14 Febbraio 2018   •   Snap Italy

La battaglia del piccolo Isaac che vuole diventare come Valentino Rossi

«Una raccolta fondi per dare nuova speranza al piccolo Isaac, un amante dello sport, che dal mondo dello sport sta ricevendo tanto amore.»

Parlare di sport non è solo soldi e popolarità. Vuol dire anche parlare di sacrifici, di valore, di amore, di passione e di tenacia. Un po’ come parlare della vita del piccolo Isaac, insomma. Fatta di tanti momenti in cui la sua unica scelta, e quella dei suoi eroici genitori, è stata ed è tuttora soltanto una: lottare.

Isaac

Isaac oggi ha tre anni e mezzo. Soffre di una stenosi laringea e una paralisi delle corde vocali. È nato nel 2014 a sole 25 settimane di gestazione, come il suo fratellino Ismael, che è la sua più grande fonte di sopravvivenza. Alla nascita Isaac pesava solo 560 gr contro i 775 del fratello. E, per non farsi mancare proprio nulla, la mamma ha avuto un arresto cardiaco durante il cesareo, da cui si è ripresa. Isaac e Ismael erano le “bottigliette” di mamma e papà, lunghi 21 e 23 cm. Da lì ha avuto inizio la lotta alla sopravvivenza del piccolo Isaac.

«Mi sono aggrappato con tutte le forze al tubo che per un mese e mezzo mi ha permesso di respirare, ero intubato e ho deciso di estubarmi solo quando ho capito che i medici avevano da poco estubato Ismael, questo è il legame magico fra gemelli che ci ha sempre accompagnato e che tutt’ora ci lega; mi sono poi aggrappato al tubo seguente quello dell’N-CPAP, un po’ meno scomodo e invasivo ma pur sempre necessario… purtroppo i miei polmoni erano troppo piccoli e deboli per permettermi di respirare da solo e così via, tubicino dopo tubicino», così racconta la mamma di Isaac e Ismael, Josephine, sul sito aperto per spingere una raccolta fondi destinati a pagare le cure del piccolo Isaac, ancora malato.

Poco dopo una sepsi stava per portare via Isaac, che però ha lottato con tutte le sue forze e non glielo ha permesso. La situazione si è poi stabilizzata, anche se in quei lunghi mesi in terapia intensiva, Isaac ha dovuto subire un intervento al cuore e uno agli occhi.

«Ne ho passate tante e ne ho fatte passare tante a tutti, ma non son stato l’unico: ero in ottima compagnia con quel monello di mio fratello, sì perché come vi raccontavo prima noi siamo sempre stati molto legati, se io desaturavo lo faceva anche lui, se mi arrabbiavo lo faceva anche lui, se uno soffriva l’altro dava evidenti segni di sofferenza, se uno di noi stava meglio anche l’altro pian piano migliorava…nella buona e nella cattiva sorte, sempre uniti, lontani nella stanza ma mai separati».

Dopo sei mesi di terapia intesiva, i gemellini sono tornati a casa con il ventilatore respiratorio ad alti flussi, il sondino naso gastrico con la pompa dell’enterale e l’ossigeno. Dopo due mesi Isaac sembra non stare bene, comincia a presentare segni di grave distress respiratorio e finisce di nuovo in rianimazione, questa volta però in condizioni addirittura peggiori delle precedenti.

«In quei lunghi 5 mesi di ricovero ne ho fatti prendere di spaventi a tutti, i dottori tante volte hanno pensato che non ce l’avrei fatta, il 23 dicembre i dottori hanno detto apertamente a mamma e papà di non organizzare nulla per Natale perché io non ci sarei arrivato, ma grazie a loro, grazie agli zii infermieri e a tutti colori che mi sono stati accanto ho imparato a lottare fino all’estremo delle mie forze, ho imparato che i veri miracoli nascono se ci si crede davvero e la mia famiglia non ha mai smesso di credere in me».

Isaac

Isaac torna a casa a marzo con il suo buchino al collo per respirare e nella pancia per mangiare, con altri nuovi tubi, un super respiratore e un’attenzione medica che i genitori hanno imparato a gestire. Grazie a loro e soprattutto all’aiuto del fratellino, Isaac ha imparato a parlare e a mangiare, cosa che secondo i medici non sarebbe mai riuscito a fare. Ha imparato anche a camminare e a correre.

Ha tenuto la tracheotomia per due anni e mezzo, nel frattempo ha subito due interventi in laringe ed è andato avanti con le terapie per il cuore e lo stomaco. Lo scorso maggio ha chiuso la tracheotomia, ma l’intervento ha portato con sé delle complicazioni inaspettate che l’hanno di nuovo messo su un letto di ospedale. Isaac ha superato anche questa, è tornato a casa, è andato all’asilo e si è preso due polmoniti. La seconda lo ha costretto in ospedale da Natale fino a qualche giorno fa.

Questa è la storia del piccolo Isaac che però, tra un’ospedalizzazione e l’altra, non ha perso il suo amore per lo sport. Segue tantissimo la Moto GP e la Formula 1. Tifa Ferrari. E il calcio lo segue, anche se tra una partita di calcio e una gara di Moto GP o di Formula 1, inutile dire che vincono le seconde. A Milano, nella sua permanenza di ottobre presso l’Ospedale De Marchi, in uno dei tanti ricoveri del piccolo Isaac, il calcio ha fatto la sua parte. Due calciatori dell’Inter, Karamoh e Vecino, sono passati a trovarlo, gli hanno tenuto compagnia per un po’, gli hanno regalato una maglia autografata, hanno strappato un sorriso a questo bambino che meriterebbe di vivere come tutti gli altri della sua età. Adesso il prossimo obiettivo, il sogno per eccellenza è incontrare Valentino Rossi o Sebastian Vettel, loro si che sarebbero in grado di dargli quella dose di coraggio e di adrenalina di cui il piccolo Isacc ha bisogno.

La situazione medica non si è risolta purtroppo. Isaac per poter respirare in autonomia ha bisogno di più interventi di laringoplastica e per questo i suoi genitori hanno iniziato una campagna di crowdfunding. L’intenzione, infatti, è quella di far operare Isaac in Svizzera, presso un centro specializzato per le vie aeree e questo richiederebbe un trasporto su un’ambulanza specializzata o su un elisoccorso adatto. Le spese preventivate alla famiglia supera i 100mila euro e per questo la raccolta fondi continua.

Qui il link della raccolta fondi

Due giorni fa l’obiettivo dei 100.000 € è stato raggiunto, ma i genitori hanno deciso di lasciare aperta la raccolta, per tenere aggiornati tutti coloro che hanno contribuito alla causa e perché, in queste situazioni, aiuti economici in più non sono mai di troppo. Josephine, mamma del piccolo Isaac, con una voce gioiosa nonostante le battaglie superate e da superare mi racconta che non si aspettava questo successo e ringrazia tutti. Incrociamo le dita per il piccolo Isaac, questa operazione potrebbe portarlo a vivere come tutti gli altri bambini della sua età e, chissà, magari un giorno a coronare il suo sogno: diventare come Valentino Rossi.

Chiara Rocca