conferenza stampa achille lauro
08 Febbraio 2019   •   Cecilia Gaudenzi

Conferenza stampa Achille Lauro: «Scrivo sempre quello che penso»

«Non sono mancati in Conferenza stampa Achille Lauro e il suo socio/amico Boss Doms. Ecco cosa ci hanno rivelato, sfatando tanti miti sulla loro personalità e ovviamente non poteva mancare la nostra domanda.»

Abbiamo incontrato in conferenza stampa Achille Lauro, uno dei simboli di questo #sanremo2019 rivoluzionario e coraggioso che vede alternare sul palco dell’Ariston artisti dei generi più diversi. Rolls Royce è uno dei brani più strong e più chiacchierati di questo Festival. Accolto in sala stampa Lucio Dalla con grande entusiasmo, Achille Lauro, come sempre elegantissimo e stilosissimo, si è dimostrato di una gentilezza e profondità da lasciarci a bocca aperta. Alla faccia di chi non crede che l’abito non fa il monaco. Ecco cosa ci ha raccontato in conferenza stampa Achille Lauro.

Chi è il vero Achille Lauro? 

«Non sono stato me stesso mai. Io scrivo sempre quello che penso. Per questo in un mio disco non ci sarà mai una vera coerenza di suoni. Per me le canzoni sono fotografie di stati d’animo, riflettono i miei sentimenti di quando li scrivo. Il mio personaggio è una leggenda che vorrei sfatare… perchè al di là dell’estetica le mie canzoni sono molto intime e personali, tanto che all’inizio facevo fatica a parlarne con le persone che non fossero del mio team. Mia madre per esempio ha scoperto che suonavo soltanto quando ha letto un articolo su Il Venerdì di Repubblica… le canzoni sono pezzi di me»,

Una bella dichiarazione quella di Achille, che cerca di staccarsi da dosso quell’immagine di superficialità e musica grottesca con la quale viene troppo spesso etichettato. Sanremo invece è l’occasione giusta per riscattarsi e arrivare a quante più persone possibili, fino ai più scettici. In conferenza stampa Achille Lauro ha dichiarato:

«Spero di conquistarlo piano piano il grande pubblico. Per come era partita, questo pezzo sembrava essere uno scandalo. Invece dalla seconda serata mi sono reso conto che c’è stata una bella partecipazione e un buon riscontro. Questo brano è per tutti, tanto che quando lo abbiamo creato abbiamo detto vogliamo fare qualcosa di generazionale che resti, che non prenda solo un target ma tutti. La canzone racconta un’ambizione, un sogno, perché tutti si meriterebbero la vita che vogliono»

Sanremo arma a doppio taglio per la musica rap e trap?

«Questo è un discorso soggettivo», ci spiega in conferenza stampa Achille Lauro. «Io penso che ci sono cantanti rap e trap che potrebbero benissimo intraprendere questo percorso, così come altri che invece non sarebbero in linea. Io personalmente in questa occasione non ho scelto il rap ma ho approfittato di un nuovo filone, un new rock’n’roll, insieme al mio socio, amico e ormai anche chitarrista Boss Doms. Sanremo è un quadretto in cui si fa un certo tipo di musica, mentre il rap è un genere che appartiene più a uno strato di persone, più underground a livello di contenuto e sound. Noi in realtà vogliamo diventare come gli Oasis (ride, ndr) non vogliamo fare il rap. Oltretutto per noi tutto questo è incredibile, arrivare qui a Sanremo con un brano diverso, proprio noi che siamo un po’ alieni, un po’ outsider. Ma lo siamo anche nel mondo del rap e della trap. Per noi arrivare qui e avere l’appoggio della critica, dei giornali e delle radio, è un sogno. Devo ringraziare tutti sia per la presenza e per le parole».

