Gallerie dell’Accademia di Venezia
21 Novembre 2019   •   Sara Giannessi

Gallerie dell’Accademia di Venezia: una piccola guida

«Prosegue il nostro tour alla scoperta di alcuni dei musei più belli d’Italia. Questa volta facciamo tappa in Veneto, dove scopriremo tutto quello che c’è da sapere sulle Gallerie dell’Accademia di Venezia.»

Dopo gli Uffizi di Firenze, la Galleria Borghese e lo GNAM di Roma, continua la piccola guida sui musei italiani con la Galleria dell’Accademia di Venezia.  L’Accademia di Belle Arti di Firenze è ormai dal 1756 un’istituzione della cultura italiana, l’emblema della formazione artistica. E la sua Galleria non può certo essere da meno. Da dove iniziare a scoprire cosa ammirare alle Gallerie dell’Accademia di Venezia… il filone principale che vorrei seguire è quello che lega la Gallerie al territorio, alla città, e alla particolare storia che Venezia ha sempre avuto vista la sua unicità.

Gallerie dell'Accademia di Venezia

Venezia e i suoi scorci continuano a ispirare gli artisti

La scuola veneta, Napoleone e il trattato di Campoformio, la camera ottica, il romanticismo italiano, pittura e scultura… parte della storia, dell’arte e non, italiana è conservata nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia. E forse qualche piccola indicazione può essere utile per apprezzare al meglio le opere d’arte che se ne fanno testimoni.

La scuola veneta: Tiziano Tintoretto e Giorgione

Si segna convenzionalmente l’inizio della scuola pittorica veneta con Giorgione e Tiziano. I pittori veneti si differenziano dagli altri artisti rinascimentali perché hanno ricevuto influenze più “internazionali rispetto ai colleghi che hanno rielaborato l’arte classica riscoperta dopo il Medioevo. Il carattere commerciale di Venezia ha fatto sì infatti che gli artisti entrassero fortemente in contatto con l’arte bizantina.

L’interno bizantino della cupola di San Marco

Anche a questo si deve infatti la grande importanza che i pittori veneti diedero alla luce e allo studio della pittura tonale. La grande novità apportata da questa nuova tecnica è la resa realistica della luce e dei colori che porta con sé. Se prima infatti si associava ad ogni oggetto un colore “staccato” dall’ambiente, con la pittura tonale i vari colori si influenzano, allontanandosi dal colore puro. Senza la pittura tonale non sarebbe esistito l’impressionismo. Giorgione e Tiziano Vecellio sono i primi a portare alla sua massima espressività questa tecnica. Stupendo esempio ne è la Pietà di Tiziano conservata alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

I vedutisti: gli scorci di Venezia

Chi meglio di Canaletto e del Guardi hanno rappresentato la meravigliosa bellezza di Venezia? Certo merito anche della camera ottica che ha permesso loro di rispettare fedelmente la dettagliata prospettiva degli edifici. Ma anche, soprattutto nel caso del Guardi, della ricca tradizione di attenzione alla resa pittorica della luce e delle atmosfere della laguna. In un contesto così particolare infatti, con il continuo riverbero dell’acqua e con l’aria pesante della laguna, i colori portati dalla luce sono un elemento imprescindibile dello splendore della città. Non è un caso che anche Monet abbia dedicato molte tele alla città veneziana. Di Francesco Guardi le Gallerie espongono Il bacino di San Marco con l’isola di San Marco e della Giudecca, immagine emblematica di Venezia e delle sue tinte.

Gallerie dell’Accademia di Venezia

Canale delle Giudecca

Canova e Napoleone: quando la Storia incontra le Galleria dell’Accademia di Venezia

La storia ci racconta che la Serenissima visse anni molto turbolenti nel passaggio da repubblica indipendente a quando è diventata parte del regno d’Italia. In questo periodo di sconvolgimenti politici, Napoleone fece di Venezia la merce di scambio con l’Austria nel trattato di Campoformio. È risaputo che questo gesto causò lo scontento di tanti rivoluzionari come Foscolo. Altro spirito ruggente veneziano è Hayez, di cui la Galleria dell’Accademia di Venezia espone anche un autoritratto, che al momento del trattato aveva pochi anni ma che sicuramente ha risentito dell’impronta di Napoleone sulle sorti dell’indipendenza d’Italia, tema molto caro a lui e a tutto il movimento romantico italiano. Il passaggio dell’imperatore francese nella città è testimoniato dal busto che Canova realizzò per Napoleone e dalla statua di Letizia Bonaparte, sua madre. E che poi spingerà Napoleone a consigliarlo al cognato, appartenente alla famiglia romana dei Borghese, come regalo di nozze per la sorella Paolina.

Basilica di San Marco, Venezia

Venezia è una città dalla bellezza indicibile, e luoghi come la Galleria dell’Accademia contribuiscono tantissimo a questa bellezza.

Sara Giannessi