07 Aprile 2017   •   Redazione

L’arte incontra la musica nella mostra di Pronostico

«Talvolta le parole non bastano a raccontare una storia d’amore troppo intensa. La mostra di Pronostico racchiude così arte e musica in un connubio emozionante per raccontare un amore ormai finito»

Amore, amore un corno! Mi giri intorno solo quando vuoi. Torni proprio quando tu non puoi più stare solo. Amore, amore un corno! Se poi quando fa giorno te ne vai” cantava Mia Martini nel ’71. Ed è proprio alla canzone di Mimì che l’artista Antonio Pronostico ha affidato il titolo della sua prima mostra personale intitolata, appunto, “Amore amore un corno”.
Ventiquattro opere su carta correlate dai versi di 24 canzoni, di cui sono esposti i ritratti dei loro autori, scelte appositamente per raccontare meglio l’immagine attraverso le note di una canzone.

Esposta a Roma negli spazi di Parione9 Gallery a due passi dalla centralissima piazza Navona, la mostra di Pronostico invita lo spettatore a un percorso tutto personale diviso nelle varie tappe che un amore folle, intenso ha attraversato.

         

“Roma nun fà la stupida stasera” di Nino Manfredi apre la trama della vicenda, di cui questa città fa da sfondo suggestivo che vede i due amanti trovarsi e perdersi, dal primo appuntamento all’ultimo bacio. Da un disegno all’altro i sentimenti mutano: dall’entusiasmo del feeling trovato cantato da Iosonouncane in “Diluvio”, cover dei Verdena, all’amore già finito, nelle parole di “Pafff… bum!” di Lucio Dalla. Inconsolabile, l’amante ferito il cui cuore «giace inerte rossastro sulla strada, e un gatto se lo mangia» (Adius, Piero Ciampi) passa dalla supplica alla rabbia alla rassegnazione. Un giorno nuovo significa convivere con la dolce ferita dell’amore finito, e nell’aria risuona Vecchioni: «sei come un’ombra sul cuore silenziosa e leggera, ma mi abituerò.»

Malinconia, ricordi di promesse fallite, domande senza risposta accompagnano il nostro personaggio fino alla parvenza di un equilibrio: «Chiudo ll’uocchie e m’invento sta pace» canta Francesco Di Bella in Introdub, attorno «c’è un silenzio che descriverti non saprei» (Bartali, Paolo Conte). Il finale a sorpresa è violento ed enigmatico cantato da Lucio Battisti e Vinicio Capossela, ma la vera fine è affidata ad Anna e Marco di Lucio Dalla: «Anna avrebbe voluto morire, Marco voleva andarsene lontano, qualcuno li ha visti tornare tenendosi per mano».

Un percorso emozionale e privato in cui chi ammira ascolta, in una sinestesia di colori e suoni che coinvolge chi voglia farne parte.

La mostra di Pronostico, in programma dal 24 marzo al 18 aprile è curata da Elettra Bottazzi e Marta Bandini, che con passione guidano lo spettatore lungo le diverse illustrazioni seguendo le loro reazioni, talvolta anche molto forti.

Non solo arte dunque ma anche tanta musica, e di un certo livello: ad eccezione di grandi classici della musica italiana come Mi Ritorni In Mente di Lucio Battisti, Antonio Pronostico sceglie per le sue opere canzoni non proprio ‘di dominio pubblico’, selezionando autori dello spessore di Piero Ciampi e Franco Califano, insieme ad altri appena comparsi sulle scene della musica contemporanea, come Calcutta e Giorgio Poi.

Un tuffo nella storia della musica italiana nel racconto della più scontata ed eterna storia, quella di un cuore spezzato.

Rita Sparano