mamme a lavoro
08 Maggio 2020   •   Monika Beben

Mamme a lavoro: essere madre e donna durante il lockdown

«Non un semplice modo di dire, ma una constatazione supportata da diversi dati, a maggior ragione dopo l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi: il lavoro più difficile è essere mamme!»

Sulla base dei dati OCSE, le donne lavorano in media un’ora e mezza in più al giorno, rispetto agli uomini. Fino a poco tempo fa le mamme a lavoro dovevano dividersi tra il proprio impiego e la gestione dei figli, ma riuscivano in qualche modo ad avvalersi dell’aiuto dei nonni a cui affidare i bambini saltuariamente oppure di colf e badanti nella gestione della casa, importanza la quale spesso viene sottovalutata. Venuta meno la possibilità di lasciare i figli ai nonni, che come sappiamo sono i soggetti più vulnerabili di questo nuovo virus, le mamme sono passate a dover lavorare e occuparsi dei figli contemporaneamente. Tra una call con i colleghi, un pranzo da preparare, e una casa da sistemare si è registrato che una donna su tre sta lavorando di più dall’inizio della pandemia.  

Una corsa interminabile tra lavoro e figli

Il 4 marzo 22 Paesi al mondo hanno chiuso o annunciato la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Un duro colpo per le mamme; dove il 42% ha dovuto reinventare il proprio tempo e dividerlo tra casa, lavoro e figli. Molte donne sono state costrette a chiedere le ferie o il congedo straordinario per avere la possibilità di prendersi al meglio cura dei bambini. Come sappiamo molte scuole hanno continuato la didattica tramite videolezioni degli insegnanti, altre invece inviano quotidianamente ai ragazzi compiti da svolgere a casa in autonomia. Le mamme hanno dovuto sostituire in gran parte il lavoro degli insegnanti almeno per quel che riguarda l’assistenza durante i compiti a casa e l’aspetto creativo del bambino.

E quanto costerebbe una baby sitter? Il costo medio si aggira dai 4€ agli 8.50€ a seconda dell’esperienza. Non è chiaramente un costo sostenibile per tutti, considerando che numerosi cittadini hanno dovuto fare i conti con la chiusura delle attività e hanno dovuto ricorrere ad aiuti economici da parte dello Stato. Ma non si tratta solo di difficoltà nella gestione delle attività quotidiane, parliamo di un vero e proprio stress psicologico. Si è registrato a causa della pandemia un boom di ansia, insonnia e depressione, che hanno portato a considerare la casa quasi come una “prigione” piuttosto che un luogo di conforto.

I cambiamenti in vista dell’estate

Qualche buona notizia finalmente sta arrivando. Sono numerose le misure poste in essere dal Governo per aiutare le mamme a lavoro. Dal congedo parentale, al bonus baby sitter fino alla creazione di una rete socio-educativa che, con il contributo di enti del terzo settore, sostiene i genitori lavoratori e garantisce il diritto allo studio dei bambini. Ma non è tutto.

Il 4 maggio si prevede l’apertura dei parchi (salvo diverse disposizioni delle Regioni) e le mamme potranno non solo portare i bambini a fare una passeggiata, ma concedersi anche loro stesse un momento di relax. Si potrà finalmente andare a fare visita ai parenti, e i bambini potranno rivedere i nonni, mantenendo sempre le dovute distanze. Le scuole rimarranno chiuse fino a settembre in base a quanto comunicato. Sul tavolo delle proposte è presente però l’idea circa l’apertura delle scuole materne e degli asili nido, così come la trasformazione delle aree aperte delle scuole, come i giardini, in centri ricreativi per i bambini. Non sappiamo ancora quando tutto questo avrà fine; anche se i contagi stanno calando di giorno in giorno, probabilmente il ritorno alla normalità avverrà solo con l’invenzione del vaccino. Un primo sospiro di sollievo sembra esserci, senza abbassare mai la guardia.

Il virus ci ha portati a rivedere le nostre abitudini e la nostra concezione di tempo. L’Italia, per forze di causa maggiore, finalmente sembra aver capito l’importanza dello smartworking. Esso è infatti uno strumento molto importante, soprattutto per le mamme a lavoro che nel momento in cui i bambini torneranno nelle scuole, ne riscontreranno i vantaggi.  La fine dell’emergenza confermerà indubbiamente la centralità della donna nella gestione famigliare. Ci auspichiamo che la casa torni ad essere un luogo di conforto per tutti molto presto.

Monika Beben