lollove
01 Giugno 2018   •   Carolina Attanasio

Lollove, il borgo che porta l’amore nel nome

«L’ultimo arrivato tra i borghi che stavate cercando, Lollove è un piccolo gioiello dalla storia affascinante a poca distanza da Nuoro e ha una buona notizia per voi: può ospitare il vostro matrimonio»

Sì, anche a me nel pronunciare Lollove scatta in automatico in testa l’intro di All you need is love dei Beatles, è normale, tranquilli. Quello che forse non sapete è che esiste davvero un paese in Italia con questo nome, è in Sardegna, e recentemente è tornato alla ribalta delle cronache rosa per una curiosa iniziativa, renderlo il borgo dell’ammòre, per dirla così. Facciamo un passo indietro: il nostro Lollove è un paesino semi-abbandonato a 15 km da Nuoro, nel cuore sardo di uno dei posti più belli e incontaminati che Italia ricordi.

Lollove conta, a oggi, 26 anime, praticamente deserto. Ha quel fascino un po’ vecchio western del paese abbandonato, con piccole porte di legno – un tempo di qualche bel colore tra il verde e il blu del Mediterraneo – cadenti e male incastonate tra le pareti di pietra delle casette, anch’esse diroccate. Anche le margherite che crescono per strada sembrano romantiche, adagiate nella decadenza bohémien di Lollove. La verità è che, sull’onda del turismo sostenibile e della riscoperta dei borghi, sposarsi in posti come Lollove non suona più come una condanna ma, anzi, attira l’attenzione e la curiosità di chi questi posti vuole (ri)scoprirli.

Da qui a lanciarsi in giochi di parole su Lollove il passo è breve. Ci ha pensato l’Assessore alle Politiche sociali di Nuoro, Valeria Romagna, scomponendo il nome Lollove in Lol-Love, (Lol è lo star-conosciuto acronimo di laughing out loud, ridersela di gusto). Divertirsi e celebrare l’amore, quale posto migliore di Lollove?

 

Detto fatto, parte una piccola campagna che fa di questo borgo abbandonato un vero e proprio brand, capofila di un’iniziativa per rilanciare il turismo della zona. Venite a sposarvi a Lollove, un nome una garanzia. Portare l’offerta turistica oltre la stagione balneare è una bella sfida, far piovere matrimoni potrebbe essere una soluzione, oltre che un grande contributo a far conoscere origini e storia di questo posto. Tra l’altro, a Lollove è legata una leggenda misteriosa e affascinante (ne conoscete una che non lo sia?): pare che alcune monache penitenti del vecchio monastero avessero avuto rapporti carnali con i pastori del posto e, una volta scoperte, siano state accusate di infamia. Le suddette, evidentemente poco felici del titolo di buonadonna, abbandonarono il villaggio scagliando una maledizione,«Lollove sarai come l’acqua del mare, non crescerai né mostrerai di crescere mai».

E, insomma, a vederlo pare proprio che abbia funzionato, da qui l’idea di rianimarlo a suon di matrimoni felici. Francesca Floris, fotografa sarda 37enne, come molti prima di lei ha collezionato una serie di esperienze all’estero per poi tornare in terra natia e mettere a disposizione il suo know-how in favore del progetto: insieme al Comune, ha organizzato un “matrimonio di prova”, fotografandolo e riprendendolo per mostrare le grazie di Lollove. Sempre più allegri sposini, a quanto pare, sono in cerca di location dal fascino rurale per poter celebrare degnamente il giorno più bello della loro vita, particolarmente dall’estero: niente più grandi città d’arte, ormai paesaggi dal fascino scontato, ma piccoli borghi e campagne sperdute, dove poter festeggiare in santa pace nell’atmosfera contadina che pochi di loro conoscono.

Non solo foto, in verità, ma l’offerta di un pacchetto completo per gli sposi che volessero scegliere il borgo come destinazione della loro cerimonia. Lollove, come tanti borghi d’Italia, nella sua decadenza rappresenta ancora un forte spaccato di vita rurale e tipicamente italiana, denso di abitudini e tradizioni che, a dispetto delle rovine, sono dure a morire.

Il dibattito su dove andranno a finire Lollove e i borghi come lui è acceso da un bel po’ di tempo, forte di una tendenza alla riscoperta delle proprie radici che – sempre di più – ci lega a doppia mandata alle terre da cui proveniamo, stanchi delle città e con un occhio sempre più attento a quello che ci fa stare bene, invece che a stressarci a trovare la nostra dimensione in grandi luoghi dalla personalità labile. A Lollove non ci sono scuole, negozi, se avete bisogno di un medico, scordatevene, l’energia elettrica è relativamente recente rispetto al resto del mondo conosciuto. C’è un solo evento annuale, Vivilollove, dove si mettono in mostra le antiche pratiche artigianali della zona e i piatti tipici. Per il resto dell’anno, quiete cosmica intervallata dal belare ovino e dal nitrito di qualche cavallo. È il posto perfetto, che vi sposiate o no, per staccare la spina, scordarvi per qualche ora la vostra vita social(e) e dedicarvi a quello che conta davvero, le persone che vi stanno a cuore.

Carolina Attanasio