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28 Gennaio 2022   •   Emanuele Bellizzi

Arcieri italiani: chi sono i nostri Robin Hood

«Da Giancarlo Ferrari, autentico capostipite del tiro con l’arco in Italia, a Lucilla Boari ecco 5 tra i migliori arcieri italiani, in grado di centrare medaglie olimpiche e la gloria eterna.»

Contrariamente a tanti altri sportivi di loro si parla poco, un po’ perché la copertura televisiva non è delle migliori, un po’ perché il tiro con l’arco è uno sport di nicchia, che richiede caratteristiche tecniche e fisiche non da tutti. Eppure, soprattutto durante le Olimpiadi, l’Italia intera “si desta”, diventando la prima tifosa degli arcieri italiani, piccoli grandi Robin Hood in grado di competere con autentiche corazzate come USA e soprattutto Corea del Sud, dove questa disciplina è sport nazionale e, ancora più profondamente, un fatto culturale senza eguali al mondo. Ad ogni modo, nonostante tutte queste difficoltà, l’Italia si è saputa imporre, trovando nel corso degli anni tanti protagonisti differenti, in grado non solo di portare a casa diverse medaglie olimpiche (sono 9 ad oggi), ma anche di “centrare” la gloria eterna. In effetti, per quanto mediaticamente non abbiano lo stesso appeal di tanti altri sportivi, tutti amano gli arcieri italiani, invidiando la loro incredibile concentrazione e quell’attrezzatura così complessa e affascinante al loro seguito.

A questo proposito, se anche voi sognate di entrare in questo club ristretto vi consigliamo di correre ad iscrivervi in una delle scuole di tiro con l’arco presenti in Italia e, una volta certi che questo potrà essere il vostro futuro, fare un giro in un negozio online di specialità di tiro con l’arco e balestre. Vera e propria Mecca per amanti di archi e balestre, qui troverete tutto quello che vi serve per diventare un vero arciere, dal riser (corpo centrale dell’arco dove vengono montati la maggior parte degli accessori) al rest (poggiafrecce), senza dimenticare dragona (cordino che lega l’arco alla mano dell’arciere) e patella (protezione per le dita). Tuttavia, è bene sottolinearlo, per arrivare al livello di questi mostri sacri ci vogliono anni di allenamento e duri sacrifici, oltre a qualità tecniche davvero fuori dal comune. Eppure sognare non costa nulla e chissà che anche voi, un giorno, possiate entrare a far parte del ristretto club degli arcieri italiani più vincenti come questi 5 autentici fenomeni.

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Giancarlo Ferrari, il capostipite degli arcieri italiani

Se il tiro con l’arco si è sviluppato in Italia, portando all’apertura di diverse scuole dislocate in tutto lo Stivale, molto lo si deve a Giancarlo Ferrari, classe 1942 che vanta all’attivo ben 5 partecipazioni alle Olimpiadi (ininterrottamente dal 1972 al 1988) e ben 2 medaglie, conquistate nella prova individuale. Si tratta più nello specifico di due medaglie di bronzo, conquistate rispettivamente a Montreal nel 1976 e a Mosca (1980), nelle cosiddette “Olimpiadi del boicottaggio”. Bronzi per certi versi inaspettati, giunti a margine di un evento molto diverso all’attuale tiro con l’arco. Nel ’76, infatti, la gara consisteva in un doppio round FITA, con ogni round che vedeva gli arcieri scoccare 36 frecce per ciascuna delle quattro distanze: 90, 50, 70 e 30 metri. Ad imporsi l’americano Darrell Pace (nominato dalla federazione mondiale “arciere del secolo”), mentre il secondo posto se lo prese il giapponese Hiroshi Michinaga. Terzo il nostro Ferrari, capace, a sorpresa, di buttare giù dal podio Richard McKinney, considerato alla vigilia tra i grandi favoriti. Un vero e proprio capolavoro che Giancarlo Ferrari ripeté a Mosca ’80, superato soltano dal finlandese Tomi Poikolainen e dall’arciere sovietico Boris Isachenko. Negli anni successivi, invece, solo qualche piazzamento, ma se l’Italia è diventata tra le nazioni di riferimento nel tiro con l’arco lo si deve all’arciere di Abbiategrasso.

L’en plein di Michele Frangilli

Dopo diversi anni di magre consolazioni il riscatto (e che riscatto) arriva alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, dove inizia la rincorsa all’oro di Michele Frangilli. Classe 1976, l’arciere di Gallarate eredita la passione per l’arco dai genitori, diventando in brevissimo tempo uno degli arcieri italiani più famosi del circuito. Alla sua prima Olimpiade, infatti, poco più che ventenne, Frangilli porta a casa un ottimo 6° posto nella prova individuale e uno storico bronzo nella prova a squadre assieme a Matteo Bisiani e Andrea Parenti. Quattro anni dopo, a Sydney, un altro grande traguardo per gli azzurri, con Frangilli, Bisiani e la new entry Ilario Di Buò che si arrendono solo in finale alla corazzata coreana, conquistando comunque uno splendido argento. Corea del Sud che peraltro inaugurerà proprio in terra australiana il suo dominio nel tiro con l’arco a squadre, vincendo l’oro anche ad Atene (nel 2004) e a Pechino (nel 2008, ancora a spese dell’Italia). Nelle Olimpiadi di Londra nel 2012, però, succede quello che nessuno poteva pronosticare. Il trio azzurro (Frangilli, Galiazzo e Nespoli), infatti, dopo aver eliminato Taipei Cinese, Cina e Messico giunge nuovamente in finale, dove ad attenderlo ci sono gli USA, in grado di interrompere in semifinale il monopolio coreano. La finale è bellissima, con Frangilli che grazie ad un “10” all’ultima freccia completa il suo favoloso en plein (oro, argento e bronzo olimpico), regalando all’Italia la prima storica medaglia d’oro nella prova a squadre.

