murales a roma
15 Maggio 2018   •   Redazione

Murales a Roma e le menti dei loro creatori

«I murales a Roma ormai sono tantissimi, e sono destinati ad aumentare: ma vi siete mai chiesti i concetti, le idee, le emozioni e le mani che si nascondono dietro questi capolavori?»

La città eterna ormai non è più solamente la capitale della bellezza, dei monumenti, della cultura, o dell’esoterismo: ora la caput mundi è anche la capitale della street art, e i murales a Roma sono diventati ormai delle vere e proprie opere d’arte famose nel mondo. Tantissimi luoghi hanno ormai assunto un aspetto suggestivo e unico grazie all’immaginazione sconfinata di street artist, italiani e non.

Tra tutti i murales a Roma, ne ho selezionati alcuni tra i più belli, raccogliendo le testimonianze dei loro stessi autori. Perché un murales non è solo un semplice disegno, ma esprime un concetto, un’ideale, una storia; murales che prima di essere impressi sui muri sorgono nelle menti di questi straordinari artisti, che ormai stanno regalando a tutte le zone della capitale un nuovo volto, che fa anche da collante sociale.

Ecco alcuni dei più bei murales a Roma, e le impressioni e emozioni dei loro genitori.

La Vecchia di Trastevere di NEVE

Perdetevi tra le vie di Trastevere, e su una serranda di un palazzo storico, di fronte al Museo di Trastevere, rimarrete senza parole davanti al murales di NEVE, uno degli street artist italiani più famosi in Italia e all’estero. A soli 31 anni NEVE è un caposaldo della street art, che con le mani sempre sporche di vernice, viaggia per tutto il mondo, fra mostre, esposizioni e murales.

La Vecchia di Trastevere è uno dei suoi murales a Roma più recenti: un disegno che non solo ci mostra la straordinaria tecnica di questo ragazzo, ma anche il suo talento nel comunicare attraverso le linee, i colori che compongono la sua straordinaria creazione. Di fronte alla Vecchia di Trastevere si rimane sconcertati, quasi inibiti da quello sguardo così penetrante e suggestivo. NEVE, con la sua allegria e gentilezza, ci ha raccontato:

«Con questo personaggio ho voluto in realtà riprendere la figura di Anna Perenna (personaggio mitologico romano legato a Trastevere, ndr). Ma non ho voluto dare caratteristiche specifiche, e ho fatto gli occhi volutamente asimmetrici; poi ci sono stati fattori che hanno fatto sì che questa figura venisse trasformata e diventasse come Trastevere: vecchia, decrepita, ma con occhi giovani, con una sua bellezza nello sguardo, con ancora vita. Una vecchia, ma affascinante e saggia: la personificazione di Trastevere»

Enea, Anchise, e… di Diavù

Per il progetto GRAArt, ideato dallo stesso Diavù, in collaborazione con Anas e che punta a dipingere le mura attorno al Raccordo con racconti, storie e miti che ricordino la capitale, questo straordinario street artist, ideatore anche di MURo, ha realizzato Enea, Anchise e… tra via Pontina e via Cristoforo Colombo. In questo murales a Roma l’autore ha imprigionato tutto se stesso, e anche la sua stessa famiglia.

Questo meraviglioso murales a Roma, dai colori forti e contrastanti, rappresenta la fuga di Enea da Troia, che però avviene sulla spiaggia dell’antica Lavinium, il posto dove in realtà l’eroe approdò. Presente, passato e futuro si fondono, anche nella stessa rappresentazione delle tre figure che rimandano alle tre età dell’uomo: Anchise rappresenta il passato, la vecchiaia; Enea il presente e Ascanio, raffigurato però da una bambina, che rappresenta il futuro, quel futuro grandioso dal quale nascerà Roma. La bambina rimanda a Lavinia, la donna con cui Enea si sposò e che diede appunto vita al sangue romano. Le onde, che rievocano il grande maestro Hokusai, rappresentano confini temporali, ciò che gli è successo e ciò che gli succederà.

Diavù, che il 14 maggio incontreremo ad una conferenza che terrà nell’università di RomaTre, ci ha raccontato da cosa è nato questo straordinario murales.  Ci fa capire quanto riesca a mettere se stesso, la sua vita e il suo amore in quello che fa, e quanto confidi nelle capacità della sua amata città:

«Questo è il primo murale che ho realizzato per GRAArt, il progetto che ho ideato e proposto ad ANAS e che punta a dipingere le mura attorno al Grande Raccordo Anulare di Roma ispirando i vari artisti coinvolti raccontandogli storie, miti e leggende della Città Eterna e portandoli a visitare musei e reperti. Ovviamente la prima opera è venuta in mente proprio a me, prima di proporre di venire a Roma a colleghi da tutto il mondo. La mia opera parte da prima delle origini e della leggenda della lupa e dei gemelli, ed è una dichiarazione d’amore a Roma. Mi interessava rimettere un attimo in ordine alcune questioni fondamentali: Enea – progenitore di Romolo e Remo in fuga da Troia in guerra – è l’origine del mito fondativo di Roma. Dunque un profugo che portava con sé la cultura di altri Paesi è stato scelto come padre fondatore della città Caput Mundi, e questo è successo perché Roma è una città nata per gli stranieri, per accogliere popoli da tutto il mondo, e l’impero si è formato proprio grazie alla fusione delle culture dei Paesi conquistati. Io ho dipinto un Enea somalo, ovvero Xassan che è un ragazzo arrivato anni fa dalla Libia con il barcone, e l’ho dipinto tra mio padre e mia figlia che qui indossano i panni di Anchise e di Ascanio Iulo».

