visitare spello
07 Aprile 2017   •   Carolina Attanasio

Visitare Spello, il borgo umbro dell’infiorata

«In Umbria sembra sempre di essere in un’altra epoca. Un suggestivo borgo è un gioiello di storia e tradizioni, come quella dell’infiorata, che ogni anno si rinnova attraendo migliaia di visitatori. Visitare Spello vuol dire questo ed altro.»

Quando Dio ha creato l’Umbria deve aver pensato alle favolette che ascoltava da piccolo, piene di draghi, castelli, vallate nebbiose e praterie improvvise, case in pietra, stradine in salita, ferro battuto, qualche principessa, uomini barbuti e monaci in meditazione nei loro eremi. Il cuore dell’Italia non poteva che essere così, misterioso e affascinante, culla di storia e di fede, quasi leggendario.

I borghi umbri se ne stanno lì, come funghi, a ridosso delle montagne oppure alti e fieri su qualche stramba rupe di tufo, a resistere agli inverni e sorridendo alle primavere. Così fa Spello, poco meno di novemila anime in provincia di Perugia, che a vederlo da lontano ti aspetti quasi che qualche cavaliere ti corra incontro dalla porta della città, a chiederti cosa sei venuto a fare col tuo smartphone dal ventunesimo secolo.

Visitare Spello è come tuffarsi in un’altra epoca: splendidissima colonia julia’, così detta da Cesare, la cittadina fu fondata dagli umbri per poi essere rinominata Hispellum dai romani, che la cinsero dentro possenti mura, in gran parte visibili ancora oggi. Fu depredata e umiliata dai barbari, in epoca longobarda appartenne al Ducato di Spoleto e, in seguito, al Papato, che la infeudò dandola alla famiglia Baglioni, cui appartenne fino al 1648.

Uno dei motivi per visitare Spello oggi, oltre l’ovvia bellezza del borgo, è l’Infiorata del Corpus Domini, un evento che ormai richiama visitatori da ogni dove. Infiorare non è affatto semplice, si tratta di un lavoro certosino che richiede settimane, a volte mesi. Durante la primavera si raccolgono e selezionano petali ed erbe dal Monte Subasio e lungo l’Appennino umbro-marchigiano. Le signore più anziane, nei pianterreni delle loro case, separano i petali in base al colore e tritano le erbe. Poco prima del Corpus Domini, il lavoro si intensifica e, il giorno precedente, le strade del borgo vengono chiuse e attrezzate in modo che vento e pioggia non disturbino il lavoro di chi va a eseguire i disegni sul manto stradale. Una volta fatti i disegni base, con varie tecniche, i petali vengono sparsi con cura maniacale, a conferire il colore e la sfumatura desiderata. È un lavoro senza sosta, carico di suggestione, poiché queste tecniche si perdono nella notte dei tempi e sono parte integrante della cultura locale. In media, vengono realizzate una settantina di infiorate, lunghe dai dodici ai quindici metri, tutte create esclusivamente con elementi vegetali e mai trattati chimicamente. Si tratta di opere uniche, perfezionate nel corso del tempo, che riproducono certosinamente anche ritratti famosi, come quelli di Botticelli o Giotto. Il clou della giornata è dato dal passaggio della processione, che segna il momento in cui le infiorate, fin’ora intoccabili, possono essere liberamente calpestate, disperdendosi in un’enorme macchia colorata, come un quadro di Pollock.

Ora che avete finito di giocare con i petali, guardatevi intorno: a Spello ci sono molte altre cose da vedere.

Le mura romane e le Porte

Nel visitare Spello non potete non notare l’imponenza delle mura romane, spesse e rivestite da blocchetti rettangolari di pietra calcarea. Considerate opera di Augusto (tra il 30 e il 20 a.C.),  sono assai ben conservate, in particolare nella parte meridionale del borgo, dove si aprono su tre porte antiche: Porta Venere, Porta S. Ventura e Porta Consolare.

Porta Venere, in particolare, è incastonata tra le due torri dodecagonali (dette di Properzio), realizzata in travertino bianco e decorata in ordine dorico. Fortificata con doppio accesso per ovvi motivi difensivi, è una porta sacra, poiché orientata verso il Santuario di Villa Fidelia. Segna il passaggio delle stradine del borgo umbro.

Chiesa di Santa Maria Maggiore

In piedi dall’XI secolo, è famosa per la Cappella Baglioni, all’interno della quale sono conservati alcuni degli affreschi più rappresentativi dell’opera di Bernardino di Betto, meglio conosciuto come Pinturicchio, che raffigurano l’Annunciazione, la nascita di Gesù e la Predicazione al Tempio. Ad affascinarvi ulteriormente, il magnifico pavimento in maiolica di Deruta.

Casa Romana

Non potete visitare Spello senza fare un salto in questa costruzione del I secolo d.C., riportata alla luce nel 1885 in seguito ad alcuni scavi al di sotto del Municipio. Le iscrizioni sulle mura fanno presumere che appartenesse a Vespasia Polla, madre di Vespasiano. All’interno potrete ammirare la pavimentazione, perfettamente conservata in mosaico bianco e nero, le quattro stanze – sempre a mosaico – e il patio interno in cui si svolgevano le riunioni familiari.

Le Chiese di San Lorenzo e Sant’Andrea

La prima, del XII secolo, la riconoscerete per la facciata suggestiva e i rosoni del XVI secolo, incastonati tra i mattoncini. Il fascino medievale dell’interno vi colpirà. La seconda, del 1258, è tutto’ora sede di una comunità di frati minori fondata da Andrea Caccioli, seguace di San Francesco. Custodisce al suo interno la Madonna in trono e Santi, un dipinto olio su tavole di Pinturicchio.

Villa Fidelia ( o Villa Costanzi)

Sorge sulle rovine di un santuario romano, fu voluta dalla famiglia Urbani nel cinqucento. Merita una visita anche per lo spettacolare parco con alberi secolari e i giardini in stile barocco all’italiana. Periodicamente ospita eventi culturali e concerti, oltre a una mostra con opere che vanno dall’ottocento a oggi.

Se avvertite un certo languorino, tra una visita e l’altra, puntate dritti ai legumi – pezzo forte della cucina locale – accompagnati da bruschette con olio di Spello, oppure gnocchi di patate rosse e insalate di rapunzoli.

Visitare Spello non vi porta via più di una giornata, se decidete di andare nel periodo dell’infiorata potreste programmare di restare qualche giorno e visitare anche le vicinanze: siete a pochi chilometri da Foligno, Assisi, Perugia e Spoleto. Se preferite passeggiare in mezzo alla natura, il Parco del Monte Subasio è a portata di mano.

Carolina Attanasio