tour a Milano
19 Aprile 2017   •   Carolina Attanasio

Città mordi e fuggi: un tour a Milano in due giorni

«Lasciate perdere la nebbia, un tour a Milano vale tanto oro quanto pesa: ecco un itinerario semi-classico per le vie del capoluogo meneghino»

Qualche giorno fa, a Roma, ero al banco dei salumi del supermercato, chiacchierando amorevolmente con la salumiera – che per comodità chiameremo Enza – del più e del meno, e a un certo punto viene fuori che devo andare a Milano: Enza smette all’istante di affettare il San Daniele e mi guarda, disperata, come il tifoso medio della Roma guarderebbe Totti il giorno del suo ritiro. Riprende ad affettare e mi chiede perché, per come, spera che non sia definitivo, mi augura buona fortuna. Esco dal supermercato e mi sento quasi in colpa a tradire Roma, la città che mi ha adottata, per passare 48 ore da fedifraga a Milano. Poi penso che la città meneghina ha davvero una bella sfiga, così mal vista da tutti, “piove sempre”, “c’è la nebbia”, “non troverai mai un cornetto decente”, “che tristezza” e via dicendo. Io per prima l’ho sempre guardata un po’ così, di traverso, come si guarda la prima della classe. Perché Milano, checché se ne dica, è la più brava e – col passare del tempo – si sta lentamente liberando degli stereotipi che l’avvolgono insieme alla nebbia, dimostrando di essere la più europea delle città italiane: si rinnova, si innova, non senza difficoltà, ma almeno ci prova. È vivibile, certo più della Roma degli ultimi tempi e sempre più fa spazio alla cultura, favorendo i mecenati e quella borghesia sottotraccia che vuol dare il proprio contributo alla città. Organizzare un tour a Milano in due giorni non è difficile, è stra-collegata (anche piuttosto velocemente) e gli spostamenti in città sono agevoli. Non si può prescindere dal visitare i luoghi culto. Scarpe comode e via.

Primo giorno

Partite presto, molto presto se vivete da Roma in giù, così da essere in città in mattinata. Il nostro tour a Milano inizia mangiando: se arrivate alla stazione Centrale (o “in Centrale”, meglio che impariate il gergo), andate dritti da Pavé, a pochi passi: colazione a base di brioches, crostate e, tocco di stile, pane  burro e marmellata, ed è subito nonna. Da qui in poi scegliete se muovervi in metro o farvi una bella passeggiata verso il centro, da Porta Nuova arrivate a Brera, la sublimazione di tutto l’understatement milanese: palazzine dai cortili sobri e posh come solo a Milano, auto dai vetri scuri che scivolano silenziosamente tra i viali di ciottoli e pietra. Un salto alla Pinacoteca di Brera (biglietto a 10 €) è un dovere morale, alcuni dei più grandi capolavori dell’arte mondiale sono custoditi qui, per dirvene un paio, Il Bacio di Hayez e lo Sposalizio della Vergine di Raffaello. Visto che non siete ancora sazi di bellezza, a poca distanza raggiungete il Castello Sforzesco (biglietto 5 €): odiato per secoli dai milanesi, perché simbolo di tirannia e dominazioni straniere, a partire dall’Unità d’Italia diventa il simbolo di aggregazione culturale della città.

Fame? Non so voi, ma io da brava campana punto sempre al mare, che da Milano non si vede neanche col telescopio, in compenso mangiare pesce si può e si deve: non lontano siete già in Brasile, da Temakinho Brera, cucina fusion giappo-brasiliana a base di pesce freschissimo e pareti colorate. Se invece è l’aria di Puglia che cercate, provate poco più avanti, da Pescaria: da Polignano a Mare con amore, panini “ignoranti” e buonissimi col pesce di mamma Puglia.

