime che ci ritroviamo ad ascoltare anche quando non siamo davanti lo schermo.

Il momento in cui la sigla parte è un richiamo, tipo pifferaio magico, lasciamo tutto quello che stiamo facendo per correre sul divano. Da ieri a oggi lo stile è cambiato non c’è dubbio. Vi ricordate Ai Ai Ai di Un medico in famiglia? Questa sigla, cantata, prodotta e arrangiata dai Los Locos e durata ben 5 stagioni è stata un vero e proprio tormentone. E che dire della sigla di Carabinieri… Quel Tu-ru-ru…Tu-ru-ru…tururururuu (nella mia testa il ritmo c’è, giuro) è un attivatore di nostalgia assicurato. Ma veniamo a tempi più recenti e andiamo in ordine.

Boris

Apriamo il nostro best di sigle serie tv con Boris.  La serie è un cult e per molti una Bibbia di citazioni. In onda dal 2007 al 2010 è diventata anche un film nel 2010. La trama si svolge tutta sul dietro le quinte di un set tv dove stanno girando Gli occhi del cuore 2 una sorta di fiction barra telenovela che purtroppo per noi non esiste! Il cast è eccezionale, ci sono Francesco Pannofino, Alessandro Tiberi, Caterina Guzzanti (nella nostra Top 5 dei comici italiani), Carolina Crescentini, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Eugenia Costantini e molti altri. La sigla di apertura e chiusura è di Elio e le Storie Tese e si chiama Gli Occhi Del Cuore. Giustamente non ci poteva essere gruppo migliore per la sigla di una serie come questa.

Gomorra – La serie

Al secondo posto, ma solo in riferimento cronologico, del nostro Best of di sigle serie tv italiane abbiamo Gomorra – La serie. WUUA e qui esce fuori il partenopeo che è in noi. La serie ha fatto la sua prima apparizione in tv nel 2014, liberamente ispirata all’omonimo best seller di Roberto Saviano per la regia di Stefano Sollima, Francesca Comencini, Claudio Cupellini, Claudio Giovannesi e Marco D’Amore. 3 stagioni per 36 episodi. La trama… u ver fra’ agg dicere la trama? La conoscete tutti lo so. Crimine e azione, droga e camorristi in una Napoli dove la malavita incontra la politica e il mondo degli affari. Poi c’è la cucina ovviamente perché “Mammà, tu avisse partecipa’ a ’nu programma ’e cucina dint’ ’a televisione!”. Di questa serie nominare solo la sigla è sacrilegio perché tutta la colonna sonora è un capolavoro. Curata principalmente dai Mokadelic, band post rock italiana specializzata nella composizione di colonne sonore per il cinema, la tv e il teatro, e da numerosi nomi del rap partenopeo. Doomed to Live dei Mokadelic a chiudere tutti gli episodi e Nuje vulimme ‘na speranza di Ntò feat. Lucariello per i titoli di coda.

1992

Il nostro Best of di sigle serie tv continua con 1992. Al centro della trama la vicenda di Tangentopoli, lo scandalo degli anni Novanta in Italia al quale seguì Mani Pulite, ovvero una serie di inchieste giudiziarie che portarono alla luce l’incredibile giro di tangenti e frodi in cui erano coinvolti politica e imprenditoria italiana. Era la fine della Balena Bianca, la DC e della Prima Repubblica. L’dea della serie è di uno dei suoi protagonisti, Stefano Accorsi che insieme a Tea Falco, Miriam Leone, Alessandro Roja, Antonio Gerardi, Guido Caprino e Domenico Diele formano uno splendido cast. La serie è stato il caso tv del 2015 e in effetti non ha disatteso le aspettative, io me la sono a dir poco sciroppata. La sigla la si può ascoltare per ore e non stanca mai, a cura, così come tutta la colonna sonora, di Boosta pseudonimo di Davide Dileo, cofondatore e tastierista dei Subsonica.

