28 Ottobre 2018   •   Snap Italy

Arbitri italiani: da Gonella a Collina ecco le giacchette nere più famose

«Ecco cinque figure emblematiche che ben rappresentano la qualità in campo. Parliamo degli arbitri italiani, spesso al centro delle polemiche ma, per storia e tradizione, apprezzati in tutto il mondo»

Una figura molto controversa quella dell’arbitro. Se non fosse per la sua maglietta gialla o fucsia (nera qualche anno fa), quasi lo si potrebbe confondere per un calciatore qualsiasi. Corre da una parte all’altra del campo, si inquieta se qualcosa va per il verso sbagliato, fatica. Insomma, è quella figura che ben si amalgama al resto dei componenti. Il problema sorge con l’altra parte della sua attività, quella più tecnica. Ed è proprio lì che sta tutta la difficoltà di questo mestiere. Ogni qualvolta arriva il momento di intervenire, l’arbitro corre sempre il rischio di essere insultato, fischiato, non apprezzato, deriso. Non proprio una passeggiata, ecco. Per non parlare poi di tutte le insinuazioni (come “arbitro venduto”) a cui spesso sono sottoposti. Eppure gli arbitri italiani vengono da una scuola apprezzata in tutto il mondo, tant’è che, Nazionale e squadre italiane permettendo, vengono designati per dirigere le finali delle più importanti competizioni calcistiche.

Un’attività difficile, dunque, ma che riesce sempre ad attrarre a sé ottimi elementi. Del resto in tanti hanno provato a lasciare un segno nella storia dello sport, provando a distinguersi per imparzialità, perfetta conoscenza tecnica e tanta pazienza. Oggi cerchiamo di ricordare qualcuno tra i migliori arbitri italiani, perché è sempre importante prendere ispirazione da chi ne sa qualcosa in più di noi.

Sergio Gonella

Classe 1933, esordisce in serie A negli anni Sessanta. Si conquista fin da subito la fama di giudice imparziale e severo, e negli Settanta inizia a dirigere gare internazionali. Gli viene riconosciuto il suo buon lavoro con l’ambìto Premio Mauro e smise di arbitrare nel 1978 con ben centosettantacinque presenze in serie A. Intraprende poi la carriera di dirigente portando avanti l’incarico di designatore di arbitri di serie C1, C2 e A. Convinto sostenitore dell’imparzialità di un tale ruolo, nel 1998 diventa presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) e nel 2013 entra nella Hall of Fame del calcio italiano.

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Luca Banti

Classe 1974, diviene arbitro nel 1991 per poi esordire in serie A nel 2005, anno in cui vince anche il Premio Giorgio Bernardi come miglior arbitro debuttante. Si fa subito riconoscere quindi tanto che ben presto arriva ad essere inserito tra gli arbitri internazionali dalla FIFA per poi essere chiamato ad arbitrare dalla UEFA. Nel 2014 esordisce in Europa League, nella fase ad eliminazione diretta, per poi passare alla stagione delle coppe europee. Infine viene designato come direttore di gara della finale di Supercoppa Italiana, disputata a Shangai tra Juventus e Lazio.

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Pierluigi Collina

Classe 1960, è iscritto alla sezione AIA di Viareggio. Esempio di determinazione e carattere, è stato considerato dalla IFFHS, la Federazione mondiale degli storici e degli statistici del calcio con sede in Germania, l’arbitro migliore al mondo. Inoltre, gli è stato riconosciuto il valore del suo operato tramite l’assegnazione di diversi premi, dal Premio Bernardi del 1992 al Premio Mauro del 1999. Posato il fischietto nel 2005, da allora ha portato avanti la carriera da dirigente, diventando supervisore degli arbitri della Federazione calcistica dell’Ucraina e poi nel 2017 divenendo presidente della Commissione Arbitri della FIFA. Dal 2011 è anche membro della Hall of Fame del calcio italiano.

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By Football.ua [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

Nicola Rizzoli

Classe 1971, è il terzo arbitro italiano, insieme a Sergio Gonella e Pierluigi Collina, a dirigere una finale ai Mondiali di calcio nel 2014. Grazie alla sua precisione, è stato anche tra i pochi eletti arbitri italiani ad avere l’onore di lavorare in Champions League e nella Coppa UEFA. Per due anni di fila, 2014-2015, ha vinto il premio come miglior arbitro secondo l’IFFHS, per poi ricevere anche il Premio Giulio Campanati come miglior direttore di gara del Campionato Europeo di Calcio UEFA Francia 2016. Un concentrato di orgoglio italiano che ha deciso di posare il fischietto nel 2017.

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Stefano Braschi

Classe 1957, appartiene alla sezione AIA di Prato. Esordisce in serie A nel 1992 per poi diventare arbitro internazionale nel 1996. Nel 1998 gli viene assegnata la finale di Coppa delle Coppe e poco dopo viene premiato con il Premio Mauro per le sue prestazioni. Nonostante questo, è stato più volte coinvolto in situazioni ambigue, come quando ammonisce tre giocatori interisti per una protesta troppo accesa durante la partita Inter – Parma di Coppa Italia, o come quando, nel 2003, firma un contratto da dirigente con il Siena senza averne l’autorizzazione. Successivamente riceve la riabilitazione e nel 2010 diviene referente della Commissione Arbitri Nazionale di serie A.

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Chiara Famooss