produttori italiani
21 Settembre 2018   •   Cecilia Gaudenzi

Produttori italiani. La top 5 dei migliori creatori di beat!

«Quella del producer è una figura che dal dietro le quinte sta prendendo sempre più spazio e attirando attenzione. Il mistero rimane ma i nomi cominciano a circolare e sono garanzia di successo. Esperti dei suoni, sono loro che creano beat e melodie. Ecco la top 5 dei migliori produttori italiani.»

C’è sempre stato o meglio, si comincia a parlare di producer a New York, tra la metà e la fine degli anni ’80, proprio quando nasce la musica house, acid e electro, era il periodo della prima techno. Questa figura poi si sviluppa parallelamente al progredire dell’hip hop e della musica rap, fondamentale nella composizione delle basi. Mai come in questo periodo però, specialmente in Italia si era canalizzata un’attenzione del genere sul produttore che non è quello delle etichette ma che lavora a braccetto con l’artista. È la riscossa dei produttori italiani, i loro nomi firmano grandi successi, hit e tormentoni estivi, sembra che basta ci mettano mano per garantire la riuscita di un pezzo.

Capiamo meglio cosa fanno. Sono un po’ gli architetti del suono, dei veri e propri compositori, che si tratti di analogico o elettronico. Sempre più musicisti, arrangiano ed eseguono brani musicali (le famose basi) e lo fanno con una super strumentazione che va dall’uso dei vinili fino a quella del computer, di cui hanno una conoscenza incredibile. La tecnologia è sicuramente la prima alleata, insieme alla creatività mista a tecnica che sfoggiano nell’utilizzo di software come Ableton o Logic così come di uno strumento musicale che spesso gli permette di non ricorrere a campionamenti. Non poteva finire qui e infatti non si limitano alla composizione perché anche se più a grandi linee la loro preparazione è più ricca di quella di un compositore. E infatti c’è la sintesi, l’editing, il processamento e l’acquisizione di suoni, l’arrangiamento e il missaggio. Riescono ad effettuare operazioni complesse sull’audio e grazie alla flessibilità e versatilità infinita del virtuale modellano e costruiscono suoni. Il loro orecchio è in continuo allenamento, ascoltano tantissima musica che conoscono nella teoria e nel repertorio dal quale attingono per mettere insieme suoni diversi praticando l’arte della miscelazione, rielaborare e arrangiare vecchi classici dandogli nuova veste. E adesso conosciamoli meglio nella nostra top 5 dei produttori italiani più forti del momento!

Takagi & Ketra

Apriamo la nostra top 5 dei migliori produttori italiani con un duo perché si sa, “du gusti s megl che uàn”. Parlo di Takagi & Ketra protagonisti di questa stagione musicale che hanno animato alla grande sfornando un successo dopo l’altro, da Roma- Bangkok a Vorrei ma non posto fino a Da sola in the night o Amore e capoeira. Al secolo Alessandro Merli (IG) e Fabio Clemente  (IG) vengono da stili diversi, il primo, membro di uno dei gruppi pop-rap più ascoltati degli anni ’90 e primi 2000, i Gemelli DiVersi, mentre il secondo, beatmaker dei Boom Da Bash, gruppo di riferimento del reggae italiano. Da quando si sono incontrati nel 2012 hanno capito che non erano così distanti e dopo un primo momento di scambio in cui si sono aiutati a vicenda sono arrivati alla prima canzone prodotta insieme: Nu juorno buono di Rocco Hunt nel 2014 che valse al giovane cantante salernitano la vittoria al Festival di Sanremo di quell’anno nella sezione Nuove proposte. E quello era solo l’inizio perché poi ci sono stati Fedez, J-Ax, Fabri Fibra, Marracash, Giusy Ferreri, Baby K, Calcutta, i TheGiornalisti. Tantissime collaborazioni a segnare l’ascesa inarrestabile del duo che ha rivoluzionato la musica pop italiana. Uno stile volutamente “sporco” che sa di strada, dal ritmo acceso che ti fa ballare e dal ritornello indimenticabile.

Charlie Charles

Dal pop passiamo al rap e nella nostra top 5 dei produttori italiani non poteva mancare Charlie Charles (IG). Paolo Monachetti, questo il suo vero nome, è un punto di riferimento per la scena rap e trap nazionale. Il merito? Forse un po’ del fratello maggiore che gli ha trasmesso la passione per questo genere quando Charlie era ancora un ragazzino e alle barre preferiva le sonorità House o Techno. La musica era la sua strada e non ha avuto paura di percorrerla a tempo pieno fin da giovanissimo (non che adesso non lo sia eh). La scuola infatti non faceva per lui, o meglio, non era il suo percorso e nonostante i bei voti ha deciso di lasciarla per dedicarsi a quello che amava fare. Ma la passione non basta, ci vuole la gavetta e Paolo per diventare Charlie se ne è fatta parecchia a suon (nel vero senso della parola) di ore e ore e ore di sessioni al giorno. Conteso e desiderato le sue collaborazioni si sprecano. Tra tutte spicca quella con l’amico e re delle classifiche Sferaebbasta, da XDVR fino a Rockstar coppia che vince non si cambia. Poi c’è Ninna Nanna di Ghali, Tedua, Rkomi, Izi e Dark Polo Gang.

