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11 Aprile 2018   •   Anita Atzori

Manager italiani: ecco gli imprenditori della moda che valgono miliardi

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«Hanno fatto fortuna all’estero, e ora sono considerati i manager italiani più importanti a livello globale. Rilanciano, fortificano e guadagnano (tanto)»

In Italia non godono di tanta notorietà, forse anche per la loro posizione geografica che è stata quasi sempre spostata all’estero e poco nel Belpaese. Eppure sono numerosi i manager italiani che hanno fatto storia e successo di alcuni fashion brand e non solo. Vere e proprie multinazionali che nel loro percorso di crescita, oltre al talento di questi manager, non hanno potuto prescindere dallo sviluppo di un proprio software gestionale, affidandosi ad aziende di riferimento nel settore, come nel caso di Micropedia. I nostri riflettori, però, restano per questi personaggi di spicco, difficilmente presenti a eventi mondani, locali esclusivi e party del jet set. È più facile incontrarli nel loro ufficio, in riunione o a qualche meeting di settore; sì, perché i manager italiani di cui vi parleremo sono ormai esempi emblematici dello spirito imprenditoriale Made in Italy. Bravura, garbo e buon gusto sono solo alcune delle caratteristiche che li hanno resi insuperabili di fronte ad un panorama internazionale.

Fabrizio Freda

Considerato dall’Harvard Business Review uno dei migliori CEO a livello globale. Se prima era all’8oesima posizione, ora, negli ultimi 3 anni, la sua straordinaria carriera gli ha permesso di svettare al 27esimo posto, guadagnandosi la stima e l’ammirazione di una delle case cosmetiche più potenti al mondo. Freda guida infatti la Estée Lauder, colosso americano del settore beauty, famoso in tutto il mondo e, a livello qualitativo, tra i più acquistati e apprezzati dall’universo femminile. Così dal 2012 questo famosissimo marchio cambia le sorti del suo impero e decide di riporre le sue aspettative in quest’uomo dal talento nostrano. Sino ad allora Estèe Lauder era sempre stata guidata dalla sua famiglia e dal capostipite Leonard Lauder. Una manovra che parrebbe azzardata, invece, si rivela azzeccata in ogni dettaglio. Estée Lauder ha fatto la storia della cosmesi americana, grazie a Estée che nel 1946 ha introdotto il campioncino, rivoluzionando così tutte le tecniche di vendita del mercato. Ma Freda prima di allora era anche considerato l’uomo delle rivelazioni, colui che dalle sconfitte ricavava l’oro. Pringles Man era il suo soprannome, nato grazie a quell’intuizione che pochi sanno. Durante la collaborazione professionale da Procter & Gamble, grazie a un attento studio sugli stili di vita americani e il cibo tipicamente oltreoceano, ha lanciato quello che è poi diventato il Re delle Patatine, ovvero le Pringles.

Alessandro Bogliolo

Si è fatto le spalle larghe nei lontani anni di Giovannino Agnelli, figlio di Umberto, scomparso alla prematura età di 33 anni. Con la Piaggio, Bogliolo inizia a farsi strada nel mondo dei manager italiani, dove non conta da dove vieni, ma cosa fai. Sono anni importanti questi, perché la grande preparazione universitaria acquisita durante gli anni di studio presso l’Università Bocconi di Milano diventano un bagaglio culturale da mettere in pratica giorno dopo giorno nella sede a due ruote, allora residente in Cina. La bravura di questo ragazzo non tarda a farsi riconoscere e Bvlgari, dopo poco tempo, lo contatta per un’esperienza lavorativa a Singapore. Si aprono così le porte del luxury brand. Ma l’Italia chiama, e dopo vari incarichi da Sephora, il mondo della moda lo assume a pieni voti. Renzo Rosso, fondatore del marchio Diesel, eccellenza Made in Italy del jeans, lo nota e gli affida la guida dell’azienda per diversi anni. Ma le vittorie non si fermano, e anche l’eleganza vuole la sua parte. Dopo il licenziamento di Frederic Cumenal, per i deludenti recessi di vendita, il marchio leader della gioielleria di lusso Tiffany, assume Alessandro Bogliolo come amministratore delegato. Dentro lo scrigno di Audrey Hepburn ci sono numerosi manager italiani che fanno la differenza, infatti a capo di Italia e Spagna c’è Raffaella Banchero, mentre nella divisione orologi ritroviamo il general manager Nicola Andreatta. Insomma una famiglia, quella del lusso, che brilla nel segno del Made in Italy.