Non c’è tempo per la siesta, il tour a Milano continua. Sazi e soddisfatti, raggiungete il centro nevralgico della città, il Duomo (biglietti dai 3 ai 16 €). Se ne sta lì, freddo e altezzoso, sembra piovuto dal cielo in mezzo alle palazzine e alla Galleria neorinascimentale.  La Madunina, sulla guglia più alta, protegge la città dal 1774. Sulla sinistra, la Galleria Vittorio Emanuele II è un’ottima scusa per lo shopping (se la carta di credito è coraggiosa) oppure per dar sfogo alla scaramanzia, roteando col piede destro sulle “palle del toro”, il mosaico portafortuna sul pavimento dell’ottagono. D’obbligo una visita allOsservatorio di Fondazione Prada (ve ne abbiamo parlato qui), tra mostre fotografiche e vista mozzafiato sui tetti della Galleria (biglietto 10 € con cui potete visitare anche la sede principale di Largo Isacco, 2). Uscendo dal lato opposto della Galleria, incontrate il Teatro alla Scala,  e non c’è bisogno che siate dei fanatici dell’Opera per concedervi comunque una visita in uno dei più celebri palchi italiani (biglietto 7 €).

In tour a Milano senza fare l’aperitivo? Giammai. Teniamoci sul classico, al Bar Straf di via San Raffaele potrete dire di aver fatto il tipico ape alla milanese.  In serata vale la pena spostarsi sui Navigli, grondanti locali e ristorantini e, in seconda serata, infilarsi nel primo Gin Bar di Milano, il Gin012, solo per bevitori di un certo livello: oltre settanta tipi di etichette e a fine serata non avrete altro gin tonic all’infuori di quello servito qui.

Secondo giorno

Altro round del vostro tour a Milano: il leggero cerchio alla testa, eredità della sera precedente, lo potete placare facendo colazione alla storica Pasticceria Cucchi, in corso Genova, dal 1936 marchio di fabbrica delle colazioni milanesi e famosa per il suo budino di riso.

Fatto il pieno di zuccheri come se non ci fosse un domani, avete le forze per andare a Santa Maria delle Grazie e ammirare Il Cenacolo Vinciano, meglio conosciuto come l’Ultima Cena, capolavoro assoluto di Leonardo Da Vinci e Patrimonio dell’Umanità Unesco. Da qui, in pochi minuti, si arriva alla Basilica di Sant’Ambrogio, gioiello paleocristiano e medievale e seconda chiesa per importanza a Milano. Nella cripta sono custodite le spoglie dei Santi Ambrogio,  Gervaso e Protaso. Tornando verso il centro, fate una pausa in Piazza dei Mercanti, il centro cittadino nel medioevo, ancora oggi ricca di fascino e oasi di tranquillità a due passi dal Duomo; qui ha sede Palazzo della Ragione, uno dei broletti di Milano, ossia il luogo dove si svolgevano le assemblee di giustizia e – in seguito – sede consolare.  Il Palazzo è attualmente il luogo che raccoglie le più importanti mostre fotografiche in città.

A pranzo svincolatevi dai menù turistici e trovate il tempo di andare a Chinatown a godervi una piccola chicca dello street food, la Ravioleria Sarpi, nata dall’inusuale incontro tra un ragazzo cinese laureato alla Bocconi e un macellaio, che si sono messi in testa di fare ravioli cinesi con ingredienti di massima qualità italiani, il risultato è quanto di più accurato e buono potete trovare in tutta Milano.

Prima di ripartire, datevi allo shopping. Per i più ricercati, d’obbligo è una tappa da 10 Corso Como, lo spazio polifunzionale voluto da Carla Sozzani, sorella della scomparsa Franca (Direttrice di Vogue Italia, ndr); al suo interno c’è posto per mostre ed esposizioni, circondate da un concept store che spazia dall’abbigliamento super selezionato agli accessori per la casa e la persona. I prezzi sono sopra la media ma la particolarità del posto vale comunque una visita.

Il tour a Milano non può che finire con l’aperitivo pre-partenza, quello che vi consiglio è veramente “col botto”: da Ceresio 7, il cui nome indica anche l’indirizzo. L’aperitivo è sopra la media, soprattutto perché siete su un terrazzo panoramico con piscina e la vista è da vera metropoli internazionale.

E chissà che stavolta non torniate a casa con un po’ di Milano nel cuore.

Carolina Attanasio