esultanze più strane
08 Marzo 2018   •   Snap Italy

Esultanze più strane dei nostri campioni: calciatori… un po’ attori

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«Ecco cinque campioni del pallone e alcune delle loro esultanze più strane. Perché quando si segna la gioia è incontenibile e da calciatori si diventa un po’… attori.»

La felicità dopo un gol è incontenibile, si sa, ed i calciatori non perdono mai occasione per sfogare tutta la tensione accumulata sul campo. Le loro, più che semplici manifestazioni di uno stato d’animo, sono ormai veri e propri riti. Sì, sto parlando delle esultanze, o meglio, delle esultanze più strane dei nostri campioni.  Recitate da premio Oscar o spontanee da bambini, le esultanze più strane ogni volta riescono a coinvolgere gli spalti dello stadio carichi di tifosi emozionati, che non aspettano altro se non condividere quel momento con i loro beniamini.

Un tempo questa esplosione di gioia si riversava nelle scritte stampate su delle magliette indossate prima della partita e sotto la maglia della propria squadra, ma questa usanza è venuta sempre meno a causa delle troppe ammonizioni. Nonostante tali rischi le esultanze non hanno mai smesso di esistere e ancora oggi riescono a suscitare ira, polemiche, gioia e divertimento. Perciò andiamo a ricordare 5 tra le esultanze più strane di sempre.

Francesco Totti, Roma-Lazio 2-2 (2015)

È l’11 gennaio 2015 e si sta giocando il derby di Roma. La Lazio è in vantaggio di due gol, la Roma freme. Poi entra il capitano, Francesco Totti, la vera speranza per tutti i tifosi romanisti, colui che non delude mai. E anche questa volta Il Capitano si rivela  all’altezza delle aspettative: segna due gol permettendo ai giallorossi di raggiungere il pareggio.

Dopo la seconda rete, arrivata con una superba sforbiciata, Totti prende lo smartphone dal preparatore dei portieri Guido Nanni e scatta un selfie con la sua amata curva. Un gesto che fa di questa foto una delle esultanze più strane e amate di sempre, alla pari di quella volta con la maglietta “vi ho purgato ancora” esibita in un vecchio derby.

Alessandro Florenzi, Roma-Cagliari 2-0 (2014)

Siamo al 21 settembre 2014. Per la prima volta nella sua vita, la nonna del terzino della Roma, Alessandro Florenzi, va allo stadio ad assistere alla partita del nipote. Dopo aver segnato il secondo gol contro il Cagliari, portando quindi ancor più vantaggio la sua squadra, Florenzi scatena la sua gioia scavalcando le tribune per andare dalla nonna ed abbracciarla. Un gesto che ha scaldato i cuori di tanti.

Mario Balotelli, Italia-Germania 2-0 (2012)

Dopo i Mondiali del 2006, la Nazionale italiana ha dato prova della sua bravura negli Europei del 2012. Nonostante la sconfitta contro la Spagna, la semifinale giocata con la Germania è da ricordare per le grandi tecniche adoperate, per il gioco di squadra e per la grinta. Quella stessa grinta sfoggiata da Mario Balotelli.

Dopo due gol, uno di testa e uno di destro da fuori area, Balotelli si atteggia a statua quasi a sfidare le critiche ricevute quell’anno. Si tira quindi su la maglietta mostrando i muscoli e rimane così, immobile. A scomporlo neanche l’abbraccio di Claudio Marchisio. Questa esultanza è stata riusata numerosissime volte ed è rimasta una delle esultanze più strane e apprezzate di sempre.

Alessandro Del Piero, Inter-Juventus 1-2 (2006)

Siamo verso la fine della partita, precisamente a cinque minuti dalla fine. Inter e Juve sono pari. A ribaltare la situazione è Alessandro Del Piero che con estrema destrezza segna una punizione perfetta che va così a decretare la vittoria della Juventus. La sua esultanza è un puro gesto estintivo e brillante: la linguaccia. Diventato il suo “marchio di fabbrica”, questo modo di gioire è stato copiato da molti altri giocatori a seguire.

Fabio Grosso, Italia-Francia 1-1, 5-3 d.c.r. (2006)

Mondiali del 2006. Finale Italia-Francia. I supplementari finiscono 1-1. Si arriva ai rigori. Inizia l’Italia: Pirlo segna ma la Francia risponde subito. Seguono anche Materazzi, De Rossi, Del Piero. Alla fine la responsabilità della vittoria è nei “piedi” di Fabio Grosso. Ansia, timore, attesa. Ma l’italiano non sbaglia. Il suo è un vero e proprio sfogo: braccia aperte, urlo al cielo e poi corsa verso i suoi compagni. Una torre umana azzurra che fa commuovere l’Italia intera.

Chiara Famooss Paolini

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