bologna in un giorno
16 Maggio 2019   •   Sara Giannessi

Bologna in un giorno: l’itinerario perfetto alla scoperta della Felsina

«La grassa, la dotta, la rossa. Ovviamente parliamo della città emiliana per eccellenza, visitabile anche in sole 24 ore. Non ci credete? Ecco l’itinerario perfetto per visitare Bologna in un giorno.»

È una città ricchissima di storia e di piccoli luoghi curiosi. Si possono scoprire passeggiando tra i suoi portici, ma con il giusto itinerario è possibile visitare Bologna in un giorno. L’itinerario principale che consiglierei a chi vuol visitare i luoghi più tipici della città si snoda nel centro storico e ha un percorso a piedi di circa 2 chilometri. Poi per chi ha tempo e voglia, Bologna offre modo di allargare l’itinerario verso luoghi meno conosciuti ma ugualmente – se non più – interessanti.

Bologna in un giorno: La casa di Lucio Dalla

Da dove partire se non da uno dei simboli a cui la città stessa è più affezionata? C’è un muro, a Via Massimo D’Azelio 15, con una sagoma inconfondibile: Lucio Dalla con la sua tromba è stato la voce di questa città, e l’ha cantata con amore. E chissà se quando De Gregori cantava “e a Bologna, Bologna coi suoi orchestrali” non si riferisse un po’ anche all’amico e compagno di tante incisioni.

Casa di Lucio Dalla, viaMassimo D’Azeglio 15

Piazza Grande e la Basilica di San Petronio

E sempre Dalla ha fatto conoscere a tutta Italia quella Piazza Grande che nella realtà topografica si chiama Piazza Maggiore, ma noi continueremo a chiamarla Piazza Grande, come i bolognesi. Sempre su Piazza Grande si affaccia la Basilica di San Petronio, che la domina con il suo delicato marmo bicromo e la ruvidità della fascia superiore rimasta incompiuta. Nella Basilica sono conservati affreschi risalenti al 1400, ma il vero fulcro di interesse è la meridiana di Cassini, l’astronomo seicentesco che ha progettato quella che è tutt’oggi la meridiana più lunga del mondo. Effettivamente tutta la Basilica è attraversata in diagonale dalla linea che segna i mesi dell’anno, i segni zodiacali e solstizi e equinozi. Il Sole entra nella Basilica da un foro nel muro della facciata principale, riunendo in un solo luogo fede e scienza.

Le vie delle botteghe

Su Piazza Grande si affaccia anche Via delle Pescherie Vecchie. È una delle vie più antiche di Bologna, e deve il suo nome al trasferimento dei negozi di pesce in un’altra zona della città. Adesso è uno degli scorci più suggestivi di Bologna: suggerisce appunto l’idea di una città vivibile, a misura d’uomo.

Se si prosegue poi, si apre Via Cavalcature, che ospita il Mercato di Mezzo: qui si susseguono i negozi degli eredi delle antiche botteghe artigiane e soprattutto alimentari, specializzate ognuna in una delle pietanze caratteristiche di Bologna. Sicuramente non passa inosservato il locale pieno fino al soffitto di forme di parmigiano. Ancora dedicato alle specialità culinarie di Bologna, si apre su Via degli Orefici l’edificio di Eataly che permette di scegliere tra parmigiano, prosciutto, ragù alla bolognese, tortellini, piadine romagnole e tigelle.

Le due torri

Lo skyline di Bologna è riconoscibile quasi quanto quello delle maggiori capitali europee. Le sue due torri – e sì, sono effettivamente inclinate, non è un’impressione – risalgono ai primi secoli dell’anno Mille. Quella su cui è possibile salire, per tutti i suoi 97 metri, è la Torre degli Asinelli e deve il nome alla famiglia bolognese che ne commissionò la costruzione. Inutile dire che tutti i gradini sono ampiamente ripagati dalla vista dei tetti rossi di Bologna che si stendono ininterrotti fino al verde dei “colli bolognesi” di Cremonini.

La Finestrella

Proseguendo poi tra i portici color pastello, candidati come patrimonio dell’UNESCO, ci si può dirigere verso la Finestrella di Via Piella che affaccia sul canale simil-veneziano della città. È fondamentalmente la foto più ricercata dai visitatori di Bologna.

«Qua termina l’itinerario più classico tra le vie di Bologna. Per i più infaticabili, due opzioni agli antipodi.»

Ponte Stalingrado e Ex Zincaturificio

Per gli appassionati di murales, Bologna offre interessanti scorci che vale la pena cercare anche visitando Bologna in un giorno. Partendo ad esempio dai lati del Ponte Stalingradodecorati dalle opere più diverse, tutte con un messaggio importante e di bellezza da veicolare.

Procedendo sempre più lontani dalla città si arriva poi all’ex Zincaturificio. Un capannone abbandonato a cui vari street artist hanno dato un nuovo senso. La reunion non è stata del tutto spontanea: lo spazio è parte di un progetto di Recupero Urbano Spazi Comuni (R.U.S.Co.) che ha chiamato a raccolta numerose firme della street art, tra cui anche Pupo bibbito, i cui graffiti sono sparsi un po’ per tutta Italia e si riconoscono per i personaggi a tre occhi. Il messaggio di recupero e riqualifica artistica di uno spazio dimenticato dalla società è evidente, ma diventa ancora più carico scoprendo che rusco in dialetto bolognese è il termine per “spazzatura, immondizia”: gli scarti buttati via dalla società diventano arte.

R.U.S.Co., ex Zincaturificio

Basilica di San Francesco e Giardini Margherita

Agli antipodi sia sul piano del significato che sulla cartina, si trova la Basilica di San Francesco. È un edificio tra il gotico e il romanico che ospita il convento dei frati minori conventuali. Anche se agli estremi del centro storico, la chiesa è degna di nota per le splendide vetrate dell’abside, tutte una diversa dall’altra e tutte di straordinaria bellezza.

Uscendo dal centro, se si cerca uno spazio verde in cui rilassarsi e passeggiare, ci si può recare ai Giardini Margherita, inaugurati in onore della Regina Margherita, moglie di Umberto I. I Giardini, che comprendono anche un laghetto artificiale che contribuisce a renderli un perfetto parco ottocentesco, ospitano spesso eventi legati al giardinaggio e all’artigianato, per permettere di vivere in maniera ancora più umana una città che ha fatto dell’impegno sociale uno dei suoi tratti distintivi.

Giardini Margherita. laghetto

Bologna la dotta la grassa la rossa. Dopotutto, i luoghi comuni hanno sempre un fondo di verità.

Sara Giannessi