film di nanni moretti
04 Dicembre 2018   •   Redazione

Film di Nanni Moretti: apologia del re del Nuovo Sacher

«Arriva il 6 dicembre nelle sale il nuovo film di Nanni Moretti Santiago, Italia, un documentario che si concentra sul ruolo dell’ambasciata italiana a Santiago dopo il colpo di stato dell’11 settembre 1973 ai danni del regime democratico di Salvador Allende.»

Con Moretti tocchiamo un punto debole di chi scrive e come lo stesso Nanni nel trailer della sua ultima fatica dice all’intervistato, che gli comunica di essere stato rassicurato sull’imparzialità dell’intervista, posso affermare con certezza che “Io non sono imparziale”. Non potrei mai esserlo su Nanni Moretti. Perché Nanni è uno di quei personaggi che sicuramente polarizza l’opinione pubblica: c’è chi lo ama, c’è chi lo odia. Forse per la sua schiera di idiosincrasie vere o presunte che ha lasciato sempre trapelare attraverso la cinepresa, senza filtri come nel caso di Caro Diario (1993) o Aprile (1998), o tramite i suoi personaggi, uno fra tutti Michele Apicella, alter ego dissacrante e romantico, a suo modo, protagonista di svariati film di Nanni Moretti. Precisamente da Io sono un autarchico (1976) all’intramontabile Palombella Rossa (1989).

film di nanni moretti

Un’alternativa per il cinema italiano

Uno che “Voi gridavate cose orrende e violentissime e voi siete imbruttiti” e che non ha mai cercato, seppure a qualcuno possa risultare difficile crederlo, di imporre con forza la sua visione artistica. Nanni Moretti ha cominciato da subito, sin da giovanissimo a registrare su pellicola la sua volontà di rinnovamento del cinema italiano, che anticipasse i gusti del pubblico per guidarlo al di fuori della sua Comfort Zone nutrita principalmente di commedia all’italiana (recentemente abbiamo dato l’addio a Carlo Vanzina, figlio di Steno, uno tra i principali registi di questo genere all’epoca). Offriva un’alternativa, su quel finire degli anni ’70, per sé e per la sua generazione, per seguire il suo desiderio di liceale memoria di essere “sia regista che attore”. I film di Nanni Moretti nascono da un Super 8, da qualche amico assoldato nel ruolo di attore, soprattutto dall’esigenza di raccontare la propria idea di cinema attraverso i drammi, se così si possono chiamare, di una generazione di giovani piccolo o medio-borghesi, che avevano smesso di fare politica attiva e che si ritrovavano a vivere in una specie di limbo generazionale. Con nuovi stimoli a cui non sapevano dare una collocazione.

Con il tempo i film di Nanni Moretti sono maturati assieme al suo creatore, scavando sempre più nel profondo delle emozioni e di tutti quei piccoli dubbi che ogni giorno ognuno di noi affronta, ma che poche volte prima di lui avevano trovato la giusta rappresentazione sullo schermo. Le piccole ossessioni del protagonista diventano leitmotiv attraverso battute rese celebri ed entrate a far parte del gergo comune come: “Le parole sono importanti!”, gridato da uno smemorato Michele Apicella ex dirigente del PCI alla giornalista in Palombella Rossa; “Continuiamo così, facciamoci del male!” rivolto alla brutale affermazione di un commensale, reo di non aver “mai assaggiato la Sachertorte” in Bianca (1984). Fino al celeberrimo “Ma che siamo in un film di Alberto Sordi?”, battuta di cui lo stesso regista racconta il silenzio glaciale provocato in sala ad ogni proiezione di Ecce Bombo (1978).

