adozione a distanza
08 Giugno 2020   •   Redazione

Adozione a distanza: un modo per aiutare i bambini in difficoltà

«Un piccolo sforzo per quasi tutti noi, un grande aiuto per chi è in difficoltà: tutto quello che c’è da sapere sull’adozione a distanza.»

L’adozione a distanza permette di dare una forma di sostentamento ai bambini che si trovano in uno stato di necessità, cosicché possano ricevere un aiuto nello stesso contesto in cui vivono. L’importo con cui si può offrire tale ausilio può essere minimo, partendo da 50 centesimi al giorno: una cifra non è esigua come può sembrare, perché permette di garantire ai bambini del cibo, istruzione, cure mediche e assistenza sanitaria (una delle organizzazioni no profit è Aleimar).

L’erogazione è periodica e circoscritta in un dato orizzonte temporale da parte di coloro – una o più persone fisiche o  altri soggetti – che si adoperano ad elargire una  somma di denaro ad una organizzazione, affinché la impieghi per la realizzazione di progetti di solidarietà internazionale. Oltre all’obiettivo del sostentamento di bambini che si trovino in condizioni di rischio povertà ed emarginazione, c’è anche quello favorire la relazione interpersonale tra sostenitori e beneficiari, creando un rapporto di vicinanza umana e di conoscenza.

Opzioni supplementari

Nel caso ci siano dei problemi nel sostenere a distanza un bambino, si ricorre spesso alle case famiglia o all’inserimento del bambino – in maniera provvisoria – in centri di accoglienza dedicati. Con la cifra indicato ad esempio  si giunge a coprire la totalità dei bisogni del bambino. Nel caso in cui la cifra aumenti,  si diviene gli unici sostenitori del bambino. Il sostenitore può scegliere  la periodicità con cui effettuare il versamento, che può essere mensile, trimestrale, semestrale o annuale. Se ci sono un  gruppo di persone, amici, colleghi, conoscenti che desiderino  sostenere insieme un bambino, l’adozione a distanza diventa “collettiva”.

Ruoli ed evoluzione

Le organizzazioni sono autonome e indipendenti, e lavorano a fianco dei referenti locali per comprendere la situazione reale e migliorare gli aspetti critici come l’alimentazione, l’istruzione, la protezione dei bambini e la salute. Sono sempre enti o organizzazioni senza scopo di lucro che sollecitano questi  progetti curandone l’attuazione, attraverso la raccolta e la destinazione dei fondi e la promozione, tramite la sua mediazione, della relazione tra sostenitori e beneficiari. C’è poi il “Referente del progetto”, ovvero la persona fisica che su designazione e per conto dell’Organizzazione  cura la gestione del progetto di solidarietà, mantiene rapporti continuativi con il referente locale e con il sostenitore: a lui garantisce adeguata informazione circa l’attuazione del progetto e la destinazione dei relativi fondi. Il “Referente locale” è invece la persona, individuata dall’Organizzazione che garantisce il contatto con i beneficiari del progetto ed il loro coinvolgimento. Si occupa di attuare il progetto e provvede alle destinazioni concrete del sostegno erogato.

adozione a distanza

Un’evoluzione dell’adozione a distanza si esplica anche con progetti come quello che garantisce il diritto all’istruzione in Paesi dove studiare è arduo: le classi  italiane possono ad esempio gemellarsi con una classe di una scuola in uno di paesi che necessitano di sostentamento, donando materiale didattico, erogazioni economiche. Oppure sostenere l’alimentazione equilibrata nei bambini in quei paesi in cui la popolazione vive in villaggi rurali ed è dedita prevalentemente alla pastorizia e all’agricoltura di sussistenza: in questo caso si  forniscono ai bambini anche  integratori alimentari per un periodo che dura in media nove mesi.