rome is more
17 Dicembre 2018   •   Carolina Attanasio

Rome is More, la romanità spiegata al mondo

«Come spiegare un “mobbasta” o un “m’arimbarza” a uno straniero? Qualcuno doveva pur farlo, e per fortuna è arrivato Rome is More, perché la romanità è uno stile di vita»

La romanità, amici cari, è un verbo che deve oltrepassare ogni confine, almeno secondo Rome is More. Se è vero che romani si nasce, ci voleva una romana con un certo estro creativo per diffondere la terminologia in tutte le sue sfaccettature, in inglese. Esatto, in inglese, perché spiegarlo a un altro italiano è piuttosto facile, ma rendere giustizia a un “eccallà” o “aho” oltralpe, beh, provateci voi.

Carolina Venosi (che con la sottoscritta condivide il nome e una certa passione per l’idiozia, come vedrete) ha deciso di abbracciare quest’impresa epica e riuscire dove neanche l’Impero romano ha potuto, portare la veracità del gergo alla comprensione del più ottuso degli stranieri. Lo ha fatto creando una pagina da quasi quarantamila follower è dando dignità enciclopedica alla vera quotidianità romana, quella della parola.

Intervista a Carolina Venosi

È uno sporco lavoro ma qualcuno lo doveva pur fare, non avevi proprio niente di meglio da fare quando hai creato Rome is more?

In verità sì, ma poi mi sono detta «perché non farlo?» Ne avevo davvero bisogno, e senza saperlo. Per indole tendo ad essere molto curiosa e reattiva a ciò che mi circonda, ho tante idee e progetti in testa (molti dei quali non vedranno mai la luce, forse). La routine, le incombenze del lavoro, il traffico e le lavatrici in parte schiacciano questo lato di me, che però ho ritrovato con estrema naturalezza dando vita a Rome is More, condividendo con ironia e leggerezza il mio amore viscerale per Roma, dove purtroppo o per fortuna mi ritrovo a combattere ogni giorno tra la tentazione di andarmene all’estero per fare carriera sul serio (sono responsabile marketing per un brand di abbigliamento) o rimanere nella mia amata città e affrontare la giungla con il coltello tra i denti. Diciamo che per il momento ho deciso di continuare così!

Quanto ci piacciono i giochi di parole, perché Rome is MORE?

Perché Roma è una specie di chimera e di musa, di incantesimo e di maledizione, che se ci nasci ti da qualcosa che a mio avviso gli altri non hanno. Penso che Roma sia come una bellissima donna da guardare, che però va in giro struccata, malconcia e vestita in modo semplice, quasi trasandato. Che magari non la noti subito, ma appena la guardi con più attenzione nonostante tutto capisci che non ne esci più. Roma fa schifo, dicono. E non si può dargli torto, ma ho un po’ la sensazione che ci si voglia quasi accomodare su questa specie “presa di coscienza” che alle lunghe diventa anche sterile, a mio avviso. Credo che Roma sia molto più di questo, Rome is More.

Si sa che per noi italiani, oltre al gesto, conta l’enfasi dell’espressione. Quanto è difficile rendere in un’altra lingua la romanità?

Davvero difficilissimo, soprattutto senza usare video e audio, ma mi diverto tantissimo ogni volta che devo pensare a una nuova traduzione anche per questo motivo!

Romani si nasce o si diventa?

Ci si nasce, decisamente. Il romano lo riconosci a 1000 km di distanza, senza che apra bocca. Anche prima di aprire questa pagina ho avuto modo di conoscere tanti stranieri che hanno vissuto qui per un periodo e se ne sono perdutamente innamorati, al punto di avvicinarsi davvero tanto all’essere romani, ma poi mettono la panna nella carbonara quindi c’è proprio un limite fisiologico alla cosa.

Da un grande lavoro derivano grandi responsabilità, ti rendi conto che stai spiegando al mondo un pezzo d’Italia? Ti sale la gastrite pensandoci?

Beh, posta in questo modo sì! Grazie per avermici fatto pensare! (sto respirando in un sacchetto di carta mentre rispondo). In realtà credo che la cosa più bella di questo progetto sia la sua spontaneità e leggerezza, lungi da me il voler dettare regole sul romanesco che per definizione le regole proprio non le vuole! 

Qual è stata la reazione migliore ai vostri post? 

Questa è difficile. Trovo davvero bellissimo vedere la community che si è creata attorno a questa cosa, e forse la reazione più bella che è scaturita finora da un post di Rome is More è stata quella di una ragazza che, partendo da un banale “eccaaaallà”, mi ha scritto in direct raccontandomi un bellissimo aneddoto molto commovente e delicato riguardante lei, il padre e questa espressione romana, io poi c’ho la lacrima facile quindi ciaone.

Prossimi progetti? Una Treccani della romanità? 

Addirittura? Io pensavo al massimo ad un paio di magliette. Scherzi a parte, questo progetto mi sta dando veramente tante soddisfazioni e mi sta facendo scoprire tanti risvolti inaspettati che quasi mi oppongo all’idea di volerlo definire troppo. Per il momento, voglio continuare a sorprendermi di quello a cui porta senza farmi troppe aspettative! 

Carolina Attanasio