Re Nanni

E tanto, ma non tutto oggi è cambiato in quel ragazzo ventitreenne dai capelli lunghi, con i baffi, magrolino che all’uscita del suo primo film (Io sono un Autarchico) portava ogni sera la copia in Super 8 al Filmstudio di Trastevere (Roma), e la riportava via a proiezione finita (di copia ce n’era una sola, e quel primo film era stato autoprodotto ed autodistribuito). Oggi, con 8 David di Donatello, 11 Nastri d’Argento, un Leone e un Orso d’Argento, un Prix de la mise en scène e una Palma d’Oro al Festival di Cannes, re Nanni è rinchiuso nel suo feudo, il cinema Nuovo Sacher (uno fra i cinema storici di Roma) dove continua a proiettare film a suo gusto, o più semplicemente belli. Produce e ha prodotto talenti come Daniele Luchetti a cui si presta anche in qualità di attore come ne Il portaborse (1991), si fa promotore di rassegne importanti fra cui Bimbi Belli che celebra e premia i registi esordienti italiani. Molto è stato scritto, molto è stato detto e molto si dirà di uno dei registi italiani più apprezzati all’estero, maestro, anche inconsapevole, di molti. E a quello sceneggiatore di Match, programma televisivo della Rai di fine ’70, che disse a Moretti: “Tu certamente lo sarai, in crisi, tra poco, come tutti i giovani registi esordienti” rispondono i fatti: 12 i film di Nanni Moretti, vari cortometraggi e documentari fra cui l’ultimo, Santiago, Italia; un altro lungometraggio in lavorazione.

La qualità e i contenuti non conoscono crisi. Il genio di Nanni sta nella ricerca del particolare, nel mettere a nudo tutte quelle piccole fissazioni che sono le nostre debolezze, ma anche ciò che ci caratterizza come persone, con un’ironia sottile, mai volgare anche se buffa. Ah, per carità, l’attenzione al linguaggio. È difficile dover decidere a quali fra i film di Nanni Moretti dare la precedenza, per avere un’idea generale della sua poetica, ma il buon Nanni mi perdonerà se ne scelgo tre, per non annoiare il lettore e per lasciare la giusta aurea di mistero, laddove ce ne fosse bisogno.

Ecce Bombo (1978)

Fra i film di Nanni Moretti, quello che senza dubbio gli ha aperto con decisione le porte nel cuore del pubblico. In un’estate romana si svolge l’epopea di un gruppo di ragazzi, amici, annoiati che decidono di fondare un gruppo di autocoscienza a cui affidare i propri segreti e le proprie confessioni. Tra contrasti con i genitori, amori e disamori, sfiducia nei confronti della politica ci sarà una via d’uscita? Non doveva far ridere nelle intenzioni dell’autore, ma venne percepito quasi come una commedia. Quindi… “Ve lo meritate, Alberto Sordi.

Palombella Rossa (1989)

Delirio smemorato di un Michele Apicella, alla sua ultima apparizione, questa volta nella veste di un ex-dirigente del PCI che gioca a pallanuoto. Una piscina, una trasferta ad Acireale fanno da contorno allo stravolgimento di una personalità che non ricorda più se stessa, cruda metafora di quello che secondo il regista, stava capitando al Partito Comunista Italiano. Il film uscì a settembre, due mesi dopo crollava il muro di Berlino. Profetico. Inizia in questo film la fortunata collaborazione con Silvio Orlando, protagonista di molti fra i film di Nanni Moretti avvenire. “Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!”

Caro Diario (1993)

Agosto. In giro per una Roma deserta sulla Vespa con Nanni, fra balletti improvvisati, le case di Casal Palocco che “Questo mi spaventa: cani dietro ai cancelli, videocassette, pantofole.”, uno “Spinaceto pensavo peggio!” e la visita al monumento dedicato a Pasolini, all’idroscalo di Ostia. Poi lo scenario cambia, e partiamo per un meraviglioso tour delle isole Eolie perché “Caro diario, sono felice solo in mare, nel tragitto tra un’isola che ho appena lasciato e un’altra che devo ancora raggiungere.” Fino ad arrivare al racconto della scoperta del linfoma di Hodgkin e a tutte le trafile mediche subite per riuscire a diagnosticarlo. Fra i film di Nanni Moretti, insieme ad Aprile, uno spaccato, forse un po’ romanzato, della vita del regista che gli valse il Prix de la mise en scène a Cannes.

Foto di Copertina: @Marco Calvani

Lavinia Micheli