Non si sono fatte attendere le domande riguardo lo stile particolare di questo artista e sull’autotune, pena e delizia di tanti nuovi artisti del panorama musicale italiano. E in conferenza stampa Achille Lauro risponde:

«Noi cambiamo spesso d’abito per il semplice fatto che siamo sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Non ci piace annoiarci, e anche nel fare musica non ci prefissiamo niente, prendiamo la chitarra e partiamo. Non c’è un progetto, non c’è una regola di marketing, non abbiamo mai fatto un singolo per l’estate. La bella musica nasce sempre dalla bella amicizia, ed è bello riconfermarsi, è sempre una sfida, come aprire un ristorante nuovo a ogni disco. Qualche piccolo successo nella mia carriera ce l’ho, avrei potuto marciarci sopra. Invece a noi piace cambiare, metterci in gioco, accettando critiche e ovviamente elogi. L’autotune lo usiamo come uno strumento stiloso, non come un intonatore ma come un effetto, come fosse un distorsore di una chitarra. La differenza è che noi lo applichiamo alla voce. Cerchiamo di portare innovazione a 360° gradi sia sul suono che sulla voce. In Rolls Royce abbiamo 7 secondi di autotune che io odio perché a Sanremo sul palco è incontrollabile come ieri (seconda puntata), ero super a mio agio e solo in quei 7 secondi c’è stato un problema tecnico. Da venerdì lo tolgo definitivamente però non vedo l’ora di tornare in studio e continuare a sperimentare.»

Ma qual è il vero obiettivo di Achille Lauro in questo #sanremo2019? «Ci metto lo spirito senza pensare alla gara» risponde. «Non abbiamo mai pensato di voler vincere Sanremo. Abbiamo solo pensato: “Abbiamo il pezzo giusto, nuovo, trasversale e vogliamo portarlo sul palco più importante d’Italia, vogliamo essere guardati come musicisti perché questo siamo”. Già le pagelle per me sono una vittoria. Quando anche solo lontanamente sono stato accostato a un colosso come Vasco Rossi per me è incredibile, un sogno. Le aspettative non erano all’altezza della realtà, erano molto meno quindi siamo già felicissimi così. Io penso che tutti i miei colleghi prima di ascoltare il brano abbiamo pensato “eeeh va a Sanremo” ovviamente criticandomi. Ma dopo 15 secondi che parte il pezzo avranno detto “azz… hanno fatto bene ad andare a Sanremo”».

Non è mancato il ringraziamento al direttore artistico, che ha permesso di portare innovazione e differenze all’interno di questa 69esima edizione del Festival.

«Il 2019 si è aperto con Sanremo. Dopo il concerto di capodanno al Circo Massimo pensavo che non si potesse provare emozione come quella. Il palco dell’Ariston è un palco che ti mette davvero alla prova, perché tu stai presentando una cosa nuova che nessuno conosce… mi sentivo bene prima di salire sul palco poi una volta iniziato il pezzo non mi ricordo proprio niente, ero completamente in trans. È stato fantastico e sono anche contento che Baglioni sia stato lungimirante e coraggioso a portare la nuova musica sul palco. L’Italia ne ha bisogno, perché i giovani sono preziosi come Cosmo, Coez, Calcutta. Siamo il nuovo pop che avanza e noi siamo super fan di tutti.»

Nella serata dei duetti la personalità più discussa di questo Festival si esibirà con il grandissimo Morgan. Così in conferenza stampa Achille Lauro ci ha spiegato il perché di questa scelta.

«Abbiamo conosciuto Morgan qualche settimana fa. È un artista con la A maiuscola. Ci siamo conosciuti in sala prove  e abbiamo fatto un sessione insieme quasi di improvvisazione. Morgan è un pozzo di cultura: conosce la musica, legge, è piacevole, suona il basso a tracolla con una mano e il pianoforte con l’altra. Abbiamo scelto lui perché appartiene a un altro mondo, un mondo nuovo. Gemitaiz e altri della nostra etichetta fanno parte del nostro mondo e noi volevamo sperimentare altro, volevamo una star. E quella star per noi è Morgan. Avremmo voluto chiamare Vasco ma non sarebbe mai venuto»

La nostra domanda ad Achille Lauro

 

Cecilia Gaudenzi e Francesca Celani inviate da Sanremo