06 Agosto 2019   •   Snap Italy

Come scegliere il personal trainer giusto? Ecco qualche consiglio

«Figura controversa come poche, grazie ai consigli degli esperti vediamo come scegliere il personal trainer giusto per il nostro corpo e per i nostri effettivi bisogni.»

La figura del Personal trainer in Italia è molto controversa. Ad oggi non esiste un albo del Personal Trainer e tutti si possono improvvisare come grandi professionisti. Eh sì, a parte qualche legge regionale ed una direttiva del CONI che regolarmente le associazioni sportive, ad oggi tutti possono fare il Personal Trainer aprendosi partita IVA. A livelli di titoli di studio la laurea in Scienze Motorie è sicuramente il percorso più importante, tuttavia non è finalizzato a lavorare in palestra e spesso il laureato, se non spinto dalla propria passione, continua ad avere importanti lacune. Dall’altra enti di divulgazione sportiva, riconosciuti dal CONI, certificano attraverso corsi di un weekend (o più), brevetti certificati di Personal Trainer validi per lavorare in associazioni sportive. Ma a questo punto la domanda d’obbligo è una: come scegliere il personal trainer per i nostri bisogni? Che competenze deve avere? Deve sceglierlo in base al fisico? (se è grosso/bello, farà diventare anche a me così?). Deve sceglierlo in base alla simpatia, o a quanti clienti ha?

Come scegliere il personal trainer giusto

Vediamo assieme come possiamo oggettivamente valutare un bravo personal trainer. La prima grossa scrematura tra un vero professionista ed un PT improvvisato è la capacità di creare un percorso personalizzato.

  1. Ha investito almeno una seduta in un colloquio iniziale, in test articolari, metabolici, posturali e sulla composizione corporea?
  2. Ha progettato un piano d’allenamento in base al punto 1. scegliendo i giusti esercizi, con i corretti ROM articolari, le corrette intensità e volumi d’allenamento?
  3. Ha stimato quanto ci vorrà per raggiungere l’obiettivo prefissato, con valutazioni intermedie per verificare come sta evolvendo il percorso?

Il bravo personal trainer lavora non ad ore ma ad obiettivi. Il cliente non paga la seduta dall’allenamento, ma paga il raggiungimento dell’obiettivo concordato. Questo non vuol dire che il personal trainer non debba intrattenere il cliente, anzi se è veramente bravo gli trasmetterà anche la sua passione. Ma il PT non è quello che ci conta le ripetizioni e ci fa passare un’ora motivandoci ad andare in palestra, è un professionista che lavora per obiettivi e che fa ottenere un risultato.

Oltre a questo, è importante per un personal trainer avere un portafoglio clienti pregresso, dove possa mostrare al cliente i suoi casi di successo e la sua reale esperienza. Il cliente può così valutare come lavora il PT e che risultati (tenendo presente la genetica e l’impegno) può far ottenere.

come scegliere il personal trainer giusto

Conclusioni e riflessioni sulla palestra

Per concludere ad oggi l’ambiente palestra è governato dalle mode, dai miti e purtroppo pure dal doping (bisogna denunciare che spesso la maggior parte delle trasformazioni fisiche sono da imputare all’utilizzo di sostanze vietate dalla legge). Per questo c’è assolutamente la necessità di alzare il livello, fornendo ai personal trainer sia un bagaglio teorico (anatomia, biomeccanica, fisiologia, ecc.) ma che soprattutto si possa ricollegare con la pratica.

Oggi alcuni conoscono ma non sanno applicarlo, mentre altri “praticoni” sanno cosa fare ma non sanno perché lo fanno. L’unione delle due cose può così finalmente creare una figura nuova di Personal Trainer, che si stacchi dallo stereotipo classico che troppo spesso si trova in palestra.

Dott. Andrea Biasci