film di Paolo Sorrentino
08 Maggio 2018   •   Snap Italy

Loro… sono arrivati: ecco i migliori film di Paolo Sorrentino

«L’evento cinematografico italiano più atteso dell’anno è finalmente arrivato: Loro 1 è nelle sale italiane e come promesso sta facendo parlare molto di sé. Ma quali sono i film di Paolo Sorrentino che lo hanno reso il grande regista che è oggi?»

Lo scorso 24 aprile il cinema italiano è stato scosso dall’arrivo di Loro, l’ultimo dei film di Paolo Sorrentino che racconta un pezzo della vita di Silvio Berlusconi. Un film temuto da alcuni, agognato da altri, atteso da tutti. Noi di Snap Italy ve ne avevamo parlato già in tempi non sospetti, quando le voci di un Sorrentino interessato ad un biopic sull’ex premier italiano erano appunto solo voci. Ma ora il film è in sala, e come volevasi dimostrare sta facendo parlare molto di sé per i vari e più svariati motivi, come sempre accade per i film del regista napoletano.

Dopo la vittoria dell’Oscar nel 2014 con La grande bellezza, Paolo Sorrentino è diventato senza ombra di dubbio il regista italiano più importante, sia in patria che all’estero. Definito dagli americani “il nuovo Federico Fellini”, i suoi film hanno e continuano a segnare il nostro cinema, dove in un contesto di pellicole sempre uguali tra loro, la poetica di Sorrentino si è imposta come novità assoluta, sia nella scelta dei temi che soprattutto nella grande attenzione all’estetica della messa in scena.

film di Paolo Sorrentino

photo credits to @HBO

Ormai lo stile dei film di Paolo Sorrentino è così peculiare e riconoscibile da aver guadagnato addirittura l’aggettivo di “sorrentiniano”: carrelli fluidissimi, un montaggio a tratti serrato a a tratti sinuoso, panoramiche ellittiche, inquadrature simmetriche, uso invasivo della colonna sonora e fotografia grottesca fanno di Sorrentino più che un regista di storie un vero è proprio mago della macchina da presa, con la quale crea delle istantanee inconfondibili da sembrare quasi quadri in movimento. I film di Paolo Sorrentino non puntano al racconto pure e semplice, ma piuttosto, al contrario, le vicende sono più un pretesto per mostrare la profondità dell’animo umano, grazie a traiettorie circolari che non sempre hanno un senso logico.

Le metafore estranianti e i gesti simbolici sono centrali nei suoi film, così come le riflessioni sul senso della vita sentenziate dai suoi personaggi, che sembrano parlare solo ed esclusivamente per citazioni. La scrittura artificiosa e per alcuni versi compiaciuta dei dialoghi è una delle firme distintive di Sorrentino, uno dei motivi per cui i suoi film sono tanto amati dai suoi ammiratori e allo stesso tempo tanto detestati dai suoi detrattori. Ma in un caso o nell’altro, frasi come «Io non volevo solo partecipare alle feste, io volevo avere il potere di farle fallire» restano impresse nella mente, grazie anche alla bravura del suo attore feticcio, Toni Servillo, che con Sorrentino ha creato sin dal 2001 un sodalizio artistico ormai inossidabile.

film di Paolo Sorrentino

Ma per capire di cosa stiamo parlando diamo uno sguardo ai migliori film di Paolo Sorrentino, dal 2001 ad oggi.

L’uomo in più, 2001

 

L’esordio alla regia del giovane Sorrentino mostra le vite parallele di due uomini molto diversi tra loro ma che condividono lo stesso nome: Antonio “Tony” Pisapia, interpretato da Toni Servillo è un cantante napoletano da balera conteso dalle donne e rispettato dai pusher. Antonio Pisapia Jr, col volto di Andrea Renzi, è un calciatore che, conclusa la carriera a causa di un infortunio, diventa un allenatore dilettante. I due non potrebbero essere più diversi, ma la solitudine e la difficoltà di emergere farà incrociare i loro destini. All’epoca dell’uscita del film fu subito chiaro che questo giovane regista napoletano aveva qualcosa di nuovo da dire. Grandissima prova attoriale di Toni Servillo al suo primo film con Sorrentino, grazie anche alla bravura canora nell’interpretare le canzoni del film, scritte dal fratello Peppe.

