04 Marzo 2018   •   Snap Italy

Davide Astori, il Capitano che aveva conquistato Firenze

«La morte di Davide Astori ha sconvolto il mondo dello sport, senza lasciare pace a chi lo amava più della sua stessa vita, la moglie Francesca e la piccola Vittoria.»

Ci sono storie che finiscono troppo presto, storie che ci fanno riflettere su quanto sia imprevedibile la vita e su quanto sia proprio per questo motivo necessario godersela giorno dopo giorno, senza mai rimandare a domani quello che possiamo e vogliamo fare oggi. Insegna questo la tragica morte di Davide Astori, difensore centrale, capitano della Fiorentina, classe ’87.

È scomparso a soli 31 anni per un arresto cardiocircolatorio, che lo ha colpito stanotte, mentre riposava in previsione della gara Udinese-Fiorentina in programma oggi per le ore 12.30. La morte è avvenuta nell’hotel Là di Moret, dove la squadra era in ritiro. Davide Astori era sempre il primo a scendere per la colazione, ma oggi no. Stamattina i compagni non l’hanno visto, e il cellulare squillava a vuoto. È stato un magazziniere a salire in stanza per chiamare Davide, pensando ad una sveglia non suonata. E invece l’ha trovato ancora nel letto, immerso in un sonno purtroppo eterno. Lo shock della squadra, dei compagni, in particolare di Sportiello, che fino a qualche ora prima aveva giocato con Davide alla Play Station, è stato indescrivibile. Nessuno poteva credere a quello che era appena successo.

Davide Astori

Credits: sosfanta.calciomercato.com

Immediata la reazione del presidente del Coni, Giovanni Malagò, così come quella del commissario straordinario della FIGC, Roberto Fabbricini e di tutti i presidenti delle squadre italiane di calcio, a partire da quelle per cui aveva militato Davide Astori. È stata immediatamente rinviata a data da destinarsi la gara Udinese-Fiorentina, e dato lo shock di ex compagni e del mondo del calcio intero, sono state rinviate tutte le altre partite di Serie A e Serie B. Mentre per quanto riguarda le gare che si disputeranno comunque, è stato deciso un minuto di silenzio in segno di lutto.

«Le parole stanno a zero. Credo che la decisione di fermare la Serie A e la Serie B sia stata quella giusta, più che mai perché il calcio che voglio è un calcio fatto di valori, di ideali, di rispetto non solo dell’atleta ma soprattutto dell’uomo e questa era una situazione adeguata a dimostrarlo», ha dichiarato poco fa Giovanni Malagò in conferenza stampa.

Davide Astori lascia una compagna, Francesca, e una bambina di due anni, Vittoria. Una tragedia senza alcuna spiegazione, impensabile per un professionista, tenuto sotto controllo a livello medico in maniera costante e puntuale. Ma purtroppo la prevedibilità non fa parte della vita.

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❤️. . . . #gratitude

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Sono stati tantissimi e immediati i messaggi di cordoglio da parte dei suoi ex compagni, amici e dal mondo dello sport in generale. Alla notizia della morte di Davide Astori è comparso il volto del capitano della Fiorentina sul maxischermo dello stadio Ferraris di Genova, seguito da un commosso applauso. Tutti i tifosi, i media e i dirigenti si sono alzati in piedi in omaggio all’ex calciatore del Cagliari. Anche il mondo del basket ha mostrato il suo dispiacere. Il presidente della Federbasket, Giovanni Petrucci, ha predisposto un minuto di silenzio su tutti i campi “in segno di solidarietà”.

E ancora infiniti i messaggi di colleghi ed ex compagni. Primo fra tutti Radja Nainggolan, che lo ha vissuto al Cagliari e alla Roma, poi ancora Andrea Belotti, Alessandro Matri, Alessandro Florenzi, Francesco Totti, Andrea Pirlo, Ciro Immobile, Paulo Dybala, Gigi Buffon, Kevin Strootman e tanti altri. I messaggi sui social sono arrivati anche dalle società sportive, non solo italiane ma anche straniere, così come da parte di allenatori e presidenti. Per non parlare dei tifosi, e degli appassionati di sport, più in generale. Nessuno ha perso l’occasione per mostrare il suo dispiacere e la sua gratitudine nei confronti di questo grande campione, nonché grande uomo.

«Un ragazzo che ho conosciuto, incarnava una bella figura. I capitani li decidono i compagni di squadra, se gli avevano riconosciuto questo grado vuol dire che aveva qualità che andavano oltre l’aspetto sportivo, sfociando in quello umano. Questo aggiunge tristezza a tristezza”, questa la risposta di Giovanni Malagò alla domanda di Sky Sport 24.

La sua carriera è stata costellata di vittorie, una storia intensa quella di Davide Astori, che avrebbe ancora avuto tanto da regalare ai suoi tifosi e soprattutto alla sua famiglia, a quella compagna troppo giovane per sopportare un dolore del genere e a quella bambina troppo piccola per ricordare purtroppo il suo magico papà.

