Ginevra Rocchesso
30 Gennaio 2019   •   Claudia Cavalier

Ginevra Rocchesso nel social delle meraviglie

«Nella home del suo profilo, Ginevra Rocchesso porta i suoi seguaci da un libro all’altro. Nell’era dei social network, bisogna saper parlare nel modo giusto per fare della cultura»

Instagram è un social network. Tutti lo sanno. Forse non tutti sanno che è stato lanciato nel 2010 ed utilizza prevalentemente immagini per comunicare. Esso è uno strumento di comunicazione che stimola i suoi utenti grazie alla sua semplicità e immediatezza. In molti lo usano come diario fotografico della propria vita. Altri però ne hanno capito le potenzialità e lo utilizzano per altre iniziative. Tra queste persone c’è Ginevra Rocchesso, giovane italiana amante della letteratura. Sono molti i profili utilizzati per raccontare. C’è chi racconta di viaggi, chi spiega ricette, chi propone l’outfit perfetto per la serata. Ginevra Rocchesso parla di libri.

Intervista a Ginevra Rocchesso

Com’è nata l’idea di creare ginmagination?
Erano anni che desideravo fare qualcosa di concreto legato alla mia passione per la lettura e per il mondo dell’editoria. Attualmente lavoro come social media manager ma sogno di entrare a far parte della redazione di una casa editrice e diventare editor un giorno.

Perchè hai deciso di utilizzare proprio lo strumento di Instagram?
Ho scelto Instagram perché penso che sia uno strumento utilissimo, non solo in termini di visibilità – spero, appunto, che mi possa aiutare a muovere i primi passi nell’industria editoriale – ma anche perché esiste una vera e propria community dedicata ai libri, nota come bookstagram. Grazie al mio profilo ho conosciuto persone fantastiche e lettori preparatissimi. La lettura non è più un’attività “solitaria”, ma diventa terreno di confronto. Gli utenti non sono follower ma amici con i quali è possibile discutere dei libri letti e scambiarsi consigli.

Immagini e testo, due strumenti molto diversi. Come li utilizzi?
Per quanto riguarda l’aspetto visivo del mio feed, ho scelto di mantenere sempre un’estetica minimal, con sfondi bianchi e pochi oggetti, il protagonista deve essere il libro. Realizzo tutti gli scatti della settimana durante il weekend con luce naturale e li modifico con Lightroom. In questo modo posso già preparare una sorta di piano editoriale e riesco a immaginare come apparirà il mio profilo. Cerco di costruirlo in modo che tutte le foto siano coerenti e stiano bene l’una accanto all’altra. Le didascalie sono di solito delle brevi recensioni, se l’immagine ritrae un libro che ho già letto, oppure le utilizzo come una sorta di diario, in cui racconto ciò che mi succede durante la giornata o qualcosa che mi riguarda e che abbia a che fare con la mia passione per la lettura. Tento sempre di instaurare un dialogo con gli altri utenti, ponendo loro delle domande o invitandoli a confrontarsi con me sul libro che ho recensito. Sicuramente l’aspetto visual è fondamentale, ma penso che sia importantissimo anche quello testuale. Il bello di bookstagram è che si ha a che fare con persone che sono abituate a leggere e, quindi, le caption non passano in secondo piano come accade di solito con profili dedicati ad altri temi.

Come decidi i testi da proporre ai tuoi follower? Hai un occhio di riguarda per le opere e gli autori italiani?
Di solito consulto La Lettura, l’inserto settimanale del Corriere della Sera – spiega Ginevra Rocchesso – oppure sono gli stessi utenti a darmi consigli. Ci sono poi alcuni autori italiani di cui mi fido particolarmente, quindi cerco di essere sempre informata sulle opere da loro proposte. Tra quelli che amo di più, non posso non nominare Zerocalcare e Leo Ortolani, che mi hanno fatto appassionare al mondo delle graphic novel e dei fumetti, ma anche Stefano Benni, per la sua immaginazione strabiliante, e Michela Murgia, che stimo moltissimo per il punto di vista femminista che pervade i suoi libri. Tra i classici, invece, amo leggere Calvino, Eco e Collodi. Infine, seguo con passione il lavoro di alcune case editrici italiane, perché so di “andare sul sicuro” con loro: la Bao Publishing, per graphic novel e fumetti, e ABEditore, una casa editrice di Milano, che vende prodotti unici di estrema qualità, curati nei minimi dettagli, con grafiche e copertine meravigliose e un’attenzione rara alla correttezza e all’editing dei testi.

Come ti piacerebbe evolvesse ginmagination?
Spero che possa diventare un punto di riferimento per gli appassionati di lettura e un luogo virtuale in cui ogni lettore si senta libero di esprimere la propria opinione, un terreno di confronto in altre parole. Mi piacerebbe anche iniziare delle collaborazioni con le cose editrici, in modo da proporre agli utenti contenuti sempre nuovi e, allo stesso tempo, dare voce e visibilità alle piccole e medie realtà editoriali che vogliono iniziare a muovere i primi passi in ambito digitale.

Claudia Cavalier