migliori film italiani dell'anno
27 Dicembre 2017   •   Snap Italy

Il 2017 chiude in bellezza: ecco i migliori film italiani dell’anno

«La notte di Capodanno si avvicina e tantissimi sono i film made in Italy che hanno riempito le nostre sale in questo 2017. Ecco secondo noi i migliori film italiani dell’anno»

Siamo agli sgoccioli ed è tempo di bilanci. Anche per il cinema. Seguendo la scia degli ultimi anni, che vedono il cinema italiano in una fase di rinnovamento e per certi versi riscoperta dei generi, anche il 2017 è riuscito a regalare pellicole innovative e coraggiose, in grado di attirare il pubblico italico, ormai scettico nei confronti del nostro cinema e sempre più abituato allo streaming ed alle pay tv. Andiamo dal ritorno dei Fratelli Taviani alla Festa del Cinema di Roma allo stranissimo film di Alessandro Aronadio, passando per i Manetti Bros, Paolo Genovese e Sydney Sibilia. Ma ecco la nostra classifica dei migliori film italiani dell’anno. Da vedere, rivedere e recuperare.

  • Ammore e malavita dei Manetti Bros

Dopo il successo di Song’e Napule i due registi romani tornano nella città partenopea e realizzano un film che è ancora una volta una dichiarazione d’amore alla città, stavolta cantata. Un musical all’italiana, anzi alla napoletana, che va a ripescare i canoni della sceneggiata classica, con amori, intrighi e malavita, unendoli agli elementi tipici del musical moderno. Ma anche romanticismo, azione e arti marziali, in una raffinata operazione di fusione di generi che da sempre caratterizza i due fratelli, re indiscussi del cinema underground nostrano. I Manetti Bros mettono in scena una città diversa da quella vista ultimamente, soprattutto in tv, ma anzi una Napoli allegra e che prende in giro se stessa. Ottimo il cast, dall’attore feticcio Giampaolo Morelli, bellissimo in coppia con Serena Rossi, ad una Claudia Gerini perfetta nel ruolo della moglie del boss, più boss che moglie, che sfodera un napoletano degno di una madrelingua. Se amate il cinema dei Manetti non potete perdervi questo gioiellino. Se invece non li conoscete, Ammore e malavita è il film giusto per iniziare.

  • Sicilian Ghost Story di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia

Una bambina con un cappotto rosso sangue che attraversa un bosco, come nelle migliori favole dei fratelli Grimm. Ed una favola dark è anche questa pellicola di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, una storia di fantasmi e di mostri che tanto immaginari non sono. Perché in una terra come la Sicilia, la mafia i bambini non li mangia, ma li scioglie nell’acido, come è successo al tredicenne Giuseppe di Matteo, ucciso nel 1996 e a cui il film è dedicato. Definito nella sua accezione positiva un teen drama fantastico d’ambientazione mafiosa, Sicilian Ghost Story è un film dal realismo perturbante come quella natura che avvolge i protagonisti: Luna e Giuseppe, due ragazzini innamorati e felici, fino a che lui non scompare nel nulla. E nel clima omertoso del paese solo Luna non si rassegnerà alla sparizione del suo amore, e pur di ritrovarlo discenderà nella natura oscura che lo ha inghiottito. Tra i migliori film italiani dell’anno ecco un’altra pellicola molto difficile da classificare, perché incapace di limitarsi ad un unico genere, spaziando dal racconto di mafia in toni favolistici alla storia d’amore adolescenziale.

  • Brutti e cattivi di Cosimo Gomez

Con un titolo che omaggia Brutti, sporchi e cattivi di Ettore Scola, Cosimo Gomez per il suo debutto alla regia sceglie una dark comedy politicamente scorretta, a metà fra il grottesco e il noir, e prende alcuni degli attori italiani più bravi sulla piazza per spogliarli completamente dei loro soliti ruoli. Claudio Santamaria è infatti “il Papero”, un ex circense senza gambe a capo di una banda di freaks emarginati che si improvvisano rapinatori: sua moglie detta “la Ballerina”, interpretata da Sara Serraiocco, nata senza braccia; “il Merda”, un Marco D’Amore tossico e con i rasta, e un rapper nano detto “Plissè”, interpretato da Simoncino Martucci. Volgare, splatter e volutamente esagerato, Brutti e cattivi è una commedia trash coraggiosa e spregiudicata, che gioca coi generi ribaltandoli e mischiandoli tra loro, seguendo la linea di rinascita intrapresa dal nostro cinema dopo l’esempio di Lo chiamavano Jeeg Robot.