Boss Doms

Romano che lo senti subito quando parla, classe 1988, capello work in progress perché cambia look di continuo e occhi truccati. Tra i migliori produttori italiani c’è ovviamente il suo nome, Boss Doms (IG) nome d’arte di Edoardo Manozzi. Produttore, fonico, arrangiatore, compositore. È tra i più apprezzati del momento e fa coppia fissa con il rapper romano Achille Lauro, uno dei suoi più cari amici. Insieme non solo sul palco, li abbiamo visti anche in tv in versione wild nella scorsa edizione di Pechino Express. La musica Boss Doms la fa fin da quando era bambino, prima la chitarra e poi l’elettronica. Sperimentare is the way e il suo punto di forza è quello di essere aperto a tanti generi musicali senza dover rimanere chiuso solo in uno. Fa quello che gli piace senza per forza doverlo far rientrare in una categoria tanto che insieme ad Achille Lauro hanno coniato il termine “Samba Trap” per raccontare il loro stile.

Sick Luke

La Dark Polo Gang è senza dubbio il gruppo che, a torto o a ragione, ha conquistato fama e bocche di tutti, partendo da Roma per poi crescere lungo tutto lo stivale. Ma chi c’è dietro il loro successo? L’autore dei beat di Tony Effe, Pyrex, Wayne e DarkSide uno dei produttori italiani più giovani e di talento. Sto parlando di Sick Luke (IG), nato a Londra nel 1994 ha vissuto negli Stati Uniti dove ha respirato aria di rap fin da piccolissimo, anche se per farlo non gli serviva di certo andare oltre oceano visto che il papà, tale Duke Montana è un famoso rapper, punto di riferimento della scena romana, oggi prodotto interamente dal figlio. Quando ha cominciato, Sick Luke era solo un ragazzino e seguire il lavoro del padre lo ha sicuramente illuminato. Melodia e scrittura, segue il brano start to finish in ogni aspetto della sua creazione. Con la DPG ha realizzato 7 album in 3 anni per milioni di visualizzazioni. Uguale? Un successo incredibile tradotto in tour sold out in tutta italia e dischi d’oro e platino. DPG e non solo, nel suo studio, il Sick Studio sono passati anche Guè Pequeno, Sfera Ebbasta, Fabri Fibra, Emis Killa, Tedua, Marracash e tanti artisti internazionali. E c’è spazio anche all’amore, c’è anche il progetto con la sua fidanzata Marina che diventerà presto un album, pare.

Ceri

Chiudiamo la nostra Top5 dei migliori produttori italiani con uno dei nomi più eclettici e apprezzati del momento: Stefano Ceri ma Ceri basta e avanza. Musicista trentino, si dedica allo studio della materia fin da piccolo, infatti già a 7 anni suonava il pianoforte e fino agli 11 anni ci si è dedicato ore e ore al giorno. Poi si sa, l’adolescenza, le distrazioni, il basket -altra sua grande passione- lo hanno allontanato un po’ dallo spartito ma giusto il tempo per tornare più carico di prima. A 15 anni scopre il computer e le infinite possibilità creative che la tecnologia offre e così è tornato a bomba e non ha più smesso. Oggi Ceri è una delle colonne portanti di Undamento, tra le case discografiche italiane più attive sulla scena, è una delle menti creative di questa etichetta che è una vera crew, una famiglia dove si lavora tutti insieme, ognuno con il proprio ruolo. C’è lui dietro tantissimi brani di Coez o Frah Quintale, da Colpa del vino a Jet a Le parole più grandi. Tra le sue collaborazioni spicca anche quella con Salmo, capo tra i rapper italiani. A marzo ha debuttato con il suo primo brano da solista, scritto e pensato da lui per lui. Bimba Mia è venuto fuori quasi per caso, una sera tornando a casa. Per creare Ceri ci perde quasi il sonno perché se le idee cominciano a comparire durante il giorno è solo alla fine, di notte che si concretizzano ed è quello il suo momento creativo. A differenza di tanti che per scrivere devono essere tormentati o sofferenti, Ceri preferisce tranquillità, deve star bene. Da sempre incoraggiato e sostenuto dai genitori a far musica, le prime basi erano principalmente rap ma non si è mai chiuso in un solo genere approdando man mano a suoni più elettronici e spaziando tra stili e tendenze, cercando sempre di assecondare il suo gusto e la conoscenza approfondita della musica lo ha sicuramente aiutato in questo. Sostenitore della musica corale, la sua voce la usa come un vero strumento, la campiona e va a finire nelle basi dei brani che produce. E yo mamma di Coez vi dice niente?

Cecilia Gaudenzi