canapa da mangiare
27 Gennaio 2020   •   Carlotta Giuliano

Canapa da mangiare: anche in Italia via libera alla cannabis in tavola

«Pubblicato il 15 gennaio 2020 in Gazzetta Ufficiale, il decreto 4 novembre 2019 ha fissato i valori delle concentrazioni massime di tetraidrocannabinolo (THC, una sostanza stupefacente) ammissibili negli alimenti. Ecco, dunque, le novità sulla canapa da mangiare.»

Il Ministero della Salute si è pronunciato sullo spinoso argomento della legalizzazione canapa da mangiare. Con un giro d’affari stimato intorno ai 40 milioni di euro, le centinaia di aziende agricole che hanno investito nella coltivazione di cannabis hanno finalmente ricevuto le tanto attese indicazioni. Una svolta, dice Coldiretti, segnata dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che stabilisce quali siano i limiti massimi di tetraidrocannabinolo (THC) che gli alimenti possono contenere per essere considerati legali.

In botanica si parla di Cannabis sativa, o canapa sativa, una specie del genere Cannabis coltivata soprattutto per uso tessile o anche edile. In essa sono presenti alcune sostanze stupefacenti, in percentuali diverse a seconda della varietà. La realtà è che già dal 2016 la legge 242 autorizza la coltivazione della cannabis sativa con semi dal THC inferiore allo 0,2% e una tollerabilità allo 0,6%, da usare negli alimenti. Tuttavia, finora mancava un regolamento che precisasse il livello massimo tollerato nelle varie categorie. Nel frattempo, comunque, molti si erano convinti ad investire nel settore. In Italia i terreni coltivati a canapa nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte dai 400 ettari del 2013 a quasi 4000 nel 2018.

Canapa da mangiare: le nuove regole

Oggi sappiamo che il limite massimo di THC per i semi di cannabis sativa, la farina ottenuta da semi e gli integratori contenenti alimenti derivati è di 2 milligrammi per chilo. Per l’olio ottenuto da semi, invece, la soglia è di 5 milligrammi per chilo.

Da una rilevazione di Coldiretti, l’attesa pubblicazione in Gazzetta fa chiarezza su un settore che negli ultimi anni ha assistito a un vero e proprio boom. Dai biscotti e dai taralli al pane, dalla farina di all’olio, molte sono state le nuove produzioni in ambito alimentare. C’è anche, però, chi la canapa la usa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra. Dalla cannabis si ricavano, inoltre, oli usati per la cosmetica, resine e tessuti naturali ottimi sia per l’abbigliamento, poiché tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, sia per l’arredamento. Grazie alla grande resistenza di questo tipo di fibra, infatti, si prestano ad essere impiegati in diversi tipi di ambiente.

Carlotta Giuliano