caffè astori
21 Novembre 2019   •   Carlotta Giuliano

Caffè Astori e l’italianità a Londra: intervista al pioniere dell’espresso servito nella cabina telefonica

«Freschezza, semplicità e prezzi equi sono i tre capisaldi su cui si fonda l’esperimento imprenditoriale di Davide Astori, il giovane lombardo che ha fatto della cabina telefonica di Russell Square, a Londra, una caffetteria all’italiana.»

Sono trascorsi più di due mesi da quando il Caffè Astori ha servito il suo primo cliente e ancora tanta è la curiosità che suscita questo locale. Dimenticate il solito bar, quello classico con il bancone che impera sulla sala coi tavoli, e recuperate dalla memoria l’immagine delle Red Box, le celebri cabine telefoniche simbolo della Londra di una volta.

Se questa associazione di idee non vi dice nulla è perchè ancora non avete sentito parlare dell’avventura imprenditoriale di Davide Astori, il ventottenne di Casatenovo, Lecco, che un giorno ha avuto una visione: la cabina-caffetteria. Diploma in ragioneria e poi di corsa a Londra per imparare la lingua e fare esperienza. Dopo essere passato per le grandi catene del settore, come McDonald’s e Costa, e aver carpito i segreti della ristorazione e dell’hospitality, a settembre Astori ha inaugurato un posto tutto suo per vendere caffè e torte gourmet. Caffè rigorosamente arabica originario di una fattoria Colombiana, latte Jersey del Lancashire, torte artigianali con opzioni vegane e gluten-free, tutto servito col sorriso e utilizzando materiali ecologici. Questi sono i punti di forza dell’impresa di Davide Astori, che abbiamo intervistato per conoscere meglio la sua storia.

Caffè Astori: l’intervista a Davide Astori

Un italiano a Londra e una macchina per il caffè in una cabina telefonica. Davide Astori risponde alle domande di Snap Italy.

Com’è nata l’idea di aprire il Caffè Astori, la caffetteria all’interno di una Red Box?

L’idea è nata leggendo sul giornale Metro la storia di un ragazzo che aveva aperto un salad bar a Covent Garden. L’articolo sottolineava il fatto che questo imprenditore aveva trovato il modo di lavorare al centro di Londra sostenendo costi relativamente bassi. A quel punto ho iniziato a fare delle ricerche sulla compagnia che affitta le Red Box (le ex cabine telefoniche) agli imprenditori. Dopo aver ricevuto la lista delle cabine libere e fatto ricerche sulla location, ho preso la decisione di aprire la mia cabina-caffetteria a Russell Square.

Come è stato passare dalla teoria alla pratica dal punto di vista imprenditoriale in un paese straniero?

Ovviamente molto eccitante, anche se non sono mancate le preoccupazioni. Affittare la cabina è stato il primo passo, ma poi ho dovuto occuparmi di fondare la società e vari altri step per diventare datore di lavoro. Il processo è stato intenso, serio ma abbastanza semplice e veloce. Nel giro di poche settimane ero registrato per tutto il necessario.

C’è qualcosa che hai imparato lavorando per grandi catene che ti torna utile quotidianamente nella gestione del tuo business?

Tutto. Ogni cosa che facciamo, anche la piu piccola, ci servirà in futuro. Grazie all’esperienza maturata nel settore dell’hospitality sono stato in grado imparare sempre nuove cose e, parallelamente, perfezionare le mie abilità. Per quanto riguarda l’amministrazione, lavorare per grandi catene mi aveva dato l’opportunità di  imparare molto riguardo le leggi sul lavoro, sulla sanità, sui consumatori etc. Inoltre, entrando quotidianamente a contatto con il pubblico ho avuto la possibilita di studiare la clientela in ambienti differenti. Ultimo ma più importante vantaggio è stato quello di poter osservare la gestione di business con volumi grandi: ho imparato, ad esempio, come si fanno le analisi, i controlli e i report guadagni/perdite.

Pensi che in Italia sarebbe stato possibile dare vita a un progetto simile partendo con le stesse risorse?

Non penso che sarebbe stato possibile dare vita ad un progetto cosi in Italia per due ragioni principali: il capitale e le tasse. Per quanto riguarda la prima, sottolineo il fatto che sono partito con zero e “soltanto” presentando il progetto alla banca, sono riuscito a ottenere un prestito finanziario. A proposito delle tasse, confermo che in generale sulle imprese ma, in particolare, sulla forza lavoro e sulle pensioni si parla di cifre molto piu basse. Per questo ho potuto anche assumere un manager che ora lavora per me e offrirgli un ottimo compenso, superiore allo stipendio medio londinese. Questo in Italia non sarebbe stato possibile. Insomma, qui non è tutto perfetto ma sono convinto che senza un po’ di liberismo e qualche incentivo di fatto si pone un blocco alle nuove generazioni di imprenditori e, di conseguenza, all’economia.

Quanto è facile/difficile essere environmentally-friendly dal punto di vista di un imprenditore?

Come imprenditore sento di avere il dovere di incentivare e di contribuire in modo positivo alla salvaguardia dell’ambiente. Durante la mia esperienza lavorativa ho avuto l’opportunità di assistere alla progressiva eliminazione della plastica dalle imprese. Fare questa scelta nella mia, dunque, è stato più semplice. Investendo di piu nel packaging è possibile avere imballaggi fatti di una membrana che si decompone nella natura. Questo è molto importante considerando anche che a Londra si consuma tanto caffè take-away e che ormai questa è la strada che tutti i business stanno prendendo.

Qual è il cliente tipo? È quello che ti aspettavi?

Il cliente tipo non c’è. Londra è cosi piena di diverse culture che ogni giorno ti stupisci. Diciamo che i nostri habitué sono più che altro impiegati, studenti e turisti.

Cosa ne pensano gli inglesi dell’espresso all’italiana? Lo consumano occasionalmente, quando vogliono concedersi qualcosa di piacevole, diverso, oppure è un gusto che ormai hanno acquisito?

Qua il caffè è diventato famoso e la clientela ne sa sempre di più al riguardo. Molti clienti fanno corsi specializzati e i più appassionati hanno machine professionali in casa. Il caffè è diventato come il vino. Si assaggiano le sue note e i diversi sapori. Quindi sì, noi siamo famosi per i nostri espresso e flat white perche il nostro caffé è di ottima qualita e lo estraiamo con esperienza.

Quali sono i pro e i contro per Caffè Astori di lavorare in uno spazio così limitato?

I pro sono avere la location centrale senza pagare un canone di affitto esorbitante. I contro sono un po’ di più, ma sono tutti problemi logistici. Questa soluzione non mi permette per ora di avere spazio per far accomodare i clienti. Anche non essere al coperto è una grande sfida. In generale, così è difficile sviluppare moltre delle idee che ho in mente.

Se dovessi considerare un progetto di espansione, affitteresti altre cabine oppure ti piacerebbe trasferirti in un locale più ordinario? È già in cantiere un’idea del genere?

Ovviamente stiamo partendo piano ma la nostra aspirazione e di fare un upgrade in un locale. Vorremmo continuare ad ingrandirci senza perdere i nostri valori.

C’è qualche consiglio che ti sentiresti di dare ai giovani italiani che come te hanno una forte passione nel settore della ristorazione?

La strada è lunga e difficile. Bisogna mettersi in gioco, non demordere e prendere decisioni importanti, anche se qualche volta si è destinati a sbagliare. Impara e mettiti in gioco.

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Carlotta Giuliano