stefano versace
06 Dicembre 2018   •   Redazione

Stefano Versace: «Il mio successo italiano a stelle e strisce»

«Un esperto di business e finanza con un sogno in tasca: andare a vivere negli USA. Stefano Versace, uomo d’Italia e di numeri, ci racconta la realizzazione del suo American Ice Dream».

È sempre bello apprendere e raccontare storie di successo. Quando queste storie sono poi legate al concetto di italianità, lo è ancor di più per Snap Italy che, come ben sapete, fa proprio di questo la  sua mission. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che il protagonista di questa storia sia un italiano che esporta e diffonde all’estero la qualità del Made in Italy attraverso un prodotto d’eccellenza, capirete da voi che la faccenda si fa ancora più interessante. Non è passato molto tempo da quando vi abbiamo parlato per la prima volta di lui: è Stefano Versace, l’imprenditore italiano che partendo da zero è riuscito a creare la più grande catena di gelaterie italiane negli Stati Uniti d’America. Per lui è stata la realizzazione di un sogno, per l’Italia motivo di orgoglio e esempio da seguire. Quali sono stati gli ingredienti del successo? Com’è la storia di uno che nella vita ce l’ha fatta? Ce lo siamo fatti raccontare dal protagonista dell’American Ice Dream. Ecco la nostra chiacchierata con Stefano Versace.

American Ice Dream

Stefano Versace, come e quando nasce il tuo approccio al mondo del gelato?

Il mio approccio con il mondo del gelato è un approccio più che altro numerico e sentimentale, nel senso che ho scelto un prodotto che fosse rimasto l’ultimo prodotto nella culinaria italiana a rappresentare l’Italia al 100%, senza dubbi sulla sua originalità; se ci pensi, l’unica parola che rappresenta un prodotto italiano è “gelato”. Infatti, la pasta ormai è stata storpiata un po’ da tutti, la pizza c’è di tutti i tipi, il parmigiano è stato imitato dal parmesan, la mozzarella è stata falsificata e se ne trovano molte in commercio che non sono affatto mozzarelle. Quindi, l’unica parola che in realtà rappresenta qualcosa di italiano al 100% è gelato, perché se lo fanno in maniera diversa da come si fa il gelato realmente, si chiama ice cream. Se leggi sull’insegna di un negozio “ice cream”, molto probabilmente sarà un ice cream quello che troverai, se invece leggi “gelato”, senza alcun dubbio sarà un prodotto italiano. Questa quindi è stata la prima ragione per cui mi sono avvicinato a questo mondo. Poi c’è la questione numerica: sono un uomo di numeri e ho scelto un business che potesse darmi soddisfazioni nel food. Il mio sogno era quello di venire a vivere in America; avevo pensato inizialmente di aprire un business legato alla piadina, alla pasticceria, ma stando ai numeri mi sono reso conto che l’unico mercato che risultava in espansione in America era proprio quello legato al gelato. In Italia avevamo ben 40.ooo gelaterie, mentre negli Stati Uniti c’erano soltanto 900 gelaterie italiane.

stefano versace

@stefanoversacegelato

La tua catena di gelaterie italiane è la più grande e rinomata negli USA. Quali sono stati i fattori che lo hanno permesso?

Da non gelatiere a numero uno del gelato degli Stati Uniti, ti dico che il successo delle mie gelaterie è dovuto al fatto che ho sempre gestito le mie imprese sempre con una professionalità da imprenditore, che è quello che manca molto agli italiani che operano nel mondo del food. Ci hanno sempre insegnato che essere imprenditori del food significa essere presenti nelle nostre attività, perché l’occhio del padrone ingrassa il cavallo; ci hanno insegnato che fare l’imprenditore significa lavorare tutto il giorno, fare una serie di azioni fino a che non otteniamo un risultato finale, che è quello economico, ma in realtà questo non è fare l’imprenditore, significa semplicemente fare il professionista. Essere un professionista significa essere un cuoco, un artigiano, un gelatiere, e se è questo che sei quello che devi fare è farti pagare per svolgere la tua attività. L’imprenditore invece è colui che crea la squadra, ma poi l’impresa va avanti da sola: il vero imprenditore è colui che è completamente inutile per la propria impresa. Ed è quello che ho fatto io. Mi sono circondato di  persone migliori di  me. In America dicono: if you are the smartest in the room, you are in the wrong room, quindi io mi sono circondato di persone più intelligenti di me, più brave di me, più esperte di me di marketing, del settore dell’amministrazione della finanza, della comunicazione, della gestione delle gelaterie, dell’immagine da comunicare, della relazione con i clienti. Tutti aspetti importantissimi che io ho delegato a persone specializzate in questi settori. Il ruolo che io svolgo nella mia impresa è l’unico che un imprenditore dovrebbe svolgere: cercare fondi per espandersi. In più, ma solo perché a me piace farlo, sono anche l’immagine della compagnia e mi occupo della comunicazione verso la stampa.

