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13 Settembre 2022   •   Claudia Cavalier

TrikeGo e il ritorno alla mobilità gentile

«In un mondo sempre più frenetico c’è ancora chi ragiona in maniera sostenibile come Francesco Casoli, l’uomo a capo di TrikeGo, eccellenza italiana della mobilità alternativa.»

In un mondo dai ritmi sempre più frenetici, rallentiamo un secondo per tornare a parlare di eccelenza italiana e mobilità sostenibile con TrikeGo. Questa piccola impresa nasce nel 2013 grazie all’intuizione di Francesco Casoli. Durante una sua personale esperienza come ciclo-fattorino per un’azienda che già nel 2010 aveva puntato sulla distribuzione della spesa a domicilio tramite Cargo Bike, Francesco aveva notato che erano in tantissimi a fermarlo per chiedere informazioni sul veicolo con cui si spostava. Ma facciamo un passo indietro.

«Non siamo nati per andare veloci»

Che cos’è una Cargo Bike?

Per chi ancora non le conoscesse le Cargo Bike, bici da trasporto o bici Cargo sono biciclette o tricicli pensati per lo spostamento di merci grazie ad un pianale di carico installato nel telaio. Già molto diffuse nei paesi del nord Europa, TrikeGo sembra volerci proprio dimostrare che le Cargo Bike suscitano piuttosto fascino anche nel Belpaese.

Le prime… pedalate

Consapevole quindi che ci fosse una domanda piuttosto sostanziona ma mancasse una concreta risposta, Francesco intuisce le possilità di esplorare questo tipo di mercato. Nel 2013, quando l’azienda comincia a muovere i primi passi, l’offerta era sostanzialmente divisa a metà. I consumatori potevano comprare a un prezzo parecchio elevato prodotti di livello tecnico molto alto provenienti dal nord Europa, oppure Cargo Bike estremamente economici provenienti dalla Cina. Quello che serviva era un prodotto di qualità che potesse offrire caratteristiche tecniche adatte al territorio ad un prezzo moderato. Sulla base di questi dati ha cominciato a prendere forma l’idea di un prodotto interamente pensato e progettato in Italia. A partire dalla costruzione del telaio e del cassone, fino alle ultime rifiniture, passando per i pneumatici e l’olio motore utilizzato nella pedalata assistita. Ogni parte di questa Cargo Bike è frutto dell’artigianato italiano.

Una filosofia condivisa proprio da tutti

«L’identità viene prima del prodotto”

Per Francesco il primo passo era quello di trovare dei collaboratori che condividessero la sua stessa identità di vedute, oltre a credere alla validità del progetto e alle effettive possibilità di guadagno su questo mercato. Alla base di tutto, deve esserci quindi la voglia di creare un prodotto di qualità che duri nel tempo e di cui ci si vuole prendere cura. «Per me è sempre stato molto importante dare valore alla rete di connessione e collaborazione che c’è dietro al prodotto che offriamo. Non concepivo l’idea di lavorare con persone che non condividessero la mia filosofia. Per questo fin dall’inizio mi sono sempre impegnato a spiegare ai fornitori cosa mi servisse, condividendo i miei valori in modo limpido. Per collaborare in modo sano c’è bisogno di instaurare un rapporto di fiducia che è la vera chiave di volta per creare un progetto di qualità insieme».

E questa filosofia viene condivisa ampliamente anche da chi, la Cargo bike la compra. «Avevamo avviato un’iniziativa prima che il Covid bloccasse tutto. Le famiglie che acquistavano una bicicletta da noi, potevano venire con i bambini il sabato mattina nella nostra officina per aiutarci a costruire la loro Cargo Bike. Le cose acquistano più valore nel momento in cui sei tu in prima persona a costruirle e prendertene cura. Per noi è sempre stato importante che anche i nostri clienti condividessero i nostri stessi principi. Insegnare ai bambini ad avere cura delle proprie cose, è dare un valore in più a quelle stesse. Un valore che non può essere comprato in nessun negozio».

Com’è stata affrontata la competizione con le più grandi produzioni straniere?

«Quando siamo partiti ci siamo resi conto che era importante distinguere il nostro prodotto dai competitours stranieri che erano già presenti sul mercato»

Le produzioni europee lavorano per lo più sui grandi numeri. C’è sicuramente un’offerta più ampia, però il prodotto che viene venduto è un prodotto di serie. Il team di TrikeGo ha deciso invece di puntare sui famosi “pochi ma buoni”. In un anno questa piccola azienda produce circa 200-300 pezzi, ma ognuno di essi è pensato esclusivamente per il cliente specifico che lo richiede. «Che sia un tipo di box particolare o l’aggiunta della pedalata assistita, ci impegnamo per creare sempre un prodotto personalizzato che risponda alle esigenze del cliente».

