14 Febbraio 2018   •   Redazione

Sanremo Story: da Nilla Pizzi a Non mi avete fatto niente

«Con questo Sanremo story ripercorriamo insieme le tappe salienti del Festival della Musica Italiana, da Nilla Pizzi al duo Ermal Meta-Fabrizio Moro, vincitori di quest’ultima edizione… Perché? perché Sanremo è Sanremo!»

Il nostro Sanremo Story parte, e non potrebbe essere altrimenti, da Angelo Nizza, conduttore del programma radiofonico I quattro moschettieri, che insieme ad Angelo Nicola Amato, organizzatore degli eventi pubblici riguardanti il Casinò di Sanremo, tanto tempo fa ebbe quella che può definirsi “un’illuminazione”: istituire una gara canora presso la EIAR di Torino. Grazie all’aiuto di Pier Busetti e Giulio Razzi il progetto di questo duo, inizialmente lontano dalla sua realizzazione concreta, prese vita nel 1951. Il 29 gennaio 1951 per l’appunto, Nunzio Filogamo salutava in diretta radiofonica gli «amici vicini e lontani», dando così inizio alla prima edizione del festival, ospitata dal Salone delle feste del Casinò di Sanremo.

A gareggiare furono tre interpreti (Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano), che si alternavano nell’esibizione delle venti canzoni inedite in gara. La prima edizione di Sanremo non riscosse fortuna, anzi fu accolta rigidamente sia dalla stampa che dai critici musicali, come del resto anche dal pubblico in sala, che continuò a cenare distraendosi nel bel mezzo delle esibizioni! Intanto Nilla Pizzi con la sua Grazie dei fiori vinceva la prima edizione della festa della musica italiana. Inizialmente venivano premiate canzoni melodiche, che timidamente ambivano ad altri luoghi se non a quello della casa. Non a caso Grazie dei fiori (1951), e successivamente Vola colomba (1952), segnarono la carriera di Nilla Pizzi.

Il nostro Sanremo story prosegue con il racconto delle prime edizioni, in cui il Festival la musica sanremese era soprattutto retorica, tradizionale, moralista e persino patriottica. Con Papaveri e papere ed il singolo Canzone da due soldi di Katyna Ranieri, la canzone italiana ha iniziato la sua lunga evoluzione, avvicinandosi progressivamente al popolo italiano. Quando nel 1958 Domenico Modugno accompagnato da Johnny Dorelli, vinse il Festival  con il singolo Nel Blu Dipinto di blu, si aprì una nuova fase per Sanremo: quella dell’unione tra autore ed interprete, confermando la sua graduale ascesa nel 1960, con la vittoria di Renato Rascel e la sua Romantica.



Una tappa fondamentale del nostro Sanremo Story è rappresentata dagli anni ’60, caratterizzati dall’improvvisa legge sulla SIAE:, che vietò vietare la partecipazione degli autori affiliati nell’edizione del 1961. Tuttavia, nonostante la nuova etica, la decisione non viene seguita dalla maggioranza degli aderenti. Negli anni successivi, divampa “L’era Bongiorno” (Mike Bongiorno ha condotto tutte le edizioni dal 1963 al 1967), personaggio di spicco di qualsiasi Sanremo Story, mentre ad esordire sul palco sono gli “urlatori”, tra questi la star italiana per eccellenza, Mina (che, dopo la delusione per non essere nemmeno salita sul podio nel 1961 non ha mai più preso parte al Festival in veste di concorrente), a cui fanno seguito Adriano Celentano, Bobby Solo e cantautori come Gino Paoli e Umberto Bindi, senza dimenticare i gruppi beat, meno amati dal pubblico italiano dell’epoca, anche per problemi di natura organizzativa. Vince la canzone melodica: la vittoria più rilevante del periodo fu quella di Gigliola Cinquetti al Festival del 1964 con Non ho l’età, con la quale vince anche il Gran Premio Eurovisione della Canzone dello stesso anno.



Nel 1966, Adriano Celentano presentò Il ragazzo della via Gluck, subito eliminata dalla competizione; l’anno successivo, i cosiddetti “rivoluzionari” dei giovani si fecero notare con La rivoluzione di Gianni Pettenati e Proposta de I Giganti. Il 1967 viene ricordato in particolare per uno spiacevole evento: il suicidio del cantautore genovese Luigi Tenco, che con Ciao amore, ciao (cantata in coppia con Dalida, cantava il disagio di un Paese che, nonostante il miracolo economico, non si era ancora ripreso dalla povertà estrema, ndr) fu eliminato dalla finale. La morte di Tenco chiuse le porte di una fase che in questo Sanremo story potremmo definire “aurea”. A partire da questo tragico evento, infatti, si dice che l’Italia non sia stata più la stessa così come lo stesso Festival. Il record di vendite di quell’anno spetterà all’artista romano Roberto Satti, nome d’arte Bobby Solo, che con Una lacrima sul viso sorpasserà la soglia del 1.700.000 dischi venduti. Nel frattempo, seguendo la linea temporale del Sanremo Story, la conduzione sul palco del festival arriva all’immortale Pippo Baudo, divenuto oggi un ospite di tutto rispetto, presso le maggiori trasmissioni televisive Rai, come lo stesso Sanremo.

