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29 Settembre 2020   •   Redazione

Ghostwriter: come lavora chi migliora la reputazione di un’azienda

«Il settore del content writing è in rapida crescita. Secondo un’indagine di Global Content Marketing, le cifre mondiali dedicate ai ghostwriter supereranno i 107.540,6 milioni di dollari entro il 2026, da 36.786,6 milioni nel 2018, crescendo con una percentuale del 14,3%,.»

Tra i motivi del successo ci sono la facilità di entrare in contatto con i propri clienti, il fatto che genera fiducia in quanto i consumatori nei mesi dell’emergenza Covid-19 saranno probabilmente più cauti di prima di effettuare delle spese. I valori medesimi che l’azienda deve veicolare devono essere argomentati con cura: ad esempio lo studio Flowriting fornisce questo servizio di ghostwriting, unendo anche la possibilità di realizzare biografie. Tramite un ghostwriter si può raccontare la propria storia, quella di un familiare o quella della propria impresa, trasformandola in un libro, tramite interviste e fino alla scrittura del testo completo. Tra le vicende raccontate da Flowriting ci sono ad esempio quelle di un panificatore, di un corridore, di un’azienda ospedaliera, di una donna che vuole raccontare la propria saga familiare. Affidarsi quindi ad un esperto di editoria è il modo migliore per dare coesione al proprio vissuto, che va raccontato per restituire interesse al lettore, selezionando i momenti che più possono aumentare il climax.

Il content writing – che collima in alcuni casi con il content marketing – offre inoltre molte opzioni per il monitoraggio e il reporting, permettendoti di vedere esattamente cosa funziona e cosa no. Le stesse aziende preferiscono lo storytelling del proprio vissuto ad una campagna adv, ad esempio erogata tramite AdWords: perché è più incisivo e duraturo. I metodi pubblicitari classici sono spesso antiquati e si dimostrano talvolta poco efficaci, non garantendo un report realistico. Investendo nel content writing, un’azienda ha un servizio più agile ed elastico, sia dal punto di vista del budget che dal punto di vista della forza lavoro. Inoltre un contenuto può essere veicolato dalla carta stampata ai blog, dai social network agli ebook, proponendo una versatilità che la campagne pubblicitarie classiche non riescono ad offrire.

Bisogna inoltre ribadire che le tecniche di narrazione variano in base ai mezzi: chiunque scriva un’e-mail sta raccontando una storia, e chiunque sappia scrivere o parlare è un narratore. Il ghost writer diventa quindi anche consulente, perché anche se si dispone già di un libro redatto occorre comunicare chiaramente con gli altri e sottoporlo ad una fase di correzione ed editing. I ghostwriter faranno ricerche approfondite prima ancora di iniziare a scrivere, e ciò corrisponde a quasi la metà del lavoro, raccolgono informazioni importanti per i post dei blog o per il libro, o il contenuto che si voglia inserire nel sito aziendale.  Lo stesso Barak Obama per il nuovo volume di memorie che sarà pubblicato a novembre dalla Penguin Random House pare che abbia impiegato un ghostwriter per aiutare a rimpolpare gli anni turbolenti tra la sua campagna politica nel 2008 e la morte di Osama bin Laden nel 2011. La moglie Michelle per terminare il libro Becoming ha utilizzato – come riportato nei ringraziamenti – un team di persone che ha contribuito a finire il volume.