18 Maggio 2015   •   Snap Italy

Abici: la bicicletta italiana che mescola tradizione e modernità

«Abici nasce per gli amanti delle due ruote in cerca di praticità, eleganza e dettagli hi-tech»

Cristiano Gozzi, Stefano Seletti e Giuseppe Marcheselli (a cui è successivamente subentrato Dario Gozzi) sono l’esempio di come una serata in osteria tra amici possa trasformarsi in un’idea vincente. Nasce così Abici, consultando vecchi cataloghi degli anni ’50, il progetto di questi ambiziosi ragazzi, che nel giro di pochi anni hanno avuto così successo da esportare le loro bici in tutto il mondo. Successo dovuto all’alta qualità dei materiali con cui realizzano le loro bici, l’attenzione per i dettagli e il perfetto equilibrio tra retrò e hi-tech che rendono i loro prodotti unici e inconfondibili. Tutte le componenti sono interamente realizzate in Italia e testate pezzo per pezzo. Il progetto vanta anche di numerose collaborazioni con marchi importanti come Fendi, Veuve Clicquot e Acqua di Parma. Abici non produce solo biciclette, nel catalogo si possono trovare anche abbigliamento e accessori, come cestini, borse, catene e manopole, tutto rigorosamente Made in Italy e frutto di una manifattura rigorosamente artigianale.

I cofondatori Cristiano, Stefano e Dario ci hanno parlato di Abici.

Come e quando nasce l’idea di Abici?
L’idea Abici nasce ormai nel lontano 2005 da una serata  tra amici passata in osteria tra tortelli e bottiglie di Lambrusco. Insieme a Giuseppe Marcheselli decidemmo di dar vita a questo ambizioso progetto consultando vecchi cataloghi di artigiani degli anni ’50 miscelando dettagli retrò e hi-tech. Presto Dario Gozzi, fratello di Cristiano e cognato e amico d’infanzia di Stefano subentra a Marcheselli, Abici diventa così a tutti gli effetti un’azienda di famiglia, un legame forte e solido, creativo e sanguigno.

Quali caratteristiche hanno le vostre biciclette?
Sicuramente caratteristiche che contraddistinguono le nostre biciclette sono la qualità, l’artigianalità e un design unico. Una bicicletta Abici deve e vuole essere un prodotto che viene tramandato nel tempo, un po’ come erano le biciclette dei nostri nonni. Anche il fatto che tutte le nostre biciclette siano fatte a mano è un fattore al quale teniamo molto: ogni bicicletta viene montata dall’inizio alla fine dalla stessa persona, in questo modo può dedicare tutto il tempo necessario alla cura dei dettagli che definirei maniacale. Ogni bicicletta Abici viene prodotta con un proprio cartellino recante il codice del telaio e con la firma di chi ha montato la bicicletta. Inoltre da quest’anno abbiamo introdotto anche una garanzia di 10 anni sul telaio, un fattore non da poco nel modo del ciclismo.

Perché bicicletta nuda?
Non siamo mai stati amanti degli oggetti troppo stravaganti od eccentrici. Cerchiamo di tenere le nostre biciclette il più essenziali possibili evitando passaggi di cavi inutili in modo che la bicicletta sia “leggera” anche all’occhio e non solo sulla bilancia. Anche il nostro marchio è molto discreto, il logo Abici sulle biciclette è presente solo sul carter o nei modelli dove non è presente sul telaio appena sotto la sella.

Qual è il vostro target di riferimento?
Sicuramente tutte le persone che apprezzano le cose belle e di qualità. Abici in questi 10 anni di attività è diventato sinonimo di qualità ed eccellenza nel settore delle biciclette urbane. Nel corso della storia aziendale abbiamo diversi riconoscimenti : uno degli ultimi è stato l’inserimento dei nostri prodotti nel libro “La Nobiltà del Fare” una storia di tutte le eccellenze italiane prodotto da Acqua di Parma.

Come avete finanziato il vostro progetto?
All’inizio come molti progetti siamo partiti grazie ad un finanziamento bancario.

Dove producete e in quali paesi esportate il prodotto?
Tutte le nostre biciclette, inclusi i telai, sono prodotte artigianalmente in Italia. Purtroppo come molte volte accade il Made in Italy è apprezzato più all’estero che in Italia e proprio per questo ci ritroviamo ad esportare la maggior parte del nostro fatturato. Esportiamo praticamente in tutto il mondo e abbiamo due Abici flagship stores a Rio de Janeiro e Shanghai.

Quanto ha influito nella realizzazione del progetto il fatto di essere amici da sempre?
Sicuramente ha influito molto, Abici non è l’attività primaria dei soci ABICI, tutti e tre hanno altri lavori ai quali devono occupare la maggior parte del tempo della loro giornata. Abici è nata un po’ come avventura e un po’ dalla volontà di fare qualcosa insieme ma in breve tempo è cresciuta esponenzialmente diventando un marchio famoso in tutto il mondo.

Che progetti avete per il futuro?
Al momento non c’è volontà di inserire nuovi modelli, abbiamo una gamma vasta e ricca e per il prossimo anno abbiamo deciso di focalizzarci su questi. Abbiamo appena inserito una nuovo modello, Abici Bacio, una bicicletta Abici ad un prezzo mai visto prima! Con poche centinaia di euro ora è possibile acquistare una bicicletta Abici e un pezzo di artigianato italiano, possibilità riservata solo a persone con potere di acquisto più elevato.

Federica Mei