È arrivata la felicità

Continuiamo con La mia felicità nel nostro Best of sigle serie tv. Il brano cantato da Sarah Jane Olog è la sigla di È arrivata la felicità. Due stagioni e 48 episodi di divertimento, amore, famiglia e passioni. I protagonisti sono belli e bravi e hanno pure lo stesso nome. Claudia Pandolfi e Claudio Santamaria. Poi ci sono anche Alessandro Roja, Lunetta Savino, Federica De Cola, Giulia Bevilacqua e Ninetto Davoli. Ci voleva un po’ di sentimentalismo eh. Cosa c’è di meglio di una commedia romantica tutta intrecci e colpi di scena ambientata a Roma! Il brano che mette subito di buon umore ha la voce di Sarah Jane Olog che ricorda a tratti un po’ Malika Ayane. Sarah è figlia dei talent. Prima Amici di Maria De Filippi nel 2003 e poi The Voice of Italy nel 2015 nel team di Roby e Francesco Facchinetti.

Tutto può succedere

Di nome e di fatto perché in questa serie ne succedono davvero di tutti i colori. Adattamento italiano dell’americana Parenthood, a sua volta ispirata al film di Ron Howard Parenti, amici e tanti guai è in onda su rai 1 dal 2015, oggi alla terza stagione. Ancora Roma, intrecci e tanto affetto, quello genuino nostrano. Un cast pazzesco. Pietro Sermonti, Maya Sansa, Anna Caterina Morariu, Alessandro Tiberi, Licia Maglietta, Giorgio Colangeli, Camilla Filippi, Matilda De Angelis e Giuseppe Zeno (terza stagione). Ad intrecciarsi sono le vicende dei Ferraro, una numerosa famiglia molto unita e che fa della diversità dei suoi componenti il suo punto di forza. Genitori, figli, nonni, nipoti, amici e amici di amici. Un via vai di allegria. Tutto può succedere non poteva di certo mancare nel nostro best of di sigle serie tv, è il titolo del brano iniziale, scritto da Giuliano Sangiorgi e Paolo Buonvino ed eseguito dai Negramaro. Altro brano originale è quello di chiusura di ogni puntata, Pinzipo di Raphael Gualazzi. La colonna sonora di questa serie è ricchissima di hit nostrane, come Love Me dei Joe Victor. In ogni puntata poi si esibiscono al Ground Control, il locale di Carlo, uno dei protagonisti tanti artisti italiani. Da Calcutta (qui il report del live: Calcutta in concerto) a Wrongonyou, The Zen Circus, Motta e molti altri.

Suburra – La serie

Chiudiamo il nostro best of delle sigle serie tv con Suburra – La serie. Andata in onda lo scorso ottobre 2017 è già un cult. Prequel dell’omonimo film del 2015, a sua volta ispirato al romanzo di Giancarlo De Cataldo e Giuseppe Capotondi. Roma e tre che questa volta fa da sfondo meno romantico perché le vicende che si consumano sono quelle di diversi personaggi, criminali, comuni e politici coinvolti in una serie di loschi giri di affari della capitale. Corre l’anno 2008 e i protagonisti sono il Samurai, burattinaio della malavita romana interpretato da Francesco Acquaroli; Aureliano Adami, la quale famiglia si dedica con dedizione al traffico e allo spaccio di droga, interpretato da un inquietantemente bravo Alessandro Borghi; Spadino, ragazzo di etnia sinti della famiglia Anacleti, si destreggiano tra spaccio e strozzinaggio, avversari degli Adami per il controllo delle attività criminali nella zona di Ostia; poi c’è Gabriele, interpretato da Eduardo Valdarnini, classico ragazzetto per bene che all’attività di studente alterna però quella di spaccio di cocaina…La sigla è una vera bomba. Si chiama 7 vizi capitale ed è firmata da Piotta feat. Il Muro del Canto. Il brano racconta la Roma di oggi, in particolare quella descritta nella serie, decadente ma sempre affascinante, tanto bella da perdonarle qualsiasi dispiacere. Distribuita in più di 190 a dimostrazione che la musica è il vero esperanto e arriva a tutti come ci ha detto lo stesso Piotta durante l’intervista doppia che gli abbiamo fatto insieme a Brusco (che trovate qui: Piotta e Brusco).

Cecilia Gaudenzi