visitare urbino
08 Maggio 2018   •   Carolina Attanasio

Visitare Urbino: ventiquattr’ore nella culla del Rinascimento

«Visitare Urbino è d’obbligo se volete conoscere i segreti del Rinascimento e di come una città ideale, o un’ideale di città, dovrebbe essere: ventiquattr’ore nella meraviglia delle Marche»

Se stavate cercando una scusa per visitare Urbino (sito istituzionale), ve ne posso dare cento. Intanto, ditemi voi cosa si può dire di male di una città che vi accoglie con un colpo d’occhio favoloso come quello nella pratica foto che riportiamo di seguito:

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Vista? Ecco. Se non subite il fascino della fotografia (poveri voi), lasciatevi almeno indottrinare dal Rinascimento: Urbino è la culla di studiosi e artisti, che hanno contribuito a rendere la città un complesso urbano particolarissimo. Federico di Montefeltro, il personaggio che ha probabilmente contribuito di più all’eccellenza architettonica e artistica della città, da grande mecenate è riuscito a portare a Urbino il meglio della cultura umanistica. Da qui sono passati Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Bramante, Raffaello, solo per citarne alcuni. Mimetizzata nella terra e svettante verso il cielo, Urbino è sede di una delle università più antiche, la Carlo Bo, istituita nel 1506. La città è anche Capitale del Libro, grazie alla presenza dell’Istituto per la Decorazione e l’Illustrazione del Libro.

Per visitare Urbino è necessario perdersi lungo i vicoli e le mura del centro storico, da cui le piccole finestrelle vi guardano già da lontano con aria cupa, custodi di secoli e secoli di segreti e storia. Raffaello Sanzio è nato qui nel 1483, la sua casa è visitabile e ospita alcune opere attribuite al padre del famoso artista, Giovanni Santi. Impossibile visitare Urbino senza accorgersi dell’imponenza del Palazzo Ducale: Federico da Montefeltro lo fece costruire nel 1444, animato dal desiderio di una costruzione che superasse in bellezza e imponenza tutte le altre residenze italiane. Trent’anni e diversi architetti hanno dato vita alla struttura architettonica più caratteristica di Urbino.

Nel visitare Urbino vi renderete certamente conto di quanto sia una città verticale: qui tutto punta in alto, le torri, le strade, le scale, le rampe, ogni cosa è rivolta al cielo. All’interno del bastione, la famosa scala elicoidale permetteva a Federico di muoversi indisturbato dalle stalle al palazzo, controllando la città dalle feritoie lungo il percorso: oggi la rampa è un ottimo esercizio per le vostre gambe, mentre raggiungete il centro storico. La Galleria Nazionale delle Marche, all’interno del Palazzo Ducale, è un autentico scrigno d’arte: conserva al suo interno il quadro La città ideale, attribuito a Piero della Francesca e perla dell’arte italiana.

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Il quadro incarna pienamente la concezione di rigore e perfezione prospettica, simbolo del Rinascimento, qundo Urbino e altri centri italiani ambivano allo status di città ideale. Per questo motivo, Urbino è Patrimonio Mondiale dell’umanità UNESCO.

Il Duomo, riedificato nel 1789 de Giuseppe Valadier, si caratterizza per le sue Grotte, nate per ospitare una Confraternita e divenute, durante la Seconda Guerra Mondiale, il luogo in cui venivano custodite le opere del Tesoro della Basilica di San Marco di Venezia. Il Corridoio del Perdono, all’interno delle Grotte, assicura l’indulgenza se percorso diverse volte nel Lunedì di Pasqua.

Cose che potete fare mentre siete a visitare Urbino:

  • mettervi al centro del cortile del Palazzo Ducale e parlare, o canticchiare, avendo l’impressione di essere un cantante allo stadio. Le mura del palazzo sono costruite in modo da formare una grande cassa di risonanza, qui il suono rimbalza e si amplifica. Il caro Federico, in questo modo, poteva parlare agevolmente alle folle.
  • Appendervi alle sporgenze di ferro delle pareti: in una città verticale, il rischio di cadere è sempre in agguato, specialmente col maltempo. Le sporgenze in ferro che noterete arrampicandovi per il centro storico servono proprio a impedirvi di cadere rovinosamente e rotolare via dalla città. Se mettete i tacchi a Urbino siete veramente poco furbi.
  • Raggiungere le due torri e, dando lo sguardo al muro semicircolare, bisbigliare qualcosa: la persona dall’altra parte sentirà comunque quello che state dicendo, come se vi avesse affianco. Questo facilitava le guardie nel trasmettersi ordini, pare che la stessa cosa si possa fare avvicinandosi alle colonne di Piazza del Popolo a Roma.
  • Una città verticale, e di vento anche: ogni primo fine settimana di settembre a Urbino si tiene la Festa dell’Aquilone, una specie di Palio di Siena della carta velina, che mette in competizione le contrade per la costruzione dell’aquilone più bello.
  • Mangiare a sbafo: i passatelli, pasta fresca tipica di Urbino, vanno gustati al tartufo nero. Le lumachelle all’urbinate, sempre di pasta parliamo, si mangiano in brodo di verdura o di carne. Il coniglio in porchetta, solo per veri duri, viene servito disossato e farcito del suo stesso fegato. La crescia, simile alla piadina, è la goduria degli amanti dei salumi e dei formaggi, ottenuta ripiegando più volte la sfoglia su se stessa e condita a piacimento.

Carolina Attanasio