Wrongonyou, alla scoperta dell’artista romano Marco Zitelli
«Dai primi passi del 2013 all’esordio da attore in compagnia di Alessandro Gassman. Questa è la storia di Marco Zitelli, aka Wrongonyou, cantante romano di cui si stanno accorgendo tutti!»
Wrongonyou è Marco Zitelli (pagina FB), ventisettenne romano a prima vista molto introspettivo, dotato di uno sguardo curioso e molto attento ai dettagli ed alle persone. Marco Zitelli si può considerare un amante a 360° della musica folk, specialmente di tutta la discografia di grandi volti come John Frusciante e Justin Vernon.
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Inizia a scrivere brani nell’ormai così distante 2013, pubblicando i suoi lavori sul suo profilo Soundcloud. Con la sua prima demo Hands arrivano anche le prime piccole soddisfazioni: Wrongonyou, infatti, inizia a farsi conoscere dalla scuola romana, ritrovandosi in pochissimo tempo con oltre 200 concerti all’attivo che lo coinvolgono persino fuori dai confini italiani. Si esibisce in alcuni tra i più importanti festival musicali come a Bruxelles, Bilbao, Parigi, Clermont Ferrand e poi all’unico ed inimitabile Primavera Sound di Barcellona, festival molto amato da tutti gli addetti ai lavori.
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Nel 2016 arriva finalmente un contratto discografico con la Carosello Records con il quale pubblicherà i singoli di successo Rodeo, Killer e The Lake. Il 18 novembre 2016, invece, è uscito il suo primo EP, The Mountain Man, cui segue, nel 2017, il singolo I don’t Want To Get Down. Quest’ultimo lavoro permette a Zitelli di intraprendere un nuovo progetto artistico uscito a fine 2017 sempre per Carosello Records. Il disco è prodotto da Michele Canova, uno dei produttori italiani più conosciuti al mondo.
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Wrongonyou ha viaggiato in lungo e largo per l’Italia durante il suo live, aprendo nel frattempo anche diversi opening act di artisti italiani e stranieri, come Niccolò Fabi, Levante e Daniele Silvestri Austra e i The Lumineers. Alessandro Gassman, innamorato delle sue doti, lo ha scelto e voluto fortemente nel cast de Il premio, nuovo film in cui Wrongonyou mette i panni di attore e curatore della colonna sonora. In occasione dell’uscita del suo nuovo album, la redazione di Snap Italy ha avuto il piacere di intervistare Marco Zitelli, classe 1990 e tanta voglia di fare strada!
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Wrongonyou è il nome con il quale ti sei fatto conoscere nel 2015, cosa significa per te?
È un nome uscito in modo spontaneo, senza pensarci troppo! Cercavo un nome che avesse un doppio verso a seconda di chi lo pronuncia e che fosse una frase in un nome.. Non volevo il solito nome che finisce appena lo pronunci.
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Chiunque legga qualcosa sul tuo conto, sa che nel cuore hai due ispiratori fondamentali per la tua musica: Bon Iver e i Fleet Foxes. È possibile cantare anche in lingua italiana per questo genere musicale?
Assolutamente sì! È sicuramente impegnativo tirare fuori delle metriche in italiano su un genere che magari di solito in italiano è molto dilatato, ma senza dubbio si può fare.. Io ci sto provando per gioco in questo periodo.
Ascoltando i tuoi pezzi, partendo dal primo Hands, qualcosa porta a pensare che hai dei ricordi dai quali difficilmente ti allontanerai. Cosa ti porta a dire “ora scrivo”? È un processo duraturo nel tempo?
Scrivo quasi sempre di getto, è difficile che programmi di scrivere qualcosa. I ricordi fanno parte del passato, vorrei andare lontano dal passato e vivere solo nel presente! Sarebbe bello riuscire a farlo, se riesci a lasciare il passato è come una rinascita…
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Hai recitato per la prima volta insieme a volti noti del cinema italiano con Il Premio, il nuovo film di Alessandro Gassman. Oltre che a scriverne la colonna sonora (Shoulders), cosa ti ha lasciato quest’esperienza?
Una grande crescita! È stato un grande onore poter lavorare con qualcuno che da idolo, come Gigi Proietti, è diventato collega, ma anche accorgersi di una stima reciproca, motivo di grande sorpresa e grande soddisfazione! Scrivere la colonna sonora, invece, rappresenta un altro sogno che si è realizzato!
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Nel 2018 uscirà il tuo nuovo album, tre aggettivi che pensi possano descriverlo?
Nuovo, fresco e spontaneo.
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I tuoi video musicali ricordano molto quelli di Bon Iver, ricordandone regia in sinergia e le atmosfere evocate. Com’è stato lavorare alla realizzazione del video di I Don’t want to get down?
Ero in California e avevo appena finito di registrare una parte del disco; erano rimasti ancora tre giorni e ho deciso di spenderli visitando le zone dei nativi americani, popolazione dalla quale sono attratto e ispirato… In tutto ciò abbiamo avuto il tempo di girare un video!
Cosa significa per te la natura e sentirsi sbagliati?
La natura è l’unica cosa rimasta pura su questo pianeta… Prosegue e non si ferma davanti a nulla! Essere sbagliati è forse la miglior espressione artistica! In questa società essere sbagliato vuol dire andare contro corrente, quindi andrò avanti così!
FOTO: https://www.facebook.com/michelepiazza.net
Silvia Pompi