Margherita Vicario
27 Giugno 2018   •   Cecilia Gaudenzi

Margherita Vicario incontra il mondo, passando dal teatro alla musica

Margherita Vicario è una giovane artista dall’anima profonda, divisa tra musica e recitazione. Noi l’abbiamo intervistata nella splendida cornice di Villa Ada a Roma, che all’interno della manifestazione Villa Ada incontra il mondo, ospita il Bar Meraviglia in Tour.

Margherita Vicario (Facebook) ha due occhi grandissimi e quando mi viene incontro mi sembra di conoscerla da tempo. In effetti, e non voglio sembrare una stalker, la vedo spesso in giro per Roma. Gliel’ho anche detto e abbiamo scoperto di essere vicine di casa. L’abbiamo intervistata nella splendida cornice di Villa Ada a Roma, che all’interno della manifestazione Villa Ada Incontra il Mondo, ospita il Bar Meraviglia in Tour, l’experience temporary bar by Sanpellegrino lanciato a Milano per la prima volta nel 2017 e che quest’anno diventa itinerante per portare il Mediterraneo in giro per l’Italia. Dallo scorso venerdì (22/06, ndr) e fino a giovedì 28 giugno dalle 12:00 alle 21:00, il Bar Meraviglia porterà a Villa Ada divertimento e relax in compagnia delle bibite e di tasting experience, sessioni di mixology tenute da bartender, workshop per imparare le prime nozioni della miscelazione e performance musicali con ospiti d’eccezione.

Abbiamo cominciato l’intervista con Margherita Vicario quando il sole ha lasciato spazio al venticello, quello piacevole che ti accarezza dopo una giornata caldissima. È una ragazza semplice, genuina Margherita Vicario, la sua complessità non te la impone. Ti osserva con quei grandi occhi e lascia che ti arrivi piano piano, con dolcezza. Va a tantissimi concerti, la ispira ascoltare quello che gli altri cantano e le piace partecipare al momento in cui un cantante tira fuori quello che ha dentro. Abbiamo parlato del panorama musicale italiano di oggi, ci sono un po’ le squadre a genere: rapper, indie, pop. Lei li va a sentire tutti e si conoscono, c’è amicizia e sostegno reciproco. A sottolineare quanto l’aspetto umano sia importante e quanto dia gusto poter intercettare tra le strofe delle canzoni pezzi di vita vera dei suoi colleghi contemporanei. Margherita Vicario usa tante parole, le sue canzoni sono dense di contenuti e significato. Ogni canzone è una storia. Margherita è cresciuta in campagna, ci ha trascorso l’età perfetta, l’infanzia ma ora è pienamente cittadina e innamorata del suo motorino. Un pubblico misto il suo che si adatta alla sua doppia anima artistica di attrice e cantante e che la bacchetta per l’attesa dei pezzi nuovi. Ma don’t worry ragazzi che l’ultimo disco è quasi pronto!

Prima attrice poi cantautrice e cantante, cronologicamente. Sei sempre stata entrambe? Quando hai capito di aver bisogno della musica?
Io ho studiato teatro, all’Accademia Europea d’Arte Drammatica. Si fa tanta ricerca, tanto studio e quando dovevamo lavorare su un testo sentivo spesso la necessità, la voglia e l’istinto di affiancarci anche una parte musicale, corpo e voce, la chitarra. Ho cominciato a scrivere canzoni dentro l’accademia però sempre stata canterina. Sono scresciuta in campagna, un po’ isolata. Siamo una famiglia numerosa, quattro fratelli cresciuti a pane e canzoni. La sera prima di andare a dormire poca tv, noi facevamo la nostra preghiera pagana, cantavamo.

Metti molto di stessa nelle tue canzoni. Quanta verità nuda e cruda e quanto di romanzato?
Molto romanzato anche se nelle nuove ho abbandonato un po’ di teatro e ho messo più elementi personali. Sono canzoni sincere poi ovviamente sono sempre ritratti anche di altro.

Da dove prendi ispirazione?
Molto dal teatro. La fantasia poi parte e immagino possibili dialoghi o scene tra i personaggi. Ultimamente però da quello che mi circonda, la situazione politica, sociale, l’attualità. Non perché voglia fare canzoni a sfondo politico ma perché sono spunti di riflessione della crisi umana che ci circonda.

