letizia battaglia
21 Gennaio 2020   •   Sara Giannessi

Letizia Battaglia: le mostre del 2020 in Italia

Letizia Battaglia in mostra nel 2020. Chi è questa fotografa? Perché dopo decenni da quando ha iniziato a scattare le sue foto sono ancora necessarie? Cosa ha fotografato e cosa viene scelto per le mostre di quest’anno? E dove si terranno queste mostre?

Innanzitutto occorre rispondere alla prima delle 5W: chi è Letizia Battaglia. Letizia Battaglia è problematica da definire, da presentare. È una donna, una signora di 83 anni con i capelli rosa. È stata una delle prime fotografe donna in Italia, che qualche anno fa abbiamo avuto il piacere di incontrare. È stata assessore al comune di Palermo, la sua città. È stata a capo di tanti progetti e iniziative, lo è tuttora con vari workshop, convegni, incontri sparsi per tutta Italia. Ma soprattutto una fotografa. Soprattutto fotografa perché crede fortemente nel valore della fotografia, nella sua capacità di portare un cambiamento nell’esistenza del singolo spettatore e del contesto sociale in cui vive.

Letizia Battaglia
© Corallo7 (via Wikimedia Commons)

Fotografa di mafia

Per questo per quasi venti anni ha fotografato la mafia e come la mafia ha martoriato la sua città. Tutti i dettagli degli anni di piombo. Senza risparmiare niente, nessuna scena è troppo forte per essere fotografata. In una bellissima intervista al centro Luigi Pecci, ha raccontato i pochi momenti che non è riuscita a fotografare. Ma tutti gli altri sì, perché per quanto brutta e dolorosa l’immagine sia che si ha davanti, sta esistendo e ha lo stesso diritto-dovere di esistere in foto. Come la foto di Piergiorgio Mattarella appena assassinato. Foto a cui forse non siamo più abituati, nella neutra e ovattata problematicità che ci viene mostrata oggi. Niente di shoccante, niente di troppo forte, niente di crudo. Come la mafia o come i manicomi. Manicomi che sono stato l’oggetto dell’incontro tra Letizia Battaglia e Goffredo Fofi tenutosi a Roma a Palazzo Merulana questo mese. O come le strade di Palermo, con tutti i suoi personaggi mai solo belli, mai banali.

Palermo, “l’arte rinnova i popoli”

Ecco una mostra di Letizia Battaglia si dovrebbe visitare senza banalità. Con lo sguardo attento e severo. Perché si può essere severi anche con i grandi nomi. Ma non severi come critici, severi come spettatori a cui può come non può arrivare qualcosa. Ma nel momento in cui arriva bisogna stare attenti a riconoscere cosa sia. Un bel modo di completare la visita a una mostra poi sarebbe quello di vedere il film documentario a lei dedicato Shooting the mafia. Quest’anno in Italia Letizia Battaglia esporrà le sue fotografie in tre città, almeno secondo il calendario programmato finora. Firenze, Napoli e Milano.

Le foto di Letizia Battaglia in mostra in Italia: Milano

In fase di chiusura la mostra a Milano, città che la ha ospitata quando Palermo non poteva ancora e in cui è diventata fotografa. E a Milano le foto raccontano di Palermo, dei suoi personaggi, dei suoi lati bui, dei suoi lati più intrinsechi. Il Palazzo Reale, che è stato appunto la residenza del re fino al 1919, e che ora ospita la mostra, unisce così i due estremi d’Italia.

Napoli

Finisce invece a marzo la mostra con sede ai Magazzini fotografici di Napoli, uno spazio indipendente gestito da sole donne nel Palazzo Caracciolo d’Avellino patrimonio dell’Unesco, e che ospita talvolta anche incontri con i fotografi nonché proiezioni cinematografiche a tema. Le foto qui esposte sono state scelte da Letizia Battaglia per ripercorrere la sua carriera giornalistica e non e quindi i momenti importanti che ha deciso di dover immortalare e raccontare.

Firenze

Inizia il 19 gennaio la mostra al Museo Leonardiano di Firenze. Incentrato sul tema della mafie e dei suoi luoghi, la mostra ospita le foto di Letizia Battaglia e di Pino Guerra, che ha realizzato tra l’altro un bel servizio sul quartiere Le Vele di Napoli. Rimane una domanda a cui rispondere: perché le foto di Letizia Battaglia sono ancora necessarie. Tutto c’entra con la fotografia. La vita e i valori del fotografo come il periodo storico in cui sono state scattate quelle foto. Storie del genere sono necessarie perché ispiranti. Perché mostrano e dimostrano che effettivamente si può avere un impatto attivo sulla propria esistenza e sul contesto che regola la propria e altrui esistenza.

Sara Giannessi