come home
28 Marzo 2017   •   Snap Italy

Comehome!: la startup per fare amicizia in modo informale

«Comehome! è una startup digitale pensata per partecipare a feste o cene tra sconosciuti organizzate nell’ambiente informale di una casa, consentendo la conoscenza di persone sempre nuove a seconda dei propri gusti»

ComeHome!, l’idea di quattro ragazzi di Milano funziona in maniera semplice: l’utente iscritto va sul sito o scarica l’app, sceglie dal calendario degli eventi in programma il suo tipo ideale, controlla la fascia di età dei partecipanti e come si svolgerà la serata. Si accredita pagando solo due euro e ottiene l’indirizzo e il nome sul citofono solo poco tempo prima dell’inizio, favorendo il perdurare dell’effetto sorpresa. Su come home! gli utenti possono anche creare il proprio di evento ideando il format, descrivendo il tipo di serata, segnalando il numero di posti disponibili e informando gli utenti partecipanti di tutti i dettagli che servono.

Comehome!

Un servizio davvero geniale che sfrutta tecnologie e strumenti già esistenti ma in maniera del tutto differente. Può sembrare un format che non porta nulla di nuovo sul mercato ma, dopo un’attenta analisi con i protagonisti di questa startup, possiamo garantire che comehome! ha una portata sociale di tutto rispetto. Abbiamo avuto il piacere di parlarne direttamente con Michele Cesario, bocconiano responsabile comunicazione e marketing di comehome!

Ciao Michele, puoi raccontarci di voi e di com’è nata la vostra idea?

Siamo quattro ragazzi di Milano. Oltre a me che mi occupo di comunicazione e marketing c’è Daniele Chierchia, il nostro portavoce con la stampa, mentre Federico Santaroni e Andrea Vitale si occupano dello sviluppo e della gestione tecnica del sito web e delle applicazioni per dispositivi mobili. Viviamo qui ma in realtà veniamo da tutta Italia. Milano però è stata la città in cui alla fine ci siamo ritrovati dopo la conclusione dei nostri percorsi di studio e lavoro. Ho coinvolto in una prima fase Daniele, conosciuto in Argentina, il quale ne ha parlato a Federico e quest’ultimo ha tirato dentro Andrea. Così abbiamo creato il nostro fantastico team.

Comehome! nella sua semplicità nasconde però una forza sociale incredibile. In un momento in cui siamo affollati di app più o meno utili, pensi sarà di successo ?

Lo speriamo. Il motivo che ci ha spinto a investire tempo e denaro, a lasciare le nostre occupazioni precedenti, è proprio credere nel fatto che la cosa potesse funzionare, perché le persone hanno comunque un bisogno naturale di socializzare in un contesto digitale che tende troppo ad alterare o distorcere le relazioni. Lo scopo può essere definito un po’ filosofico, ma è quello che ci preme. “Sogniamo un mondo con più sorrisi e meno like” per sfruttare al meglio la tecnologia che il Web 2.0 ci offre, riscoprendo i meccanismi sociali più antichi.

Ho saputo che siete alla ricerca di nuove partnership con altre società di servizi, puoi raccontarci?

L’idea è quella di semplificare la vita ai nostri host, ovvero quelli che organizzano gli eventi nelle loro case, facilitandoli con promozioni o regali su servizi utili per il post-evento, come ad esempio le pulizie a casa il giorno dopo grazie alla startup partner Easyfeel, piuttosto che altri servizi. Al momento siamo organizzati con una sorta di scambio, dove le aziende pubblicizzano il loro servizio tramite i nostri canali offrendo agli host premi o sconti a quelli che organizzano gli eventi.

Avete anche dichiarato di cercare investitori, preferireste dunque capitali esterni o partner interni?

Promuoviamo entrambe le soluzioni, sia il partner esterno che investe e ci lascia più autonomia decisionale che quello inserito direttamente in società che contribuisce o influenza il business plan. Un altro punto interessante a cui stiamo pensando è di lanciare una campagna di crowdfunding che ci permetta di espandere il nostro progetto su altre piazze, una raccolta orientata alla crescita del business che premi i contributori più generosi.

Come descriveresti a un pubblico come quello romano che ancora non vi conosce, il vostro servizio?

L’idea è quella di far riscoprire alle persone il gusto dell’incontro nella vita reale, quindi nell’era dei social network ci siamo resi conto che questi strumenti non facevano che allontanare o alienare le persone piuttosto che farle incontrare nella vita reale. C’è molto della nostra storia dentro comehome, se penso ad esempio all’Erasmus dove sostanzialmente arrivi da solo in una nuova città, non hai nuovi amici, e tramite una situazione di eventi in casa si trova il modo più semplice per fare nuovi incontri, condividere interessi, passioni e divertirsi. La ricetta di comehome è la creazione di un social network offline nella vita reale delle persone dove la casa è il luogo per eccellenza che esprime familiarità.

Un punto debole su cui avete riflettuto a mezzo stampa è il superamento della diffidenza nell’ospitare sconosciuti. Pensi sia l’unica problematica a cui va incontro comehome!?

Sicuramente la diffidenza è un punto cardine su cui anche servizi come Airbnb incontrano difficoltà. È un limite che inficia il successo anche di comehome!, ma la mentalità delle persone può cambiare. Probabilmente anche la sicurezza e la privacy sono un tema di attualità nell’ospitare sconosciuti ma, allo stesso tempo, stiamo cercando di proteggere la nostra community anche attraverso dei meccanismi di feedback reale. La tecnologia di comehome! in fondo è solo un mezzo per connettere le persone, il resto è solo vita vera, abbracci e chiacchiere, che abbattono barriere e formalità tipiche di un locale pubblico.

Parliamo di numeri. Qual è il guadagno netto su ogni evento organizzato?

Al momento il guadagno netto è basso, siamo sui 2 euro. Stiamo testando vari modelli di business, tra cui quello di una piccola fee sulle transazioni, ma la maggior parte viene tuttavia investita sulla crescita, sull’espansione del servizio alla ricerca di nuovi host e tanti partecipanti.

Avete parlato spesso del goal dei 30000 utenti da raggiungere, qual è il significato di questo obiettivo?

È un numero che in realtà va visto su un orizzonte temporale, quindi prima dell’estate ci piacerebbe arrivare a quella cifra su Milano per poi avere la spinta per espanderci su altre città. Ciò si aggancia anche al discorso di trovare nuovi partner e investitori che credano nel progetto: cerchiamo persone che sposino la nostra filosofia fino in fondo.

Chiudiamo con una osservazione, se dovessi esportare come home a Roma quali pensi che sarebbero le differenze organizzative rispetto a Milano? 

Nonostante sia di origine calabrese, posso dire che Milano è un terreno molto fertile per fare business e creare nuove realtà di marketing, anche attraverso l’humus culturale fatto di mentalità più aperte. Roma d’altro canto è un universo più ampio e forse più difficile da aggredire. Lo sforzo maggiore che facciamo è adattarci al mercato in cui vogliamo sfondare, l’ingresso del nostro business su Roma sarà dunque influenzato da un piano marketing diverso.

Comehomers!

Ringraziando Michele, possiamo solo aggiungere che comehome! ha già raggiunto i 3500 utenti attivi che frequentano abitualmente (almeno 2 volte al mese) gli eventi organizzati. Grazie a una nutrita community di entusiasti, gli host presenti riescono a offrire ben 15 serate al mese. Quindi se siete a Milano, siete appena arrivati o semplicemente vi sentite soli, comehome! potrebbe essere la soluzione per cercare nuove amicizie.

Flavio Mezzanotte