logo mania
22 Febbraio 2018   •   Anita Atzori

Logo mania: quando le firme Made in italy… fanno a gara!

«Si chiama logo mania e per molti è sinonimo di stile. Un ritorno al passato dove la moda Made in Italy negli ultimi anni ha dato il meglio di sé»

Ritorna la logo mania, ritorna la voglia di giocare con le firme, ostentare e distinguersi. Ritorna tutto ciò che negli anni ’80 è stato fermento e desiderio di appartenenza. Come se la firma fosse sinonimo di garanzia o se non altro di élite e classicismo. Negli ultimi anni tante sono state le maison italiane – soprattutto nel prêt-à-porter – a rilanciare il mito della logo mania, creando outfit brandizzati riconoscibili da testa a piedi. Il lusso ora come ora sembra essere l’ostentazione di un marchio a caratteri cubitali, non solo borse e cinture, ma cappelli, giacche e pantaloni completamente loggati. Un fenomeno in continua espansione che influenza tutte le linee d’abbigliamento, dalla più classica ed elegante, alla più basic e sportiva. Noi di Snap Italy oggi ripercorriamo quello che è stato il trend del momento negli ultimi 2 anni di logo mania prendendo in considerazione tutte le maison Made in Italy che hanno saputo fare di questa pratica un eccezionale successo.

Moschino

Colui che seppe osare e dare senso agli anni ’80 nella storia della moda italiana. Franco Moschino, fondatore nel 1983 dell’omonima casa di moda fu il pittore delle stampe. Fu colui che fece della moda una reinvenzione a 360 gradi. Partendo da capi bon ton come il fantomatico tubino nero di Chanel Moschino rivisitò a pieno le linee e i materiali degli abiti più in auge del momento. La novità? Quella di utilizzare stoffe e accessori tutt’altro che di pregio. Nascono poi le linee Cheap and Chic per uomo e per donna dove la logo mania non è più un’etichetta ma un modo per uniformare e omologare tutti gli adepti della “maison democratica”. A Franco Moschino si deve anche il video Fashion Blitz col quale nell’89, durante una sua sfilata, introdusse l’arrivo delle pellicce ecologiche nella sua linea d’abbigliamento; un gesto inaspettato e controcorrente che poi si rivelò una benedizione nel mondo degli animalisti, e un input tra i colleghi dell’haute couture.

«Essere alla moda vuol dire essere coscienti del male che si può fare alla natura. La natura è meglio della couture.»
Franco Moschino

Negli ultimi anni la casa di moda milanese ha rilanciato con fermento la logo mania, creando collezioni variopinte, originali e per certi versi riconducibili allo urban style. Tantissimi colori e stampe echeggiano tra le gonne delle modelle, borse non convenzionali col marchio in bella vista e magliette che quasi inneggiano all’ostentazione alla riconoscibilità tipica del brand. Il 2015 e il 2017 sono stati per Moschino gli anni della logo mania, degli eccessi e del beachwear di lusso.

Dolce & Gabbana

Il marchio c’è e si deve vedere. La maison italiana nata nel 1985 rappresenta quel lusso non convenzionale che gli stilisti Domenico e Stefano hanno ostentato coi richiami allo stile mediterraneo e per certi versi siciliano doc. Uno modo questo, per fidelizzare gli amanti della tradizione e dell’eleganza sartoriale, senza tralasciare chi invece in tutto ciò ci vede innovazione e creatività nostalgica. Anche per loro la logo mania è stata una vera e propria fonte di ispirazione e rilancio, che ha coinvolto accessori, capi di abbigliamento, calzature e persino gioielli. Una tecnica sicuramente diversa rispetto alle altre maison che punta al riconoscimento, ma soprattutto alla valorizzazione dello stile ormai consolidato da tempo. Un marchio che già negli esordi pose la firma al centro della sua filosofia e che tuttora sottolinea in qualsiasi collezione. Una palette di colori freddi e caldi che si mischiano assieme in maniera armonica ma allo stesso tempo sfrontata. Il rilancio della t-shirt come elemento basic che qualsiasi donna in carriera dovrebbe indossare per sentirsi finalmente comoda e mai fuori luogo; perché queste non sono semplici maglie a maniche corte ma “finti tailleur” meno impegnativi.

MSGM

Nato in un momento delicato per la moda italiana, MSGM di Massimo Giorgietti è senza ombra di dubbio la novità e la tendenza degli ultimi anni. Sin dalla sua prima collezione lanciata nel 2010 la contemporaneità è stata il toccasana del nascente marchio. Musica indie, team giovane e passione per le nuove comunicazioni 2.0 hanno saputo dar voce a una moda ancora silenziosa e poco conosciuta. Da subito i tratti distintivi sono stati le stampe e le felpe loggate a caratteri cubitali. Un brand cosmopolita fatto per chi è sempre di corsa e difficilmente potrebbe reggere una corsa sul tacco 12. Tra le testimonial più ambite del marchio c’è la futura mamma Chiara Ferragni che da anni supporta e indossa i capi MSGM, forte anche di un’amicizia con lo stilista che dura da tanto tempo. Anche qui possiamo notare un inno alla logo mania più pura e semplice, dove la firma stessa è sinonimo di tendenza e buon gusto.

La logo mania di Gucci

Se nel 1921 ancora nessuno poteva prevedere un successo lungo quasi cento anni, oggi tutto questo non solo è realtà ma anche tradizione Made in Italy. Lo storico marchio fiorentino è per molti sinonimo di garanzia, stile e qualità nostrana, dove anche una semplice borsa può trasformarsi in valore inestimabile e tesoro custodito della moda italiana. Gucci con la sua pelle che profuma di passato e col suo stile che celebra un futuro non troppo lontano, ha messo in scena una delle favole più comode e creative della penisola. Tutti ricordiamo i famosi bauletti col manico di bambù o le prime cinture col logo in acciaio semilavorate, un lusso a cui le signore aristocratiche non hanno mai saputo rinunciare. Dal 1992 con la direzione di Alessandro Michele il logo tipo diventa tratto caratteristico e fondamentale per ogni collezione, che all’estero si tramuta in simbolo di riconoscimento della moda Made in Italy. Ancora oggi in tutte le passerelle firmate Gucci non mancano t-shirt, scarpe, accessori e borse tipicamente in linea col fenomeno della logo mania. Un carattere graziato, lapidario e spaziato i cui tratti semplici e chiaramente leggibili fanno di tutto ciò non solo un marchio di fabbrica ma uno stile di vita lungo una generazione.

Anita Atzori