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17 Maggio 2016   •   Snap Italy

Mercato musicale: dopo la crisi l’Italia torna a crescere

«Dopo gli sconvolgimenti di una crisi iniziata intorno al 2000, pare che anche il mercato musicale stia tornando a crescere nel nostro Paese: a trainare la ripresa c’è il comparto digitale.»

Stando ai dati diffusi dall’IFPI (la Federazione internazionale che riunisce le principali industrie del settore), il comparto digitale ha contribuito ai ricavi a livello mondiale per il 45% del totale, contro il 39% del prodotto fisico (CD e vinile). Sembrano dunque passati gli anni in cui la discografia guardava ad Internet unicamente come una minaccia, con il solo obiettivo di contrastare la tanto temuta pirateria. È proprio nell’ambito del download legale e soprattutto dello streaming che si gioca infatti la partita più importante per l’innovazione del mercato musicale: gli introiti generati dal secondo sono quadruplicati su scala globale negli ultimi 5 anni, oramai pronti a superare il download anche grazie alla sempre più massiccia diffusione di smartphone e tablet, che, attraverso app dedicate, consentono un uso rapido di tali servizi. Inoltre, sempre relativamente a questo ambito, sono andati espandendosi gli abbonamenti mensili in forma premium, i quali garantiscono una maggior remunerazione per label e artisti (anche se ancora piuttosto bassa se confrontata con le royalties derivanti dalla vendita del disco).

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La tendenza appena descritta sembra consolidarsi anche in Italia: dopo una serie di segnali positivi già a partire dal 2013, nel corso del 2015 il mercato si è assestato su una crescita del 21% rispetto all’anno precedente, con ricavi totali che si aggirano attorno ai 148 milioni di euro nella vendita all’ingrosso. I dati sono stati raccolti da Deloitte, azienda leader nell’analisi di mercato che da anni monitora l’andamento del settore su mandato di FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana). Su questo dato un peso sempre maggiore è rivestito dallo streaming, in accordo col trend mondiale (41% del mercato contro il 38 del 2014), mentre mostra un segno negativo il download, calato del 5%.

Ma la vera novità del mercato musicale italiano è rappresentata dalla decisa ripresa del comparto fisico: il CD ha prodotto ricavi per 88 milioni di euro, con un aumento del 17% rispetto al 2014. Sul fenomeno pesa indubbiamente la pratica oramai affermata dei “firmacopie”: eventi in-store in cui ai fan è data la possibilità di incontrare il proprio idolo acquistando una copia da far autografare. Interessante notare inoltre come coloro che più si sono giovati del fenomeno sono stati gli artisti nostrani: nella top ten di fine anno, resa nota da FIMI, i “Big” italiani occupano infatti 9 posizioni su 10, con la posizione più alta del podio occupata da “Lorenzo 2015 C.C.” di Jovanotti e a seguire “TZN-The best of Tiziano Ferro” e “Out” dei The Kolors. Continua la sua crescita il vinile, che pur confermandosi un fenomeno di nicchia (4% delle vendite totali) continua ad esercitare un fascino irresistibile per gli amanti del vintage e delle sonorità analogiche: le sue vendite sono infatti aumentate del 56% nell’ultimo anno.

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Si tratta senza dubbio di una serie di notizie incoraggianti per gli operatori del settore, che adesso possono guardare al futuro con una maggiore fiducia e, forse, anche una rinnovata volontà di investire in nuovi talenti.