Il suo è stato un percorso fatto di amore, sudore e sacrificio, con l’obiettivo di raggiungere il livello del suo modello, Alessandro Nesta, da cui aveva anche preso il numero 13 che portava sulle spalle. È nato nel bergamasco e ha iniziato a calciare il pallone nel Ponte San Pietro, squadra satellite del Milan, di cui ricorda soprattutto «il tè del magazziniere, il più buono degli ultimi 20 anni». Viene integrato nella primavera milanista fino alla stagione 2005-2006, dopodiché, fino all’estate 2008, viene mandato in prestito prima al Pizzighettone, in serie C1, e poi alla Cremonese, dove collezione ben 33 presenze.

Viene acquistato dopo in comproprietà dal Cagliari e a 21 anni, il 14 settembre del 2008, esordisce in Serie A in una partita contro il Siena. Nella sua prima stagione in Sardegna colleziona 10 presenze. Nell’estate del 2009 viene rinnovata la comproprietà con il Milan e Astori, complice l’addio di Diego López, diventa titolare. Il riscatto dell’altra metà del cartellino dalla società rossonera da parte del Cagliari, avviene il  22 giugno 2011Nella stagione 2011-2012 gioca le prime giornate di campionato da titolare, prima di subire la frattura del perone a seguito di un intervento di Ezequiel Lavezzi, nella gara Cagliari-Napoli. L’incidente gli causa uno stop di circa tre mesi. Nelle due stagioni successive le prestazioni di Davide risultano essere altalenanti, mettendo assieme buone partite a performance meno buone. Ma comunque il 23 luglio 2014 rinnova con la squadra sarda per tre anni, firmando un contratto fino al 2017.

Il 24 luglio 2014 viene ufficializzato il passaggio del giocatore in prestito alla Roma, a fronte del riconoscimento di un corrispettivo di 2 milioni di euro. Il 30 agosto fa il suo esordio ufficiale contro la Fiorentina, partita terminata con il successo dei giallorossi per 2 a 0. Il 19 settembre debutta ufficialmente in Champions League, durante il match giocato contro i russi del CSKA Mosca. Il 6 gennaio 2015 segna il suo primo gol in giallorosso, rete che permetterà alla Roma di vincere per 1 a 0 sul campo dell’Udinese. Conclude la sua stagione in giallorosso, totalizzando 29 presenze ed 1 rete.

Dopo essere rientrato dal prestito dalla Roma, il 4 agosto 2015 viene ufficializzato il suo passaggio alla Fiorentina in prestito oneroso per 1 milione di euro con obbligo di riscatto fissato a 4 milioni più 1 milione di bonus. Con i viola firma un contratto quadriennale. L’esordio in maglia viola è datato 23 agosto nella partita di campionato Fiorentina-Milan. Si impone subito titolare della formazione gigliata. A fine stagione viene riscattato per 5 milioni dal Cagliari. Il 26 ottobre 2016 segna il suo primo gol in maglia viola nella partita di campionato Crotone-Fiorentina (1-1). Nella stagione 2017-2018, in seguito all’addio di Gonzalo Javier Rodríguez, viene nominato capitano.

Una carriera completa quella di Davide Astori che ha militato anche in Nazionale. Dopo aver giocato quattro gare con la formazione Under 18, il 6 agosto 2010 viene convocato per la prima volta in nazionale maggiore dal neo CT Cesare PrandelliIl suo esordio avviene il 29 marzo 2011, a 24 anni, nell’amichevole Ucraina-Italia. Il 3 giugno 2013 il CT include il suo nome nella lista dei 23 giocatori che parteciperanno alla FIFA Confederations Cup 2013 in Brasile. Segna il suo primo gol in nazionale il 30 giugno 2013 durante la competizione in Brasile, nella finale per il terzo posto giocata contro l’Uruguay. Si tratta del primo gol di un giocatore del Cagliari in nazionale dopo quarant’anni; l’ultimo era stato Gigi Riva in Italia-Svizzera 2-0, il 20 ottobre 1973.

Questa la storia di Davide Astori, un ragazzo che meritava una fine diversa, che aveva ancora tante pagine da scrivere nella sua storia e che purtroppo è stato fermato troppo presto dalla sua stessa vita. Un calciatore sì, ma “per hobby” diceva scherzando. Era tenace e molto disciplinato, amava il suo lavoro e lo prendeva sul serio, ma mai troppo. Era anche un ragazzo appassionato di architettura, nello specifico di design e amava le canzoni di Luciano Ligabue.

La redazione di Snap Italy rivolge le più sentite condoglianze alla famiglia, augurandosi che trovino la forza necessaria per superare un momento come questo e promettendo loro che il mondo dello sport non dimenticherà Davide, né oggi né mai.

Chiara Rocca