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14 Febbraio 2019   •   Redazione

Nada: dal pulcino di Gabbro alla signora dell’Indie, fra le stelle accese

«È un momento difficile, tesoro è il nuovo album di Nada Malanima (o più semplicemente Nada) uscito il 18 gennaio 2019. Il pulcino di Gabbro ormai cresciuto, ritorna più rock e più sincero che mai vestendo i panni che gli sono più congeniali.»

Quella zingara glielo aveva predetto tempo addietro, leggendole la mano: avrebbe avuto una figlia viaggiatrice, di grande successo. Nada, il suo nome. Una ragazza di campagna libera ed innamorata della vita, più affascinante che mai. Fra zingare, Sanremo e Piero Ciampi, per finire sul palco insieme a Motta e The Zen Circus, quella che sembrava un angelo caduto dal cielo è diventata cantautrice forte, dalla scrittura incantevole, senza mai tradirsi, strizzando ormai l’occhio alla scena indie.

La madre della futura artista toscana non poteva far altro che tributarla donando quello stesso nome alla propria figlia, a suggello di quell’entusiasmante profezia. Correva l’anno 1953 a Gabbro, frazione del comune di Rosignano Marittimo, nel livornese. La piccola Nada nasceva da un’allevatrice di polli, di fede comunista ma appassionata di processioni e feste religiose, capaci di creare senso di comunità e solidarietà, e dal padre Gino, che suonava il clarinetto per diletto. La musica le scorre nelle vene, le fluisce nella testa sin dalla più tenera età, a partire dalle mura domestiche: la madre la spinge nel vortice, facendole prendere lezioni di canto e costringendola ad esibirsi ad ogni festa di paese, ad ogni occasione utile. Tant’è che presto quel vocione particolarmente insolito per una bambina di siffatta figura viene notato da un talent scout, Franco Migliacci (autore del testo di Volare, così tanto per dire) che invita la piccola Nada, appena quattordicenne a sostenere una specie di provino nella capitale. L’inizio di tutto.

È il 1969. La canzone Ma che freddo fa conduce Nada per la prima volta sul palco più prestigioso del bel Paese, Sanremo. Il contrasto tra la dolcezza dei movimenti della giovane donna e la voce, profonda e matura, rimane da subito indelebile nelle menti e nel cuore del pubblico. Il successo fu enorme: non solo il pezzo detenne il primo posto nelle classifiche per cinque settimane consecutive ma accrebbe la fama della cantante anche all’estero, in particolare in Spagna e Giappone. Nada tornerà a Sanremo altre sei volte, vincendo soltanto nel 1971 in coppia con Nicola Di Bari con Il cuore è uno zingaro.



Ho scoperto che esisto anch’io, Piero

Il successo, l’attenzione dei media, il senso di oppressione sono troppo forti per una ragazzina strappata dalla provincia e catapultata nello showbiz. Gabbro le manca, le manca la purezza di quella vita lontana dai riflettori. Lei, spirito libero, mal sopporta le imposizioni. Ed è in questo momento della sua vita che arriva Piero Ciampi, con il suo volteggiare dissacrante, amaro e poetico al contempo sulle cose della vita e della musica. Nada lo ricorda ancora come un incontro d’anime, tra romantici disfattisti. Il grande cantautore, nascosto e ricordato malvolentieri dalla critica musicale fino a qualche decennio fa, le fa scoprire un mondo alternativo alla musica da consumo, illuminata.

Io non ho perduto il mio cuore strada facendo/ io ho lasciato il mio cuore sul porto di Livorno/ le luci si accendevano sul mare era un giorno strano/ mi rifiutai di credere che fossero lampare.” Nel 1973 esce Ho Scoperto che esisto anch’io, esito brillante dell’amore artistico di Nada e Piero Ciampi. Purtroppo l’album è un flop (certi gioielli per essere apprezzati devono essere guardati da una prospettiva più lontana) e ordini superiori arrivano dalla RCA. Renato Zenolbi e Paolo Conte diventato i nuovi autori protettori di Nada. Per Piero è una tragedia. Le loro strade si separano irrimediabilmente. In punto di morte Piero dirà al suo autore musicale Gianni Marchetti di portare un fiore a Nada.



Un amore disperato senza un perché

Nada è una di quelle artiste capaci di rinnovarsi più e più volte, rigenerandosi totalmente a livello artistico senza rinnegare il proprio passato. Così dopo alterne vicende, tra cui il matrimonio con l’amato Gerry Manzoli (il bel bassista dei Camaleonti) e la nascita di sua figlia, Carlotta, nel 1983 torna una nuova Nada, al passo con i tempi: Amore Disperato trasuda anni ’80 da ogni poro, sempre più bella ancora oggi, ad ogni ascolto. Il singolo vende in poche settimane 300.000 copie. Gli anni ’90 trascorrono tra il nuovo progetto del Nada Trio insieme a Fausto Mesolella e Ferruccio Spinetti ed una partecipazione a Sanremo, nel 1999. Le canzoni cominciano ad essere più introspettive, risultato di una ricerca su stessa, a tratti dolorosa e difficile da definire.

La maturità la fa ancora più preziosa, Nada si nasconde fra le sue colline toscane, nella tranquillità dei tramonti solitari fra letture e libri che scrive da autrice (ad oggi quattro), nell’isolamento che alla fine gli è caro. Non sono anni di grande popolarità, ma fecondi. Nel 2004 esce Tutto l’amore che mi manca in collaborazione con John Parish, PJ Harvey e Cesare Basile. Un album meraviglioso e straziante; si intravedono sonorità tipiche di quei magici ’70 che la consacrarono. È proprio grazie ad una canzone contenuta in quest’album, Senza un perché, che Nada torna alla ribalta nelle classifiche nel 2016. Il merito è del regista Paolo Sorrentino che la inserisce in una scena ormai diventata celebre di The young pope, interpretato da Jude Law.



L’indie fra le stelle accese

E adesso la Nada Indie. Dopo essere stata scelta da The Zen Circus per dare la voce alla propria Vuoti a Perdere, contenuta nell’album Andate Tutti Affanculo del 2009, ed essere stata accompagnata nei concerti proprio dalla band di Appino e dai Criminal Joker di cui faceva parte un giovane Motta, è arrivato l’ultimo album, È un momento difficile, tesoro, fresco fresco di uscita, il 18 gennaio. Un album rock, gridato, pensato, sofferto che ancora una volta mette a nudo l’anima di chi lo ha pensato, scritto ed interpretato. Il tour è già pronto, in partenza l’8 marzo. Nel frattempo c’è stato anche il tempo per accompagnare alla vittoria proprio Motta nella serata dei duetti al Festival di Sanremo 2019, con la canzone Dov’è l’Italia. 

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@Pagina Facebook Nada

Da sempre e ancora, fra le stelle accese, Nada.

Foto Copertina: Pagina Facebook Nada Malanima

Lavinia Micheli