  • La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi

In un piccolo paese delle Alpi una sedicenne scompare. Un agente abilissimo a trasformare le inchieste in casi mediatici viene spedito a cercarla: ciò che si troverà davanti sarà una verità più spaventosa e contorta di ciò che si possa pensare. Da scrittore a regista: Donato Carrisi firma il proprio debutto alla regia adattando il suo stesso romanzo, un giallo classico ma, allo stesso tempo, dai risvolti inaspettati. Carrisi costruisce una storia che da un lato fa eco a tantissimi casi di cronaca del nostro paese, ma che dall’altro potrebbe essere ambientata in un qualsiasi tempo e spazio. Una fotografia sofisticatissima illumina le figure dei personaggi immersi nella nebbia, da un sempre magnetico Toni Servillo ad un bravissimo Lorenzo Richelmy, e con un Jean Reno in grande forma. La ragazza nella nebbia è un’indagine sul male piena di suspance e colpi di scena, che vi terrà incollati alla sedia.

  • Una questione privata di Paolo e Vittorio Taviani

Dalla ragazza nella nebbia ai ragazzi nella nebbia: anche Milton, Giorgio e Fulvia si muovono in una coltre fittissima, questa volta delle Langhe, nel nuovo film dei fratelli Taviani presentato alla Festa del Cinema di Roma (qui la nostra recensione e il nostro incontro col cast). Una questione privata è la storia di un triangolo amoroso, il racconto di un’ossessione d’amore talmente forte da spingere a dimenticarsi di tutto, persino della guerra. Ritroviamo anche qui Lorenzo Richelmy, affiancato da Valentina Bellè e Luca Marinelli, ai cui occhi è affidato il compito di trasmettere tutto il dramma universale della Resistenza e tutto il dolore che solo una folle gelosia può causare. Ennesimo grande film dei due registi toscani, da sempre maestri nel raccontare la guerra e le sue pulsioni.

  • Gatta Cenerentola di Alessandro Rak, Ivan Cappello e Marino Guarnieri e Dario Sansone

La favola è quella di Giambattista Basile, lo stesso de Lo cunto de li cunti da cui Matteo Garrone ha tratto il suo Il racconto dei racconti. Rak&Co prendono la favola classica e l’ambientano in una Napoli cupa e surreale, città unica proprio per quel suo essere sempre in bilico tra due anime, quella speranzosa e quella rassegnata. Gatta Cenerentola è una splendida fiaba cyberpunk che di fiabesco ha in realtà molto poco, anche se quel poco riesce ad unirlo sapientemente con l’immaginario attuale della Napoli del “Gomorresimo”. In gara per i prossimi Oscar come Miglior Film d’Animazione Straniero, Gatta Cenerentola è uno dei migliori film italiani dell’anno, un prodotto nostrano di cui andare fieri, con uno stile che non si avvicina né al disegno giapponese né a quello americano, unico e memorabile. Indimenticabile anche la colonna sonora di Antonio Fresa.

  • Cuori puri di Roberto De Paolis

Una storia alla Romeo e Giulietta, ma di scena a Tor Sapienza. Agnese ha 17 anni e proviene da una famiglia profondamente religiosa; Stefano ha 25 anni, un passato violento ed un lavoro precario. I due si innamorano e cercheranno con tutte le loro forze di andare contro chi vorrebbe dividerli. Sembra una trama banale, ma l’opera prima di Roberto De Paolis è invece più complessa e profonda, che con intelligenza si immerge nella periferia romana per raccontare il realismo di chi ci vive. L’asprezza del contesto si mescola con la “purezza” appunto dei protagonisti, due anime diverse ed ugualmente smarrite, che finiranno per incontrarsi e forse scontrarsi. Con uno stile quasi documentaristico e con la macchina da presa sempre addosso ai personaggi, Cuori puri è un’opera intensa e sincera, poetica e allo stesso tempo durissima. Senza dubbio, e lo pensano anche a Cannes, candidandolo ad uno dei migliori film italiani dell’anno.