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Mauro Nespoli

Tra gli arcieri italiani più famosi non possiamo certamente dimenticare Mauro Nespoli, che di medaglie olimpiche ne ha vinte 3 (2 argenti e un oro), conquistando anche diversi titoli mondiali ed europei. Classe 1987, nativo di Voghera, Nespoli entra a contatto con il mondo del tiro con l’arco all’età di 10 anni, ad Aprica mentre è in vacanza con la famiglia. Di lì in poi una lunga scalata verso il successo, iniziata nel 2008 a Pechino con la vittoria dell’argento a squadre. Nel 2012, invece, il clamoroso oro insieme a Galiazzo e Frangilli, che ha portato ulteriormente sotto le luci della ribalta questo arciere con la faccia da eterno bambino, cresciuto nel mito di Robin Hood e sempre pronto a dare una mano a chi è stato meno fortunato di lui. Prima della spedizione in terra cinese, ad esempio, Nespoli aveva messo all’asta il suo arco per contribuire a coprire i costi esorbitanti delle cure cui doveva sottoporsi l’arciere Yaron Tal, colpito da un tumore. Ciliegina sulla torta ad una carriera strepitosa ma ancora ben lontana dall’essersi conclusa, l’argento nel concorso individuale vinto a Tokyo nel 2021. Un traguardo raggiunto a suon di allenamenti (oltre 400 frecce scoccate al giorno in preparazione alla kermesse giapponese) e con la musica di Bob Marley ad accompagnarlo durante gli allenamenti. Talento purissimo che all’Italia sportiva ha dato tanto, ma che di fermarsi non ne ha nessuna intenzione.

Il primo oro non si scorda mai: Marco Galiazzo

Probabilmente è stato insieme a Frangilli e Ferrari il primo vero simbolo dell’arco azzurro, anche perché è stato il primo arciere italiano a conquistare una medaglia d’oro ai giochi olimpici. Una storia quella di Galiazzo che inizia nel 1991, quando papà Adriano si appassiona assieme a Marco (appena 8 anni all’epoca) al tiro con l’arco. Sport che Galiazzo non lascerà più e che darà soddisfazioni a non finire, come la convocazione ad appena 16 anni nella nazionale italiana. Nel 2004, invece, arriva la prima Olimpiade, cui il “Robin Hood con gli occhiali da vista” arriva in punta di piedi, avendo collezionato “solo” un secondo posto ai Mondiali Juniores indoor del 2001 e un primo posto ai Campionati Europei del 2004. Eppure quella di Galiazzo è una cavalcata inarrestabile, che tiene milioni di italiani incollati alla tv. Nelle qualificazioni, infatti, l’arciere azzurro si prende un inaspettato terzo posto, interrompendo insieme allo svedese Magnus Petersson l’egemonia coreana (3 atleti nei primi 5 posti). Poi, nella fase ad eliminazione diretta, un vero e proprio capolavoro quello confezionato dall’arciere padovano, che dopo aver sconfitto Ilario Di Buò negli ottavi batte Vic Wunderle ai quarti, Laurence Godfrey in semifinale e in finale il giapponese Hiroshi Yamamoto, già bronzo a Los Angeles ’84 e dato da tutti grande favorito. Quella di Galiazzo, però, è una gara perfetta, vinta 111-109 al Panathinaiko Stadium, luogo storico dove l’Italia mette al collo la sua prima (e finora unica) medaglia d’oro nell’arco individuale. Di fatto un’impresa quasi irripetibile, cui Galiazzo ha fatto seguire un argento e un oro vinti nella competizione a squadre, conquistate rispettivamente a Pechino (nel 2008) e a Londra (nel 2012). Chi sia l’arciere italiano più forte di tutti i tempi è difficile stabilirlo, ma tra i più vincenti c’è sicuramente Marco Galiazzo.

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Lucilla Boari: un po’ di rosa tra gli arcieri italiani

Concludiamo la nostra raccolta con gli arcieri italiani più famosi tingendo la top5 di rosa. Proprio a Tokyo 2021, infatti, è arrivata la prima medaglia nell’individuale femminile, un bronzo, portato a casa da Lucilla Boari. Nata a Mantova nel 1997, anche Lucilla si avvicina da giovanissima al mondo dell’arco, scoccando la sua prima freccia ad appena 7 anni. Poi l’entrata nelle Fiamme Gialle, e nel 2016 la convocazione appena 19enne per le Olimpiadi di Rio de Janeiro. In Brasile la Boari stupisce tutti, portandoci assieme a Claudia Mandia e Guendalina Sartori al quarto posto nella prova a squadre, miglior risultato di sempre per la selezione femminile azzurra. Un bronzo solo sfiorato che comunque ha fatto appassionare tutto lo Stivale, alla scoperta finalmente anche dell’arco femminile. Successivamente, dopo l’oro individuale conquistato a Tarragona nei Giochi del Mediteranneo del 2018 e l’oro nella prova mista conquistato agli Europei di Minsk nel 2019, la Boari torna alle Olimpiadi, presentandosi a Tokyo senza i favori del pronostico ma con la voglia di vendicare la beffa di Rio. Missione affatto semplice, inziata peraltro con il 23° posto conquistato nel round di qualificazione, cui l’arciere di Mantova, però, fa seguire una seconda fase da urlo, culminata con il clamoroso bronzo strappato a Mackenzie Brown nella finale 3°-4° posto. Un traguardo storico, che porta Lucilla Boari tra le sportive italiane più amate dell’era moderna.

Foto copertina: profilo Instagram Mauro Nespoli – Credit: @photoblog_jc