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Le conseguenze dell’amore, 2004

Uno dei film più belli degli ultimi vent’anni e, a parere della sottoscritta, l’opera capolavoro tra i film di Paolo Sorrentino. Il film più romantico (forse l’unico) del regista, che unisce una storia d’amore mai veramente vissuta ad un thriller cupissimo. Il protagonista è Titta Di Girolamo (ancora una volta interpretato da Toni Servillo), un uomo che vive ormai da otto anni in un hotel del Canton Ticino: Titta è un uomo glaciale, cinico, imperscrutabile, la cui routine noiosa e solitaria è turbata solo dall’arrivo, una volta al mese, di una valigia che viene depositata davanti alla sua porta. L’uomo custodisce un grande segreto, che emergerà solamente quando s’innamora di Sofia, la receptionist dell’albergo. L’amore metterà Titta di fronte alle conseguenze più difficili: sfidare la propria condizione e scegliere la vita. Due i momenti indimenticabili: lo straordinario piano sequenza di 7 minuti e la prova attoriale di Servillo nella scena finale. Da brivido.

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L’amico di famiglia, 2006

Tra i film di Paolo Sorrentino, è sicuramente il meno conosciuto. Il protagonista è Geremia de’ Geremei (ritorna la passione di Sorrentino per gli strani nomi), interpretato da Giacomo Rizzo, un usuraio sessantenne di una cittadina dell’Agro Pontino, un uomo ripugnante sia di aspetto che d’animo, anche se a dispetto del suo stesso giudizio: lui si considera infatti “un amico di famiglia” appunto, un uomo gentile e buono che aiuta i bisognosi. Uno dei film di Paolo Sorrentino più oscuri e morbosi, ma di sicuro quello con la trama migliore, in cui l’estetica delle belle immagini non è solo un esercizio di stile, ma è al servizio del racconto, come ogni buon film dovrebbe essere.

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Il divo, 2008

Il divo è il primo film che mostra la definitiva scelta di stile di Sorrentino: la volontà di raccontare figure emblematiche, reali e non, tutte accomunate dalla stessa tendenza all’autocelebrazione per celare in realtà una grande fragilità. Il divo è anche la prima delle maschere messe in scena da Toni Servillo, che in questo film raggiunge una metamorfosi fisica sorprendente, arrivando ad imitare i gesti, la voce e le movenze del divo Giulio in modo impressionante (il film ha infatti ricevuto una candidatura all’Oscar per il miglior trucco). L’Andreotti di Sorrentino, quello del periodo compreso tra la fine del suo settimo governo e l’inizio del processo per associazione mafiosa, è un uomo spregiudicato, cinico, solitario e sarcastico, una mente fredda che ha scelto il male per perseguire il bene di un paese sempre più pervaso dal malessere. Anche qui Sorrentino con la sua regia particolarissima, sceglie di seguire le gesta di un uomo non tanto per rivelare le malefatte politiche, ma piuttosto per capirne le ragioni. A distanza di tempo resta il film di Paolo Sorrentino più grottesco e surreale.

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This Must Be The Place, 2011

Primo esperimento d’oltreoceano per Sorrentino, che con questo film mette a segno anche il suo primo “flop”: non basta infatti un attore del calibro di Sean Penn a restituire al film una credibilità che la storia non riesce a dare. Cheyenne, ex rockstar di musica goth, dopo essersi ritirato dalle scene, vive la sua vita crogiolandosi tra la noia e la nostalgia del suo tempo da star (va ancora in giro coi capelli cotonati, il rossetto rosso e il cerone bianco). La morte del padre ed un viaggio a New York gli apriranno gli occhi su di un passato che non sapeva di avere e che può ancora scoprire. Anche qui tantissime le immagini evocative, ma a differenza delle altre pellicole di Sorrentino, dove allo scarseggiare di una buona narrazione si contrappone sempre una messa in scena formidabile, in This Must Be The Place anche la maestria registica viene meno, ed il risultato è un film davvero poco riuscito. Ma siamo solo all’inizio della scalata di Sorrentino ad Hollywood, ed un passo falso può capitare.