  • Orecchie di Alessandro Aronadio

Un uomo senza nome si sveglia una mattina con un fastidioso fischio alle orecchie e con un post-it sul frigo della sua ragazza, che gli dice che è morto un suo caro amico di cui, però, lui non ricorda l’esistenza. Per il protagonista sarà questo l’inizio di un bizzarro giorno alla scoperta della follia del mondo. Girato interamente in bianco e nero e nel formato 4:3, Orecchie è un’inattesa sorpresa del nostro cinema, una commedia cinica tra il surreale e il tragicomico, che sfiora perfino quesiti filosofici. Il film di Aronadio è uno sguardo attonito sull’assurdità di un mondo dove tutti sono pronti a parlare e mai ad ascoltare, dove se non ci si assoggetta alle stranezze altrui si viene considerati ancora più strani e dove bisogna costantemente lottare tra la tentazione di adeguarsi e la voglia di restare se stessi. Grazie alla straordinaria espressività del protagonista Daniele Parisi (affiancato poi da grandi nomi come Milena Vukotic, Rocco Papaleo e Piera Degli Espositi), Orecchie è un film imperdibile e stranissimo, destinato a diventare un piccolo cult, degno di meritarsi un posto nella classifica dei migliori film italiani dell’anno.

  • The Place di Paolo Genovese

Lo scorso anno avevamo inserito Perfetti sconosciuti tra i migliori film del 2016. Anche quest’anno Paolo Genovese si guadagna un posto tra i migliori film italiani dell’anno grazie a The Place, il suo ultimo lavoro presentato in chiusura alla Festa del Cinema di Roma (qui la nostra recensione). Di nuovo un grande cast in una singola ambientazione per un film ambizioso e fuori dagli schemi: un misterioso uomo siede tutti i giorni ad un tavolino di un bar ed esaudisce tutti i desideri dei suoi clienti. Ma in cambio c’è un prezzo da pagare: quanto saranno disposti a spingersi oltre i protagonisti per realizzare i loro desideri? A questo interrogativo sono chiamati a rispondere Marco Giallini, Alessandro Borghi, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Silvio Muccino, Vinicio Marchioni, Giulia Lazzarini, Rocco Papaleo, Sabrina Ferilli e Silvia D’Amico, mentre un Valerio Mastandrea empatico ma allo stesso tempo impassibile rimane ad osservare le conseguenze di questa terribile scelta. The Place, oltre ad essere un film misterioso, che pone interrogativi difficili su noi stessi a cui è impossibile sottrarsi, è anche uno dei migliori film italiani dell’anno. Da vedere per riflettere.

  • Smetto quando voglio di Sydney Sibilia

Last but not least, il film che ha sia aperto che chiuso il 2017: doppio posto nella classifica dei migliori film italiani dell’anno per Smetto quando voglio, che ha visto l’uscita del secondo capitolo a febbraio 2017, mentre l’ultimo il 30 novembre. Masterclass e Ad Honorem sono gli ultimi due film della trilogia iniziata nel 2014 da Sydney Sibilia, girati back-to-back, ovvero contemporaneamente, proprio come nelle migliori tradizioni delle saghe hollywoodiane. Uno dei migliori prodotti cinematografici degli ultimi anni e gli ultimi due capitoli, per quanto molto diversi tra loro, non potrebbero essere più intrecciati e perfettamente incastrati l’uno con l’altro. Una storia quella di Pietro Zinni &Co che oltre a far riflettere sorridendo sulla condizione dei ricercatori in Italia, è un perfetto esempio di cinema che sa citare ma non copiare, che mischia sapientemente più generi cinematografici creando uno strano ibrido che è tutto fuorchè banale. Ogni saga ha una fine. Meglio allora gustarsela fino in fondo.

E dopo la classifica dei migliori film italiani dell’anno, siete pronti ad un 2018 nel segno del cinema?

Serafina Pallante