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30 Maggio 2015   •   Snap Italy

Italiani ricchi: ecco i Paperoni con un conto in banca a 10 zeri

«Di italiani ricchi probabilmente ne conoscete molti ma sapete, secondo Forbes, quali compongono il podio del Belpaese? Dal successo delle loro aziende a cifre da capogiro ecco chi sono i Paperoni italiani.»

Chi di noi, tra le proprie ambizioni, non ha il desiderio irrefrenabile e incontenibile di raggiungere il successo, di avere un bel conto in banca e poter fare tutto quello che si vuole. Non ce n’è uno tra di voi leggendo queste frasi che “io no”. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che utilizzerebbe il denaro per qualche nobile ragione, per qualche causa umanitaria e giusto per qualche sfizio ogni tanto. La verità è che probabilmente qualcuno lo farebbe, ma solo dopo aver soddisfatto qualche capriccio, una bella macchina, una cena fuori nel ristorante più bello di Roma, un bell’attico vista Colosseo. Ma cosa attira più dei soldi? Il potere. La libertà di fare quello che si vuole non ha prezzo, almeno così dicono. Il biglietto per la libertà assoluta è la ricchezza ma allo stesso tempo è la più grande schiavitù. Con la ricchezza e il potere si sviluppa questa strana dicotomia che ci rende liberi di essere quel che vogliamo e allo stesso tempo di svolgere un ruolo, recitare una parte. Pensereste mai a Gordon Gekko, il celebre personaggio del film Wall Street, che balla e canta? Credo di no. Tutti lo vedrebbero solo mentre sorseggia Cognac e fuma un sigaro, piaceri di lusso e di un certo stile, non potrebbe mai ballare con un paio  di mutande una canzone ridicola degli anni ’80. Questo perchè è schiavo dell’uomo che ha costruito. Questa non vuole essere certamente una raccolta firme per poveri milionari schiavi di un’identità che si sono costruiti negli anni, ma solo un altro punto di vista dal quale spiare gli uomini che tutti ammirano in modo da renderli un po più terreni, un po più simili a noi. A questo punto, se vi state chiedendo i più potenti tra gli italiani ricchi, che dal loro Olimpo dorato ci guardano e ai quali allo stesso tempo noi, comuni mortali, ci rivolgiamo con ammirazione, siete certamente nel posto giusto

Forbes come ogni anno redige la classifica nella quale tutti vorrebbero essere e allora perché non farvi sognare un po’ regalandovi i 3 nomi di italiani ricchi, anzi ricchissimi? Magari ci potrebbero portare fortuna.

1° Posto – Famiglia Ferrero

La famiglia Ferrero è al primo posto con un capitale di 23,4 miliardi di dollari. Nel 1942 Pietro Ferrero apre ad Alba un laboratorio di dolci. Nel 1946 inventa una crema a base di nocciole e la chiama Pasta Gianduja. Questa crema, confezionata in piccoli involucri di carta stagnola, ha un grande successo tra i consumatori di Alba. La produzione aumenta così tanto da non poter essere più sostenuta da una semplice produzione artigianale e da qui la fondazione dell’Azienda Ferrero. Tra le varie tappe fondamentali della Ferrero è da ricordare il 1964, anno in cui nasce la Nutella che, con estrema dolcezza, porta il nome di Ferrero fuori dai confini nazionali facendolo diventare un marchio riconosciuto in tutto il mondo. Italiani ricchi, vero, ma in un certo senso anche dolcissimi!

2° Posto – Leonardo Del Vecchio (Luxottica)

Per testare la vostra attenzione e il vostro sguardo di lince per gli affari non potevamo che interpellare il re della lente bifocale con un patrimonio di 20,4 miliardi di dollari. Fondata nel 1968 ad Agordò, nel bellunese, Luxottica produceva nei primi anni per conto di Metalflex, per poi produrre per proprio conto. Nel 1999 acquista la celeberrima RayBan, nel 2000 il titolo viene quotato in borsa e nel 2007 acquista Oakley per 2,1 miliardi di dollari. Non sappiamo cosa potrà ancora fare nei prossimi anni, non ci resta che tenere gli occhi aperti.

3° Posto – Stefano Pessina (Alliance Boots)

Laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria Nucleare prende le redini dell’azienda di famiglia specializzata nella distribuzione di prodotti farmaceutici, creando Alleanza Farmaceutica che da subito comincia ad espandersi fino ad inglobare Di Pharma, altra importante azienda di distribuzione. Da questa unione nasce Alleanza Salute Italia. L’azienda varca i confini fino ad arrivare in Francia dove nasce Alliance Santè dopo l’inglobazione di Erpi ed Ipf. Continua il viaggio di questa azienda oltre manica unendosi a un’’ltra grande della distribuzione farmaceutica, la Alliance Unichem. Infine, dopo essere approdata sul mercato russo e cinese, si fonde con la Boots Group della quale Pessina è presidente esecutivo. Oggi Pessina può vantare un conto con molti zeri, 12,1 miliardi di dollari. Speriamo solo che abbia sperimentato una cura per l’invidia.

Lorenzo Bianchi