@stefanoversacegelato

Progetti per il futuro? La Stefano Versace Gelato si espande a macchia d’olio negli Stati Uniti. Ci sono in vista aperture anche in altri Paesi?

All’inizio avevamo l’idea di espanderci in tutto il mondo, poi ci siamo accorti che gli Stati Uniti sono così grandi che sono il mondo! L’importante quindi adesso è specializzarsi e concentrare la nostra presenza nella Florida e, da questo punto di vista è strategico l’ingresso nel nostro staff di Julio Bertoni, uno dei più grandi gelatieri in America, per poi espanderci nel resto degli USA, sempre tenendo presente che aprire in uno Stato diverso comporta doversi attenere a regole e leggi diverse. Ecco perché credo che sia preferibile andare in uno Stato alla volta e fortificare e massificare la nostra presenza nel territorio.

Il gelato di Stefano Versace è un gelato artigianale italiano e gourmet. Cosa ci puoi dire sulle materie prime che utilizzate in laboratorio?

Sono tutte materie prime italiane, ad eccezione di latte e zucchero che reperiamo qui in America, ma comunque di altissima qualità. La nocciola viene dal Piemonte, il pistacchio dalla Sicilia e anche i semilavorati provengono dall’Italia. Per quanto riguarda la frutta, utilizziamo frutta fresca del posto, abbiamo la fortuna di avere frutta caraibica molto buona, quindi il mango, la papaya, la guanabana, il mamey e tutti gli  altri frutti che sono molto presenti qui.

stefano versace

@stefanoversacegelato

Per quanto riguarda invece i gusti, quanta Italia c’è nelle gelaterie di Stefano Versace? E quali sono quelli maggiormente apprezzati dagli americani?

Per quanto riguarda i gusti ho puntato molto sull’italianità. Ovviamente ogni tanto mettiamo qualche sapore come il caramello salato, che è tipico degli Stati Uniti, o la red velvet, ma per il resto posso dire che gli americani hanno apprezzato molto i gusti italiani. Nelle mie gelaterie tutti i nomi dei gusti sono scritti in italiano: il gusto fragola si chiama fragola, non strawberry, così come non usiamo hazelnut al posto di nocciola o pistachio al posto di pistacchio. Abbiamo proprio imposto l’italianità sul nome dei gelati e questo è stato molto apprezzato dai clienti.

@stefanoversacegelato

La ricercatezza e la qualità di un prodotto Made in Italy e il tuo spirito imprenditoriale hanno reso possibile la realizzazione del tuo American Ice Dream. In quale misura secondo te?

Il Made in Italy è l’unico famoso al mondo, insieme al Made in China, e vogliono dire due cose completamente diverse: il Made in China è un brand che significa cose economiche con bassa qualità, il Made in Italy al contrario è sinonimo di altissima qualità. Noi infatti nel nostro nome usiamo Made Fresh Daily, as in Italy. Made in USA, Made in France, Made in Japan non sono un brand, come invece lo è il Made in Italy, quindi sì, questo ha voluto dire molto, così come è stato decisivo mantenere il legame con l’Italia. Gestire tutto in maniera imprenditoriale è  stato poi l’elemento che è riuscito ad amalgamare insieme tutti questi altri fattori che oggi fanno di Stefano Versace Gelato la più grande catena di gelaterie negli Stati Uniti d’America.

stefano versace

@stefanoversace

American Ice Dream è anche il titolo del tuo ultimo libro. Qual è il messaggio principale che intendi veicolare a chi ti legge?

American Ice Dream è nato con la finalità di ripercorrere la vita che abbiamo vissuto io, mia moglie e i miei figli, le difficoltà che abbiamo affrontato e i risultati che abbiamo ottenuto. Poi invece è diventato un libro molto apprezzato e la finalità che oggi riscontro in esso è quella di spiegare a tutti quali sono gli ingredienti del successo, della realizzazione di un sogno, quali sono i problemi e i pericoli che si affrontano e che bisogna evitare per impedire che il sogno si blocchi. È un vero e proprio manuale unito alla biografia di una persona che ce l’ha fatta.

Marcella Scialla