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Francesca Bellettini

Bocconiana e dedita agli studi di economia. Seguiva con attenzione le lezioni di Mario Monti, ma ancora non sapeva che un giorno l’avrebbero chiamata la “donna da un miliardo di euro”. Sì, perché Le Monde questo ha annunciato in merito alla sua entrata come amministratore delegato di Saint Laurent. Tra i manager italiani Francesca Bellettini è sicuramente la donna che ha ottenuto più successo. Laureata in economia aziendale, i suoi studi e la sua carriera professionale l’hanno portata sin da subito a lavorare nel mondo della moda. Dal suo primo incarico nel 1999 per il fashion brand tipicamente Made in Italy Prada, l’ascesa è arriva dopo pochissimo tempo. Gucci e Bottega Veneta si sono susseguiti a ritmo di gloria, per lasciare spazio nel 2016 a Yves Saint Laurent, secondo gruppo di lusso più importante al mondo. Si dice di lei che sia davvero determinata, e per capirlo basta guardare i fatturati. Quando Bellettini è arrivata a Parigi, infatti, YSL fatturava circa 500 milioni, in quasi tre anni la cifra è più che raddoppiata. Insomma una carriera a quattro zeri!

Marco Gobbetti

Di origini vicentine è tra i manager italiani più affezionati al mondo della moda. La sua intera carriera l’ha costruita tra importanti brand del lusso come Givenchy, Moschino e Bottega Veneta. Da un anno, peròm si è dato all’english style ed è approdato come amministratore delegato per Burberry. Incarico importante a poco tempo dalla Brexit, che inevitabilmente ha sconvolto anche il mondo del business luxury. A Gobbetti vanno anche i meriti della crescita esponenziale del marchio Cèline, un brand francese nato nel 1945 che, grazie a quest’uomo, ha aumentato di oltre dieci volte il suo fatturato passando a circa 700 milioni di euro. A 58 anni possiamo definirlo un italiano fuori dalle righe, cosmopolita per eccellenza e con la valigia in mano h24. Tre figlie, avute da due matrimoni, l’ultimo celebrato in una villa palladiana del vicentino, forse per ritornare alle sue vecchie origini, è da sempre un uomo molto riservato e premuroso. Lo si vede poco sul piccolo schermo, e se non è in azienda lo trovate in compagnia della sua famiglia.

Marco Bizzarri

Classe 1962 è tra i manager italiani più amati dalle case di moda dello “stivale”. Emiliano doc, e per questo molto legato alle sue origini, dal 2015 è amministratore delegato del marchio Gucci. Un passo importante se consideriamo la sua scalata, che ha visto imperi fashion come Mandarina Duck, Stella McCarteny (CEO brand nel 2005 ) e Bottega Veneta. A lui va il merito di aver dato fiducia ai giovani, come ad Alessandro Michele – ex responsabile accessori –  braccio destro di Frida Giannini, che col supporto di Bizzarri hanno rinforzato l’immagine del brand, plasmando ad hoc l’identità artistica di Gucci più fresca e al passo coi tempi. Si è detto addio alle pellicce e si è rivalutata l’idea di una moda più attenta alle questioni etiche e sociali. Le cronache dei giornali lo definiscono come l’artefice del gran rilancio, e noi non possiamo che dargliene atto.

Immagine di copertina: Il Sole 24Ore

Anita Atzori

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