Il personaggio più interessante che hai incontrato nella tua carriera professionale?
Ascolto molto Dutch Nazari della scuderia Undamento, lui scrive benissimo. Poi ci sono i miei contemporanei, Calcutta, i Thegiornalisti…

Tanta tv. In Cyrano- L’amore fa miracoli hai raccontato in musica le sfumature dell’amore. Un bel compito…
Beh si ci ho provato. Difficile trovare una quadra perché appena parli di amore ci metti un secondo a scivolare nel burrone, nella banalità. Io non ho uno sguardo sdolcinato sulla questione anzi sono una cinica osservatrice. È stato molto divertente, ho scelto dei bellissimi pezzi, poi ovviamente ci sono stati anche i pezzi “compromesso” che magari di mio gusto non avrei scelto ma che si sposavano bene con le esigenze della redazione. Interessante partecipare alla realizzazione di una trasmissione tv, è stata la mia prima esperienza

Un modello di donna?
Io ne ho due, due capisaldi! Beyoncè, per la determinazione e l’esercizio fisico, spirituale. Lei è diversissima da me ma è molto di ispirazione, come donna e professionista. È tutto, sia aggressiva e sensuale che innamorata. Un capolavoro di donna. La sua storia d’amore, il suo uomo che racconta nelle sue canzoni mi fanno pensare che poi con tutte le esperienze alla fine quello che conta è costruire dei rapporti. Altro modello, lei attrice però, è Kate Kinslet. Attrice pazzesca, che anche non rispettando i canoni di bellezza imposti dallo show biz ha dimostrato di essere fortissima.

 Che cos’è il “Girl power”?
Dipende molto dagli uomini, in seconda battuta. In prima però dipende dalle donne perché sono le prima persone con cui veniamo a contatto nella vita. Sta a loro tirare su un figlio o una figlia nel modo più rispettoso possibile. Penso spessissimo alla discriminazione che le donne subiscono, specie sul lavoro. Forse però il Girl Power vero è proprio nel non considerare le divisioni uomo/donna e far sì che si appianino del tutto. Allo stesso tempo il potere sta anche nel reagire, nell’essere ostinate a far notare tutte quelle piccole cose, ingiustizie o situazioni che se fossi un uomo non ti riguarderebbero. Sempre con dolcezza che è una delle più belle caratteristiche delle donne, insieme alla sensualità, alla creatività in cui spesso gli uomini mancano. La parola “creatività” poi è donna, è la donna che crea la vita.

Donne e lavoro. Nel cinema e nella musica, quanto le donne si trovano, purtroppo, in difficoltà, magari nei confronti di un capo uomo. Rispetto al gioco della seduzione. Dove finisce l’avance e comincia la molestia?
Intanto nei rapporti di lavoro, o almeno in alcuni, non ci dovrebbero essere nemmeno le avances. Invece purtroppo ci sono. Anche qui secondo me dipende tanto dagli uomini. È chiaro che ci possa essere un po’ di gioco tra uomo e donna, delle simpatie poi però sta all’uomo non approfittarsene. Sta all’uomo far sentire una donna tranquilla di esprimersi senza la paura che venga fraintesa magari per un sorriso in più. Troppe volte invece ci facciamo il problema di esser state troppo gentili, confidenziali o simpatiche e di aver attirato le attenzioni sbagliate. Il rapporto uomo-donna è fatto di sì e no. Ci si può anche provare e a quel punto ben venga l’avances, ma che sia esplicitata e non strisciante, che sia alla luce del sole. Basta chiedere, parlare. Basta una domanda: “Vuoi uscire con me?” invece di gesti fastidiosi da provola, atteggiamenti che ci inibiscono o non ci fanno sentire al sicuro. Insomma se vuoi uscire, chiedilo! Può essere un sì come un no e se fosse un no, accettalo!

Una canzone a cui sei molto legata?
Mi sei scoppiato dentro al cuore di Mina. Per come è scritta, per come suona e per come lei l’ha interpretata. L’ho immaginata per un grande amore che ho avuto e che è andato esattamente così come nella canzone.

Tanti live e anche oggi stai per esibirti. Quali emozioni prima di salire sul palco?
All’inizio sono sempre un po’ pessimista poi però mi concentro sul pubblico che sono il motivo dell’esibizione e allora arriva la carica. Tutto sta nel cominciare, una volta partita mi diverto e il tempo passa velocissimo.

Rapporto con il pubblico?
Assolutamente prioritario e c’è un bello scambio. Poi certo devo migliorare sulla questione social, devo trovare ancora il mio modo di comunicare con i nuovi strumenti. Preferisco il rapporto dal vivo, quello che si consuma ad esempio durante un concerto…devo lavorare su quello a distanza.

Progetti futuri?
Sono molto concentrata sulla musica anche se la recitazione c’è sempre. Sto lavorando all’ultimo album che è quasi pronto e sono molto gasata! Il progetto è quello di portarlo in giro il più possibile, mettere su un bello spettacolo e fare tante tappe in giro per l’Italia. Va bene Spotify ma bisogna prendere il furgone e andare in giro a suonare!

Cecilia Gaudenzi