torino film festival 2018
14 Dicembre 2018   •   Redazione

Torino Film Festival 2018, la celebrazione della cultura del cinema

«Al via il Torino Film Festival 2018. Dal 23 novembre al primo dicembre nel capoluogo piemontese, il consueto appuntamento con il secondo festival italiano di cinema più importante dopo quello di Venezia. Tanti i film presentati per un festival che da sempre mescola la celebrazione delle opere prime e del cinema indipendente a proiezioni di film che hanno fatto la storia del cinema.»

Dal 1982, il Torino Film Festival rappresenta un’eccellenza del nostro Paese in fatto di cinema. Voluto fortemente dall’allora assessore alla gioventù del comune di Torino, Fiorenzo Alfieri e messo in pratica dal critico cinematografico Gianni Rondolino, dal regista Ansano Giannarelli e dal filosofo Gianni Vattimo, si è subito caratterizzato come festival volto a valorizzare l’operato dei giovani in fatto di cinema, teso ad esaltarne le opere prime, prendendo le distanze dalla grande distribuzione. Nel tempo il festival si è connotato per una forte carica sociologica e antropologica grazie al suo intento di forte educazione culturale sul cinema, attraverso la proiezione di opere pure, documentari, cortometraggi e film d’epoca. Anche al Torino Film Festival 2018 infatti, troviamo due opere restaurate che si intersecano con le nuove opere creando un continuum cinematografico importante e fortemente educativo.

Le anteprime

Il Torino Film Festival 2018 è curato anche quest’anno dalla critica cinematografica Emanuela Martini, nome di rilievo del settore e presenta in particolare tre anteprime internazionali e tre anteprime nazionali nella sezione Festa Mobile. Per quanto riguarda le anteprime italiane, si parla di I nomi del signor Sulcic di Elisabetta Sgarbi, Ovunque Proteggimi di Bonifacio Angius e Ragazzi di stadio, quarant’anni dopo di Daniele Segre. Sgarbi ci trascina nelle vicende di una ricercatrice di Ferrara che si reca a Trieste per trovare una donna seppellita in un cimitero ebraico, attivando inconsapevole una ricerca polivocale tra Italia e Slovenia all’insegna dell’incontro fra passato e presente, realtà e finzione. Le musiche sono di Franco Battiato. Ovunque Proteggimi invece narra la storia d’amore tra un ex cantante folk, un cinquantenne ingenuo e romantico, e Francesca, incontrata in una corsia d’ospedale, dai grandi occhi verdi e malinconici. Una calda Sardegna d’agosto fa da sfondo alla loro fuga romantica. Daniele Segre torna a raccontare il mondo degli ultrà della Juventus, dopo le fotografie pubblicate nel libro Ragazzi di stadio (1980) e nei suoi due film Il potere deve essere bianconero (1977) e Ragazzi di stadio (1980).

torino film festival 2018

Ride, l’esordio alla regia di Valerio Mastandrea

Unico film italiano in concorso presente nella sezione Torino 36, la più importante al Torino Film Festival 2018, Ride, esordio alla regia dell’amatissimo Valerio Mastandrea, che ha dichiarato: “Nell’epoca in cui viviamo è difficile entrare in contatto con la spontaneità delle nostre emozioni. Mi interessava dare la colpa a questa società che ti impedisce di vivere il dolore in modo sano”. A ridere infatti è Carolina, diventata vedova a causa della morte del marito avvenuta in fabbrica, durante l’orario di lavoro. Una donna che non riesce ad esternare il suo dolore come la società le imporrebbe, diventa una sorta di eroina ribelle e anticonformista. A nulla valgono le accuse del figlioletto Bruno, o delle innumerevoli persone che le invadono la casa per portarle conforto. Mastandrea cuce perfettamente il personaggio attorno a sua moglie, Chiara Martegiani, riflettendo nella regia il suo essere attore leggero e impegnato, ironico e drammatico allo stesso tempo.

Sembravano Applausi (e poi lo divennero)

Curiosa anche un’altra presentazione del Torino Film Festival 2018. È presentato infatti Fuori Programma all’interno della sezione Festa Mobile il documentario Sembravano Applausi di Maria Tilli. Il film ritrae le vicende dell’attore Marcello Fonte (palma d’oro a Cannes 2018) prima, durante e dopo le riprese di Dogman di Matteo Garrone. “Marcello è un uomo semplice, buono e bizzarro, sia nell’aspetto sia nella personalità. Calabrese di origine ma romano di adozione, vive alla giornata in una piccola stanza all’interno del Nuovo Cinema Palazzo, ma quando viene scelto da Matteo Garrone come protagonista del suo film, Dogman, si trova catapultato in un mondo frenetico e intenso. Inizia così un viaggio poetico e sorprendente, che gli cambierà la vita”, dichiara la regista.

Gli Unforgettables di Pupi

Interessantissima la sezione del Torino Film Festival 2018 curata dal Guest Director Pupi Avati, a cui è stato richiesto dalla direttrice dei lavori, Emanuela Martini, di scegliere alcuni film che legassero insieme cinema e musica, le due più grandi passioni del regista. È nata così la sezione Unforgettables che prevede la proiezione di quattro film scelti da Avati (The Glenn Miller Story di Anthony Mann, The Benny Goodman Story di Valentine Davies, Bird di Clint Eastwood e Thirty Two Short Films About Glenn Gould di François Girard) e di Bix del regista stesso, scelto dalla Martini.

Il Festival fra due presidenti

In tutto 133 lungometraggi, 23 mediometraggi e 22 cortometraggi i film presentati al Torino Film Festival 2018, selezionati fra più di 4000 film visionati. Il tutto racchiuso fra i due film di apertura e chiusura, che raccontano le vicende di due personalità politiche molto importanti. Ad aprire il festival infatti, The Front Runner di Jason Reitman. Tratto dal libro All the Truth Is Out: The Week Politics Went Tabloid del giornalista e sceneggiatore americano Matt Bai, racconta la vicenda del senatore americano Gary Hart (Hugh Jackman) che nel 1988, in corsa per le presidenziali, fu protagonista di uno scandalo (l’ipotetica relazione extraconiugale con la modella Donna Rice Hughe) che fece cadere ogni possibilità di vittoria. Fu la prima volta che il gossip sulla vita privata dei politici occupò le prime pagine dei giornali.

A chiudere invece, l’ultima fatica di Nanni Moretti: Santiago, Italia. Il regista, grande amante di questo festival, nonché suo direttore nel 2007 e nel 2008, racconta tramite interviste e raccolta di materiale dell’epoca il ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago nei confronti degli oppositori al regime di Pinochet, nei mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 ai danni del regime democratico di Salvador Allende.

Immagine di copertina: @Sito Ufficiale Torino Film Festival

Lavinia Micheli