Negli anni ’70 si sono sperimentate nuove formule, sempre diverse, per ogni edizione del Festival. Sono anni particolari soprattutto da un punto di vista sia storico e socio-politico, nella quale trovano la gloria grandi artisti come Lucio Dalla, con la sua Piazza Grande, Nada e Roberto Vecchioni. L’edizione del ’74 è stata caratterizzata dalla sperimentazione di nuove formule di conduzione ed organizzazione del programma, cominciando subito dalla divisione in gara dei “14 big” e dei “14 aspiranti”.  Questa organizzazione è stata però solo la prima di altre formule variegate che hanno portato, in seguito, al traslocamento ufficiale del palco di Sanremo, spostato dal Casinò al teatro Ariston.
Gli anni ‘80 sono decisivi per Sanremo. Arriva, come anticipato in precedenza, l’era Baudo (Pippo Baudo ha presentato la cerimonia da 1983 al 1987). Nel 1982 nasce il “Premio della critica”,  mentre la partecipazione al Festival è divenuta appetibile anche per i cantanti divenuti famosi tra gli anni Sessanta ed i primi anni Settanta (Iva Zanicchi, Peppino di Capri, Bobby Solo, Fred Bongusto).



Oppure, a caratterizzare questo Sanremo Story, ci sono Quelli che avevano bisogno di confermare le loro capacità e la loro gloria artistica (Loredana Bertè, Alberto Camerini, Donatella Rettore, Alan Sorrenti, Renato Zero, Anna Oxa, Mango, Raf) o quelli che legarono indissolubilmente il loro nome alla celebrazione della musica del nostro paese (Matia Bazar, Fiordaliso, Riccardo Fogli).



Negli anni ‘80 Sanremo diviene il trampolino di lancio anche delle “giovani proposte”, è il caso di Eros Ramazzotti con il singolo Adesso Tu, che vince l’edizione del 1986. Il palco dell’Ariston vede le vittorie anche di Al Bano e Romina Power (Sanremo 1984), dei Ricchi e Poveri (Sanremo 1985), del trio Morandi-Ruggeri-Tozzi nell’edizione del 1987, di Massimo Ranieri (Sanremo 1988) e di Anna Oxa e Fausto Leali al Festival del 1989). Il ritorno della giuria popolare non mutò lo scenario: i Pooh vinsero l’edizione del 1990 e Riccardo Cocciante quella del 1991. Sanremo è stato il trampolino di lancio anche di idoli nella storia della musica italiana contemporanea, artisti di riferimento che uniscono i tempi odierni e generazioni di giovani passati, presenti e futuri: Vasco Rossi, Jovanotti, Fiorella Mannoia e Zucchero, voci nuove, che hanno saputo portare sul palco nuove sonorità e nuove tematiche!

Gli anni ‘90 vedono un ritorno a vecchie abitudini e nuovi tentativi di “svecchiare” le tecniche di esaminazione della giuria. “Perchè Sanremo è Sanremo” diventerà lo slogan ufficiale del festival, Pippo Baudo tornerà alla conduzione e torneranno anche le giurie popolari. Gli anni Novanta vedono l’emergere di volti noti in tutto il mondo e non solo nel nostro paese, tra questi quello Laura Pausini, che vince durante l’edizione del 1993 nella sezione Giovani. L’anno successivo è la volta di Biagio Antonacci, seguito da Andrea Bocelli e Giorgia.



Nonostante il calo progressivo di ascolti, Sanremo ha vissuto una nuova epoca tra la fine degli anni ‘90 ed il 2000,  divenendo un palcoscenico in grado di lanciare artisti soprattutto emergenti, indipendenti, come Dolcenera, Povia, Francesco Renga, Tricarico, Arisa e Paolo Meneguzzi. La vittoria di Marco Carta nel 2009 apre una nuova stagione: quella degli artisti provenienti da Talent come Amici di Maria De Filippi ed XFACTOR. In effetti scocca il momento di Emma Marrone, Valerio Scanu, Alessandra Amoroso, Annalisa e Francesca Michielin, senza dimenticare due artiste outsider di questo particolare meccanismo: Malika Ayane e Nina Zilli.



Attualmente lo scenario sembra decisamente orientato verso nuovi orizzonti. Si cerca infatti di premiare, indipendentemente dal trampolino di lancio dell’artista stesso, la bravura e la voglia di osare. Così è accaduto durante l’edizione appena conclusa, con la vittoria di Ermal Meta e Fabrizio Moro ed il loro singolo Non mi avete fatto niente (nonostante le accuse di plagio del singolo). L’edizione di Sanremo 2018 ha celebrato la canzone di stampo antropologico se così si può descrivere, prima ancora del suo artista. Lo ha fatto piazzando sul podio la squadra divenuta ormai trend su Twitter con l’hashtag #MetaMoro, e poi assegnando il secondo posto ad un gruppo di ragazzi che più di tutti incarnano “lo stato sociale del paese”.

 

Silvia Pompi