Galleria Iginio Massari: una colazione con ottimi dolci, ma…
«Alla scoperta della Galleria Iginio Massari, la nuova pasticceria torinese della temutissima star dei dolci: pregi e difetti dell’eccellenza»
Iginio Massari: un nome, un’icona del mondo della pasticceria. Quando ho saputo che il Re indiscusso della pasticceria italiana avrebbe aperto una nuova sede qui a Torino, sono andata in brodo di giuggiole e – inutile dirlo – ho giurato a me stessa di farci un salto quanto prima. Se fino a quel momento le creazioni di Iginio erano state opere d’arte da ammirare attraverso uno schermo (magari davanti alle espressioni terrorizzate dei concorrenti di Masterchef), adesso avrei potuto “toccare con mano” quelle delizie. Così, a pochi giorni dall’inaugurazione di Galleria Iginio Massari, la nuova Mecca della pasticceria a Torino, ho puntato la sveglia del sabato mattina a un’ora dignitosa e mi sono fiondata in Piazza C.L.N. (incredibile come io riesca a tener fede ai buoni propositi in certe occasioni).
Vorrei scrivere di aver vissuto un’esperienza indimenticabile, ma sono convinta che non ci sia miglior recensione di quella onesta e obiettiva (e, dopotutto, la totale assenza di difetti mi sembra pressoché introvabile, che si tratti di un ristorante o di un film di Sorrentino). Dunque, a malincuore, sarò costretta a non tacere dei difetti, sfoderando la mia anima di critica petulante e (pseudo) severa. In compenso, per non rendermi troppo odiosa, lascerò l’elenco dei pregi alla fine, in onore della cara vecchia regola del dulcis in fundo.
Difetti…
Quando si parla di eccellenza (come in questo caso), tendo a dar per scontato che tale caratteristica si rifletta in tutti gli aspetti, o quasi: la qualità di un’esperienza culinaria è data dalla somma di ogni singolo dettaglio e sono convinta che l’eccellenza sia tale solo se a 360°. Sono disposta a divincolarmi in mezzo a una caos folle, ad attendere 30’ minuti per ordinare un caffè, a fare a gara per accaparrarmi le ultime brioche rimaste, ma non se sono alla Galleria Iginio Massari. Sono disposta a rinunciare all’80% dei dolci perché nessuno sa dirmi se all’interno ci siano delle noci (alimento a cui sono allergica) o a far colazione in cinque minuti pur di non sopportare più gli inevitabili spintoni di chi mi sta dietro, ma non se sono alla Galleria Iginio Massari. Detto questo, è molto probabile che la situazione sia così instabile perché hanno aperto da poco e – come chiunque – devono ancora “ingranare”. Sono abbastanza convinta che, se tornassi tra qualche settimana, li troverei molto più organizzati e che una colazione da loro risulterebbe decisamente più gradevole. E infatti ci tornerò, ma per il momento le cose stanno così, almeno dal mio personalissimo punto di vista.
…e pregi
Molto bene. Adesso, dopo essermi resa odiosa quanto basta, passiamo ai pregi: i dolci sono semplicemente strepitosi. Le mie aspettative in questo senso erano – come potrete immaginare – piuttosto alte e devo dire che sono state superate. Le monoporzioni che abbiamo ordinato erano deliziose, un vero piacere per gli occhi e, soprattutto, per il palato. Il mio unico rimpianto è di non aver avuto abbastanza fame da ordinarne ancora un paio (altro ottimo motivo per tornare al più presto). Ho assaporato il mio fantastico Maritozzo morso dopo morso, temendo il momento in cui sarebbe finito. Una pasta soffice e dal gusto delicato, una panna deliziosa, dalla consistenza unica. La persona che mi ha accompagnata ha ordinato una monoporzione al pistacchio (di cui purtroppo non ricordo il nome): buonissima e bellissima anche quella. Adesso non ci resta che assaggiare tutte le altre, ma sono certa che non deluderanno le aspettative. Il caffè è corposo e profumato, davvero ottimo. Last but not least, quasi tutto il personale che ci ha serviti è stato gentile e disponibile, nonostante la folla, il caos e l’incredibile stress cui è costantemente sottoposto: un aspetto non scontato, che non manco mai di apprezzare.
Insomma, volendo dare un voto: 10 punti ai dolci e qualcuno in meno al resto.
Cecilia Presutti