Galleria Arte Moderna di Roma: la mia splendida passeggiata
«Visitare un museo, soprattutto uno importante come la Galleria Nazionale, rischia di diventare un’attività da turisti, quando invece ogni sala mette in mostra decine di sorprese in grado di incuriosire lo spettatore.»
L’opera che mi è rimasta più impressa dello GNAM (Galleria Nazionale d’Arte Moderna) è un quadro potenzialmente trascurabile tra i tanti nomi famosi ospitati. È il ritratto di Luigi Pirandello dipinto dal figlio, Fausto Pirandello. Non è l’unico ritratto di un personaggio famoso contenuto nel museo: tra i vari volti si affacciano anche quello di Ungaretti e di Sibilla Aleramo dipinti da Pericle Fazzini. Il motivo per cui quello di Pirandello mi è rimasto particolarmente impresso probabilmente è che il ritrattista è il figlio dello scrittore, ma il quadro non rappresenta l’uomo Pirandello, non vediamo un padre catturato in un momento di vita quotidiana, l’iconografia rimane quella della maschera dal “letterato”. E questa sfumatura è una di quei pezzi di cultura che non possono essere conosciuti in altro modo se non esplorando casualmente i tanti “contenitori” disseminati nel nostro paese.
La Galleria Nazionale di Arte Moderna si trova nella cornice di Villa Borghese, a Roma. Incastrata tra la monumentalità di Piazza del Popolo e l’amenità del laghetto della villa, la galleria ospita un rassegna degna di nota dei vari movimenti artistici della modernità.
Come in ogni museo, si può scegliere di camminare per le sale seguendo vari “filoni di ricerca”. Si può appunto seguire il percorso cronologico di evoluzione del pensiero artistico. O si possono ricercare quelle opere che sono dei “must”, i nomi più celebri raccolti nel museo. Oppure si possono cercare quei tesori nascosti, quel “bello” soggettivo, che nessuno può mettere in discussione con discorsi artistici, quel bello che colpisce l’animo dello spettatore.
L’evoluzione verso la modernità
- Neoclassicismo
L’arte moderna si allontana sempre di più da un’espressione figurativa per andare verso una visione via via più concettuale. Si abbandona quindi quasi subito il neoclassicismo dell’Ercole e Lica di Canova. La ricerca del connubio con gli antichi e della perfezione formale è evidente anche nella Psiche svenuta di Pietro Tenerani e nella La vergine al Nilo di Federico Faruffini. Ma è un’ottica ancora appunto fortemente legata alla figura, alla forma.
- Impressionismo
Già il discorso evolve arrivando agli esempi di impressionismo: Cézanne e Monet rappresentano nella Galleria Nazionale quello che è stato il momento di svolta dell’arte. Impressionismo ha voluto dire abbandonare la ricerca perfezionistica dell’Accademia per seguire una ricerca artistica più personale. Ricerca che a tratti sfocia nell’analisi scientifica, ancora lontana quindi dall’arte concettuale del Novecento.
- Surrealismo, Dada, Futurismo
Arrivano i nomi del Surrealismo, del Dada e del Futurismo. Partendo dall’Italia e dal Futurismo, spiccano le opere di Giacomo Balla. Esponente del divisionismo prima e del futurismo poi, Balla fa proprie tutte le esperienze artistiche precedenti per unire in forma e colore il movimento del corpo e dell’animo. Per il Dada, che già dal nome vuole presentarsi come una “negazione di senso”, c’è il controverso Urinatoio di Duchamp. Qui il confine del concettuale è completamente attraversato. Non è più infatti la realizzazione di un prodotto ma l’idea da cui parte e da veicolare allo spettatore. L’idea in questo caso è lo svilimento dell’arte stessa, arrivata a non aver più nulla da dire, se non che appunto l’arte non abbia più nulla da dire.
I nomi ascrivibili al Surrealismo sono tra i più autorevoli del movimento: De Chirico, Marx Ernst, Man Ray e Mirò. Anche in questo caso è l’idea il vero focus della ricerca. Per il Surrealismo l’arte è magia, è il recupero di un’unione ancestrale tra tutti gli oggetti che si presentano alla vista. Che sia questo poi evocato dalle linee di Mirò o dal frottage di Marx Ernst, poco importa. Il percorso ha una conclusione diversa a seconda dell’organizzazione che vuole dare il curatore del museo. Per me il giusto corollario è Grande Rosso di Alberto Burri: un enorme quadrato di plastica rossa disciolta. Forse alla fine di un percorso ognuno sarà in grado di leggerci un significato artistico diverso.
I must della Galleria Nazionale di Arte Moderna
Alla Galleria Nazionale sono ospitati – alcuni inaspettatamente – nomi importanti e immagini riconoscibili per tutti gli spettatori.
Van Gogh
Insieme agli impressionisti si trova il post-impressionista per eccellenza: Van Gogh, personaggio e artista che sta colpendo molto più la sensibilità del XX secolo che quella dei suoi contemporanei. Allo GNAM sono raccolti due ritratti realizzati in Provenza, durante il periodo di allontanamento di Van Gogh dall’ambiente parigino per lui malsano. L’espressionismo affidato al colore dimostra la serenità che quelle immagini (Il Giardiniere e L’arlesiana) suscitavano nell’artista.
Klimt
Le tre età della donna di Klimt è un quadro iconografico. Emblema della corrente artistica viennese, ma soprattutto di una raffigurazione della femminilità in cui ci si può tutt’oggi riconoscere. Un’immagine che racchiude tre generazioni, tre donne che però rappresentano il ciclo di ogni vita.
Modigliani
Le opere di Modigliani sono inconfondibili: la fisionomia allungata dei suoi soggetti è una iconicità artistica che lo contraddistingue. Vicino al cubismo, ma non troppo, l’artista livornese svilupperà questa sua peculiarità a Parigi, con le difficoltà e i tormenti che racconta anche Corrado Augias nei Segreti di Parigi. Il Nudo sdraiato e la Signora dal collaretto sono due esempi più che rappresentativi della produzione di Modigliani.
I miei tesori personali della Galleria Arte Moderna
Vorrei condividere le opere dello GNAM che, pur non essendo capolavori esemplari di un movimento o un periodo, sono riusciti a colpire le corde sensibili della me spettatore. Senza altre spiegazioni lascio i nomi di autori e opere.
Marco Calderini, Tristezza invernale;
Gaetano Esposito, Palazzo Donn’Anna a Posillipo;
Gustave Courbet, Bracconieri nella neve.