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I Still Remember How it Was Before di My Dog Sighs

Circa 3 mesi fa, sul muro dell’ospedale Nuova Regina Margherita, che affaccia su Piazza San Cosimato, è comparso uno splendido murales, composto da occhi, che sembrano penetrare qualsiasi passante. E’ lo straordinario disegno di My Dog Sighs, specializzato nel realizzare meravigliosi e profondi occhi: occhi che esprimono tante cose, a seconda di come li si guardi. Occhi in cui si riflette il muro stesso e lo skyline di Roma, occhi che sembrano ammirare la bellezza di Trastevere, o vegliare sul quartiere, offrendogli speranza, permettendogli di guardare al futuro.

Il progetto di My Dog Sighs è la prima opera realizzata per la seconda edizione di rivalutazione urbana di Forgotten Project, progetto che punta i riflettori sugli edifici della città di Roma che rischiano di essere dimenticati. Il gentilissimo artista inglese, il cui murales ha scaturito tantissima ammirazione da tutti, trasteverini e non, ci ha dichiarato con parole che esprimono tutta la nobiità del suo animo:

«È stato un onore lavorare con quest’opera in Trastevere per Forgotten Project. È stato importante per me incorporare i lavori nella comunità, e partecipare con rispetto nel suo ambiente. All’interno di molti occhi ci sono romani che sono nati e morti all’interno dell’ospedale che si trova dietro il muro; la combinazione di colori e il tocco leggero sul muro è stato il mio modo di rispettare la storia del luogo».

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In BlueTributo ad Alberto Sordi di Piskv

Si può parlare di murales a Roma e non citare quello che ritrae uno dei simboli della romanità per eccellenza? Piskv, nome d’arte di Francesco Persichella, è un ragazzo pugliese di 25 anni che vive a Roma da anni per motivi di studio e di lavoro. Tra i suoi lavori, in via Innocenzo IV, quartiere Pineta Sacchetti, troviamo appunto questo meraviglioso omaggio ad Alberto Sordi, amatissimo da romani e non.

Un tributo ad uno degli attori che ha portato alta la bandiera della romanità, e che manifesta tutto l’amore di Piskv per l’attore e per la stessa città di Roma. Il giovanissimo Piskv, specializzato in ritratti, nonostante la sua età possiede una linea di disegno riconoscibile a distanza, e una capacità di trasmettere emozioni attraverso gli occhi dei personaggi che sceglie di rappresentare davvero notevole. Piskv ci ha raccontato:

«In Blue- Tributo ad Alberto Sordi è un vecchio murales di inizio 2016 ma credo che, ad oggi, sia quello che più mi rappresenti dal punto di vista stilistico; mi piace molto il figurativo e da tempo sto portando avanti questa sorta di ricerca “geometrica” della rappresentazione. In questo, in particolare, ho cercato di mantenere il più possibile i tratti del volto segmentandoli in tanti piccoli frammenti; non mi sono spinto nell’astrazione “cubista” che ha caratterizzato altri miei lavori perchè volevo che il soggetto fosse pienamente riconoscibile dai passanti. Sarò sempre molto affezionato a questo lavoro perchè Alberto Sordi è una icona a Roma ed uno dei miei attori preferiti, quindi non poteva che essere realizzato proprio qui nella capitale. Inoltre il fatto che sia stato molto apprezzato dalla comunità è motivo di grande orgoglio e soddisfazione».

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Morte della Vergine di NEVE

Il nostro NEVE apre e chiude il piccolo cerchio dei nostri murales a Roma. Spostiamoci un po’ e andiamo a Castel Gandolfo, a meno di 10 metri dalla villa del Papa. Qui, lo street artist di Torino ha realizzato un dipinto straordinario, in sole 4 ore, lungo 15X3 metri. Una spettacolare Morte della Vergine, reinterpretata in un modo tutto suo, ma con la quale tuttavia ha voluto omaggiare uno dei più grandi artisti italiani di sempre, Caravaggio.

Un altro murales di NEVE in cui la profondità e la carica emotiva che questo artista inserisce nei suoi capolavori viene del tutto fuori, lasciandoci solamente a bocca aperta, fermi, imbambolati ad ammirare, sospesi fra l’immaginazione e turbini di emozioni. Riguardo a questo murales, Neve ci ha detto, con la sua solita ironia:

«Ho avuto l’arroganza di voler chiudere un cerchio, aperto da cinquecento anni da Caravaggio, che aveva fatto una commissione della Morte della Vergine in cui aveva usato una prostituta morta nel Tevere come modella per la Madonna. Ovviamente gli fu rifiutata; difatti la citazione è molto chiara se si conosce il quadro del Caravaggio, ma è comunque una mia visione della morte della Vergine. La cosa che tiene in comune è esclusivamente la veste rossa, ma la citazione, l’omaggio c’è. Ovviamente io non ho usato una prostituta morta nel Tevere (ride, ndr), ma insomma, l’idea era quello di chiudere questo cerchio».

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A poca distanza da questo, si trova un altro meraviglioso murales a Roma della Vergine, sempre realizzato da NEVE.

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Francesca Celani