Date le piccole dimensioni dell’azienda, il team sapeva di dover fare una scelta specifica e puntare sulla realizzazione di un mono prodotto per poter garantire una qulità di un certo livello. Anche se consiretata meno veloce e maneggevole di quella a due ruote, la Cargo Bike a tre ruote di TrikeGo, oltre ad essere un prodotto di qualità, vuole farsi portavoce della filosofia aziendale, legata ad una mobilità lenta, sicura e costante. La scelta di una Cargo Bike a tre ruote non è quindi casuale, come non è casuale il nome che è stato scelto per l’azienda:

«Un tricheco è un animale grosso e goffo, però appena si tuffa in acqua diveta agile e veloce. Così anche le nostre Cargo Bike a prima vista possono sembrare ingombranti e poco pratiche. Ma non appena sono sulla strada diventano rapide e maneggevoli». Le salde collaborazioni istaurate negli anni, hanno permesso al team di Francesco di mantenere nel corso del tempo uno dei loro obbiettivi fondamentali: quello di arrivare ad una sempre maggiore e più alta definizione del prodotto. Sono state molte le modifiche apportate al progetto iniziale, migliorandolo sotto diversi punti di vista.  E grazie a questi miglioramenti, oggi TrikeGo è arrivata ad offrire la sua Cargo Bike di Terza Generazione.

Noleggio o acquisto?

«Entrambe»

Con TrikeGo infatti è possibile comprare una Cargo Bike personalizzata, ma anche noleggiarla sia per uso privato che professionale o pubblicitario. Per quanto riguarda il primo tipo di noleggio, ovvero quello privato, vi dovrete affidare ai punti di noleggio TrikeGo Point. Potete trovarli a Torino presso  Bici-t, a Modena presso la Ciclofficina Popolare Rimessa in Movimento, a Milano presso la ciclofficina della Cascina Nascosta, dentro il Parco Sempione e infine a Rimini presso lo storico rivenditore Manolo Cargo Bike.

«Ho sempre pensato fosse un mio dovere morale assicurare anche a chi non poteva permettersi di comprare una Cargo Bike la possibilità di averne una. Per quello il noleggio è sempre stato una mia idea fissa».  Nell’ultimo perdiodo, a fianco al noleggio a breve termine, si sta cercando di sviluppare anche un noleggio a lungo termine, più rivolto alle attività professionali.

Chi sono i clienti di TrikeGo?

«Tutt’oggi, a quasi 10 anni dalla nascita del nostro prodotto, ancora ci continuiamo a stupire di quante realtà richiedano i nostri servizi»

Le aziende che richiedono una Cargo Bike per pubblicizzare i loro prodotti sono tante e varie. Dalle pescherie alle gioiellerie, dalle biblioteche ai cinema, dai supermercati agli artigiani locali. Anche gli hotel non mancano nella lista dei clienti. Sono in molti, infatti, a voler offrire un mezzo di trasporto alternativo ai loro clienti per delle scampagnate in famiglia. «La cosa che più di ogni altra mi rende felice è vedere quante realtà aderiscono e si fanno portavoci di  una mobilità sostenibile, lenta e attenta all’ambiente».

Dove si usano di più le Cargo Bike di TrikeGo?

«Dall’Etna alle Dolomiti»

La sede principale da dove è partito tutto si trova ad Arese, in Lombardia. Sebbene inizialmente la produzione e la distribuzione si siano concentrate principalmente nelle zone limitrofe, non c’è voluto molto tempo perchè le richieste cominciassero ad arrivare anche da altre zone dell’Italia. La domanda si è omogeneizzando abbastanza rapidamente e, ad oggi, il 30% del mercato viene da Roma in giù. «Abbiamo affinato la logistica della spedizione per permettere anche a persone molto distanti dalla nostra sede di usufruire dei nostri servizi. Se una persona mi sceglie e aderisce alla mia filosofia, per me va messa al primo posto ed è mio compito cercare di aiutarla il più possibile». E così ecco le Cargo Bike di TrikeGo sfrecciare nell’isola d’Ischia per portare la spesa dal supermercato a casa, a Napoli a sostegno di iniziative culturali come la Fondazione San Gennaro e Officine e Gomitoli e a Sulmona per far pedalare i turisti di un hotel. Oltre ad aprire altri TrikeGo Point, poi, la Terza generazione di Cargo Bike potrebbe approdare presto anche nei principali mercati europei.

TrikeGo è una di quelle realtà che ci dimostra che essere se stessi e credere nelle proprie idee è sempre la strada giusta da seguire. «Bisogna anche avere il coraggio di avere paura» ci dice Francesco, in conclusione. La prossima volta che useranno quelle frasi fatte per dirvi che “ormai l’Italia è così”, ricordatevi di chi ha cambiato le cose una pedalata alla volta. Non siamo nati per andare veloci, però forse non serve andare veloci quando si sa dove si vuole arrivare. È sempre possibile fare la differenza.

Claudia Cavalier