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La grande bellezza, 2013

Su questo film è stato detto praticamene di tutto (anche noi ne abbiamo parlato più di una volta): pluripremiato in Italia e all’estero, La grande bellezza è il film che ha aperto la strada alla rinascita del nostro cinema. È forse il film più discusso in Italia negli ultimi anni, che ha diviso sia pubblico che critica: c’è chi lo ama, chi lo odia, chi lo detesta addirittura, chi crede che rappresenti al meglio il nostro paese, chi lo vede come una poco riuscita imitazione de La Dolce Vita di Federico Fellini. Fatto sta che il personaggio di Jep Gambardella, ruolo che ha definitivamente consacrato Toni Servillo, è e resterà sempre una maschera italiana senza tempo che è entrata a pieno diritto nella storia: cinico, misogino, arrogante, annoiato, sensibile al bello ma avvezzo al brutto, insofferente verso tutti e soprattutto verso se stesso. Per chi non lo sapesse, la trama (non esattamente complessa ma ancora una volta retta dalle bellissime immagini sorrentiniane) gira attorno alla vita di questo scrittore che ha perso l’ispirazione e che ormai si trascina da un party all’altro, circondato da un tripudio di personaggi grotteschi, banali e caricaturali quasi all’inverosimile. Al centro una Roma bellissima ma allo stesso tempo corrotta e decadente, che non fa solo da sfondo, ma è essa stessa protagonista. Un film complesso, che regala forti emozioni e che vale la pena di essere visto, anche solo per poterlo criticare.

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Youth – La giovinezza, 2015

Da alcuni definito “La grande bellezza 2”Youth – La giovinezza ricorda effettivamente un altro grande film felliniano, il capolavoro 8 ½, di cui oltre all’ambientazione ricalca anche i personaggi, l’atmosfera onirica e il simbolismo. In un elegante albergo ai piedi delle Alpi, Fred Ballinger e Mick Boyle, due vecchi amici ottantenni, trascorrono insieme una vacanza riflettendo sul loro passato: Fred è un compositore e direttore d’orchestra in pensione, Mick un regista in cerca della sua ultima ispirazione. Il film è l’esperienza americana post-Oscar di Sorrentino, che per questo film raccolse un parterre di attori del calibro di Michael Caine, Harvey Keitel, Jane Fonda e Rachel Weisz. È un racconto sull’esilio della vecchiaia, dove lo stile dell’autore ancora una volta punta più che al raccontare una traiettoria, a mostrarla visivamente: autocompiacimento, riflessioni filosofiche e metafore fanno sempre da padrone, in un contesto ipnotico e artefatto (a tratti anche troppo compiaciuto di esserlo) che è ormai la firma distintiva del regista. Non il migliore dei film di Paolo Sorrentino, ma piuttosto un buon ritorno alla regia dopo il successo degli Oscar.

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The Young Pope, 2016

In teoria The Young Pope sarebbe una serie tv, ma a guardarla bene non si può non ammettere che in realtà sembra più un lunghissimo film diviso in tante parti. Prodotta e trasmessa dalla HBO, The Young Pope è probabilmente l’opera più riuscita di Sorrentino, che bilancia quasi alla perfezione una storia complessa ed interessante con la necessità di dare sfogo alla propria poetica della forma. Perché a differenza di un film, in cui per due ore puoi anche permetterti di non raccontare nulla, in una serie di dieci episodi qualcosa dovrà pur succedere. Protagonista è Lenny Belardo, ovvero Pio XIII, interpretato da un formidabile Jude Law, il primo Papa americano della storia. Giovane e affascinante, sembra essere un mix perfetto tra Jep Garbadella e Giulio Andreotti, misterioso, contraddittorio, antico e moderno, dubbioso e risoluto, addolorato e spietato. Una contraddizione come lui stesso si definisce. La serie è caratterizzata dalle atmosfere inquietanti e solenni tipiche del regista, che ben si sposano con l’ambientazione ecclesiastica (da sempre un topos nei film di Paolo Sorrentino). Forse la sua opera più matura, di sicuro quella più varia e coinvolgente. Da recuperare.

film di Paolo Sorrentino

Dopo questa carrellata di calciatori, politici, rockstar, compositori, scrittori e papi, è facile riconoscere il panorama che si staglia nei film di Paolo Sorrentino: i suoi protagonisti sono quasi sempre uomini egocentrici ed egoisti, ex personalità di potere e di fama, soli ed isolati dagli affetti, compiaciuti dalla loro presunta saggezza e che più di tutto bramano di essere ricordati. Possiamo dire che Paolo Sorrentino è attratto dal potere e dopo aver dato un’occhiata alla sua filmografia non deve stupirci che abbia scelto di cimentarsi sul racconto di Silvio Berlusconi, un uomo che è stato ed è ancora una delle figure politiche italiane più controverse degli ultimi trent’anni.

Loro 1 è al momento uno dei topic più discussi e lo sarà ancora di più dopo l’uscita della seconda parte il 10 maggio. Riuscirà questo film a diventare uno dei migliori del regista?

Serafina Pallante