federico clapis al lavoro studio
20 Marzo 2019   •   Deborah Scaggion

Federico Clapis: «Il mio mondo tra arte, tecnologia e futuro»

«Abbiamo incontrato Federico Clapis, l’artista italiano più amato sui social che sta cambiando il mondo, reale e virtuale. Un’opera alla volta. Scopriamo cosa ci ha raccontato!»

Per chi ancora non lo conoscesse, Federico Clapis è uno degli artisti più singolari del nostro tempo, che è arrivato al successo in modo tutt’altro che scontato. La sua carriera (ma forse dovremmo dire la sua “prima vita”) inizia sui social network, dove in poco tempo riesce a raggiungere milioni di followers e fans. È proprio all’apice della sua popolarità che decide di uscire dal guscio e rivelarsi per quello che veramente è: non un collezionista di likes e visualizzazioni, ma un artista innovativo che attraverso i suoi lavori mette in discussione preconcetti e realtà, un poeta dell’era digitale che libera e condivide la bellezza del mondo, in tutte le sue sfaccettature. Perché sì, i suoi lavori sono spesso provocatori, ma rendono anche tangibili sentimenti ed emozioni universali. Quelle emozioni che solo l’Arte sa regalare. Snap Italy lo ha intervistato per voi. Tra progetti, idee e qualche rivelazione, Federico Clapis ci ha sorpresi ancora una volta.

Intervista a Federico Clapis

Quali sono le tue fonti d’ispirazione?  E quali sono gli artisti o le correnti artistiche italiane che ti hanno ispirato nel tuo percorso artistico?
La fonte d’ispirazione non sono una fonte esterna ma è sempre una risorsa interna, un vissuto che si esprime con l’arte. È tutto quello che vivo direttamente o che assorbo dagli altri: condizioni umane, esistenziali e problemi. Quindi, è sempre qualcosa di percettivo più che di emulativo. Non sono cosciente di una corrente specifica in grado di influire più delle altre su di me; per il modo che ho di approcciare l’arte penso che tutte le correnti dagli anni ‘60 in poi hanno inconsciamente influenzato e strutturato il mio modo di fare arte. Ma sono sempre stato un outsider e non ho mai avuto grandi punti di riferimento. Una cosa alla quale sono anche grato.

A quale lavoro ti senti più legato emotivamente e perché?
Solitamente le ultime opere che faccio sono sempre quelle a cui mi sento più legato, e poi le ultime ancora e così via, perché  l’ultimo lavoro esprime sempre il mio lato interiore più “contemporaneo”. Dopo un po’ i miei lavori compiono il loro “esorcismo” ed essendo il punto d’arrivo di un processo, per me perdono un po’ l’effetto e il valore iniziale, al quale mi sento molto legato e che mi emoziona molto.

Puoi parlarci del tuo ultimo lavoro?
Il mio ultimo lavoro è Taboo: apre degli scenari di inibizione verso il diverso, specialmente verso il disabile e specialmente verso ciò che fina da piccolo recepiamo come qualcosa di quasi al confine con la paura. Secondo me, la possibilità di avvicinarsi così tanto, di poterlo toccare e di rompere una barriera, è concettualmente molto forte. Poi ho avuto la fortuna di lavorare con Marina Cuollo, con la quale c’è un bel rapporto. Lei è in perfetta sintonia con il progetto perché è una scrittrice, è autoironica e preparata. Anche il  mio partner, Sismaitalia mi ha aiutato molto a trovare il ritorno in forma (il materiale) della scultura, che  doveva essere lento lento, e solitamente è utilizzato nei processi industriali. È stato un progetto lungo, che è partito in un modo, e si è concluso in un altro, ma che comunque apre tutta una serie di interrogativi sui nostri limiti percettivi ed estetici che ci portano ad avere dei limiti anche di percezione tattile. Insomma, un “roba” molto interessante, che mi ha sempre affascinato e che sono felice di aver fatto uscire.

Oggi viaggi in tutto il mondo, dove ti senti a casa? E cosa ti manca dell’Italia?
Si viaggio in tutto il mondo, ma faccio spesso tappa in Italia e quindi non ho ancora nostalgia dell’Italia. Penso che si viva molto bene qui, se mai dovessi fare questa scelta, sarebbe per ragioni burocratiche o sentimentali (chi lo sa), e probabilmente mi mancherà.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Alcuni di questi saranno in Italia?
Ci sono tanti progetti future e in divenire.  Uno e quello di realizzare il primo quadro a gravità zero con un’importante base spaziale che ci darà questa opportunità incredibile  e realizzerò un action painting a gravità zero. Poi, c’è un progetto molto importante sull’ecologia che, come già annunciato su Instagram, è legato al pesce tanica, che sarà una mia scultura. Non posso però rivelare più di tanto, ma quest’estate faremo “un bel macello” e ne sentirete sicuramente parlare.

Infine, c’è il Deep Scrolling Movement: è un nuovo movimento artistico e sociale all’interno del quale le persone smettono di seguire i profili inutili e seguono solo arte, fanno condivisione dell’arte attraverso delle stories. Qui in Italia sta facendo un bel rumore, una cosa molto importante per questo paese, che per quanto sia un paese d’arte c’è molta ignoranza. Portare la cultura sui social si sta rivelando qualcosa di efficace. A tutto questo si aggiungono tanti progetti di piazza, in Italia e non, con diverse sculture e progetti con altri brand. Il rapporto tra arte e brand, è qualcosa in cui credo molto e coltivo, con iniziative come quelle fatte a Londra con Eidoo, un wallet di cryptovalute con cui abbiamo realizzato un bronzo di 4 metri a OXO Tower. Tanti progetti e tante belle cose.

Prima di lasciarci, Federico manda un saluto a tutti gli amici di Snap Italy. Gli auguriamo il meglio e speriamo di rivederlo presto nelle piazze italiane intento in uno dei suoi straordinari progetti.

Crediti immagine di copertina: Federico Clapis

Deborah Scaggion