dolci di natale
23 Dicembre 2019   •   Carlotta Giuliano

I dolci di Natale regionali che fanno concorrenza al panettone

«Nelle cucine italiane, dove le regole le detta la tradizione, i dolci di Natale hanno migliaia di volti, almeno tante quante sono le nonne del nostro Belpaese. Per provare a dare soddisfazione a qualcuna di loro, proponiamo una carrellata dei più golosi dolci tipici regionali, da scoprire o riscoprire.»

La visione “panettone-centrica” dei dolci di Natale lasciamola agli spot televisivi. Il lato zuccheroso delle Feste, in Italia, conta tantissime altre ricette, oltre a quella dei classici panettone e pandoro. Non solo ogni regione ha il suo dolce tipico ma, come sempre accade, va finire che ogni paese giura di essere la vera patria e ogni casa di avere una mamma o una nonna con la ricetta migliore. Non è sempre detto, però, che al nord sappiano cosa si cucini al sud o viceversa, motivo per cui vale la pena di dare un’occhiata a ciò che gli altri porteranno a tavola in questi giorni e, perchè no, trarre ispirazione per servire i propri ospiti con qualche “esotica” novità.

I dolci di Natale del Settentrione

Quando si parla di dicembre al Nord Italia è pur vero che non si possono non nominare. Il Pandoro veronese e il Panettone milanese non saranno gli unici, ma di certo sono due tra i dolci di Natale per eccellenza. Per partire dalla cima dello stivale, però, procediamo col menzionare l’alto-atesino Zelten. In Trentino, infatti, già appena inizia l’inverno, è facile trovare nelle panetterie e sulle tavole di casa questo dolce che combina un impasto di farina, uova e zucchero alla frutta secca. Nonostante la varietà degli ingredienti si differenzi da zona a zona, noci, fichi secchi, mandorle, pinoli e uva sultanina sono considerati immancabili.

Spostandoci un po’ a destra sulla cartina, verso il Friuli-Venezia Giulia, troviamo la Gubana, una pasta dolce lievitata con l’interno a forma di chiocciola. La spirale segreta nasconde un ripieno ricco di frutta secca, dal gusto leggermente alcolico. Un dolce delle grandi occasioni, come appunto il Natale, che fino a qualche tempo fa veniva prodotto esclusivamente in casa. Oggi è possibile trovarlo anche in altri periodi dell’anno, anche se il periodo delle feste rimane la parentesi migliore in cui confinare la “botta calorica” che riservano le sue fette.

By Eric Fung from Toronto, Canada [CC BY-SA 2.0], via Wikimedia Commons

In Piemonte non c’è pasticcere professionista o cuoco dilettante che non si cimenti almeno una volta nel Tronchetto di Natale. Rivisitazione del cugino francesce Buche de Noel, è la versione golosa del Ceppo di Natale che solitamente viene bruciato in segno di buon augurio. Nella versione edibile, il dolce combina sapori deliziosi e tipici piemontesi come quello del cacao, del brandy e dei marroni.

Brazedel, o Brazadela, invece, è il nome con cui in Emilia-Romagna la ciambella senza buco simbolo delle festività. Dal sapore semplice, che rispecchia una lista di ingredienti essenziale, si presenta come un filoncino decorato da croccante granella di zucchero. Nell’impasto solo farina, zucchero, burro, uova e lievito, poi impreziositi dal vino tipico regionale in cui verranno intinti, rosso o bianco a seconda delle preferenze.

Dolcezze in Centro e in Sardegna

Scendendo verso il centro appare chiaro che la frutta secca è da considerarsi il filo conduttore di questo excursus gastronomico sui dolci di Natale, visto che anche da queste parti risulta essere l’ingrediente-chiave. Panforte in Toscana, Panpepato in Umbria e Pangiallo nel Lazio sono soltanto tre modi diversi per chiamare lo stesso impasto speziato misto a una grande quantità frutta secca e candita. O quasi. A ben guardare, ognuno presenta la sua particolarità. Nel Panforte toscano, ad esempio, l’ingrediente di spicco è il candito di melone. In Umbria, il Panpepato non può essere considerato tale se non contiene anche un po’ di cioccolato e un pizzico abbondante di pepe nero. Il Pangiallo, invece, è importante che venga ricoperto da una glassa fatta con farina, olio e zafferano, che gli conferisce il colore tipico da cui prende il nome.

By Ellen Forsyth [CC BY-SA 2.0], via Wikimedia Commons

A Bologna non è Natale senza il Panone, un tipico prodotto da forno a base di cacao, canditi, cioccolata, uva sultanina. Unica variante riconosciuta è quella che prevede l’aggiunta della polpa di zucca all’impasto.

Attraversando il mare alla volta della Sardegna, a Natale si può provare il piacere di assaggiare le Tiliccas de mendula e meli, ossia delle girelle ripiene di mandorle e miele. Preparate in particolare per Natale e Capodanno, questi dolci sono caratterizzati dal sapore deciso conferito dal miele che ben si sposa con la fragranza grarantita dalla presenza dello strutto.

I dolci di Natale di casa al Sud

Conosciuti e apprezzati non solo in Campania ma in tutto il mondo, sono gli Struffoli. Pilastri dell’arte dolciaria napoletana, questi dolci rappresentano una delle ricette più caratteristiche del Natale. Gli struffoli sono delle golose palline di pasta dolce, prima fritte e poi immersa nel miele caldo. Solitamente disposti su un piatto da portata e decorati con frutta candita e confettini colorati. Sulle tavole di Natale della Puglia non possono mancare le Pettole, tenere e gustose palline di pasta lievitata fritta in abbondante olio, servite rigorosamente calde e ricoperte da un generoso strato di zucchero a velo.

Infine, i dolci tipici del Natale siciliano sono il Buccellato e la Cubaita. Il primo è un impasto di pasta frolla farcita con un ripieno di fichi secchi, uva passa, mandorle, scorze d’arancia, gocce di cioccolato o altri ingredienti che variano a seconda delle ricette. Anche la chiusura e la conformazione variano in base alla zona di preparazione, o, semplicemente, al gusto di chi lo prepara, anche se la forma tipica rimane a ciambella. Il buccellato casereccio viene solitamente ricoperto di glassa; quello di pasticceria è invece ricoperto di zucchero a velo o di frutta candita.

dolci di natale

By Dedda71 [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

Nella Cubaita, invece, l’ingrediente principale è il sesamo. L’idea è quella di un croccante da sgranocchiare mentre si gioca a tombola con gli amici. Si può trovare un po’ in tutta la Sicilia, e anche in Calabria a dire il vero. Le donne di casa la preparano o con sole mandorle, oppure con i semi di sesamo e, in provincia di Ragusa, con il famoso miele dei Monti Iblei.

Carlotta Giuliano