l'amigdala
08 Dicembre 2017   •   Redazione

L’Amigdala: una cantautrice romana con tanti sogni e poche rinunce

«Canto il mio diritto all’imperfezione, all’errore. Ognuno di noi sa di non poter rinunciare a qualcosa in particolare. Io so di non poter smettere di raccontare. Di non poter smettere di cantare – L’Amigdala.»

Lorenza Tutino, nome d’arte L’Amigdala (pagina FB) è una giovane cantautrice romana indipendente, con un progetto che lei stessa definisce “mai pretenzioso” ma ricco di sfumature intime, che vogliono giungere agli ascoltatori colpendoli dritti al punto, nel cuore. Mentre Roma è dominata dal successo di nuovi volti soprattutto al maschile che raccontano l’amore a 360 gradi, in tutte le sue sfaccettature (primo tra questi è stato proprio Tommaso Paradiso voce dei TheGiornalisti, senza poi dimenticare Calcutta, le Gazzelle e la new entry Marco Galeffi, giunto al successo grazie al singolo Occhiaie), l’Amigdala dichiara il suo amore per la vita. Il 26 ottobre esce il suo primo Ep, anticipato dal singolo Rapace, cover del celebre brano firmato Afterhours.

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Perchè hai scelto proprio il nome l’Amigdala, quando è nato?
Un giorno durante la lezione di anatomia all’università, il professore ci parlò di questa ghiandola del cervello che ha il compito di gestire emozioni ed in particolare la paura. Il fatto che l’amigdala fosse una sorta di archivio della nostra memoria emotiva mi fece immaginare questo piccolo corpo come un secondo cuore. Un cuore nel cervello. Anni dopo, su una spiaggia di Taormina, pensando ad un nome d’arte che accompagnasse il mio nuovo progetto da cantautrice, non ebbi dubbi. L’Amigdala, per una persona come me, sarebbe stato perfetto.

Dalle tue canzoni si intuisce il desiderio di raccontarsi a tutti, la voce ha un suono molto intimo ed allo stesso tempo dolce, quasi di una piccola bambina. Quando hai capito che il tuo destino sarebbe stato questo?
Ho sempre amato raccontare e raccontarmi, anche se da bambina ero sicuramente più introversa e timida rispetto ad oggi. Mi esprimevo scrivendo, disegnando e soprattutto cantando. La musica è stata una costante e ho sempre saputo che non avrei potuto tralasciare questa parte così importante di me, anche quando mi sono trovata davanti a delle scelte da compiere.

l'amigdala
Hai accompagnato Giorgia in Tour per l’Italia: quali sono state le tue sensazioni, che sicuramente vorresti rivivere all’infinito?
L’esperienza con Giorgia è tra i ricordi più emozionanti che ho. Facevo parte di un coro formidabile (il coro pop/gospel, Sat&B ideato da Maria Grazia Fontana) e tutta l’energia che riuscivamo a creare unendo le nostre voci era una vera bomba. Il momento più bello è stato la data al PalaLottomatica: ho perso il conto di tutti i concerti visti in quel palazzetto e cambiare la prospettiva, cioè salire sul palco, sentire il calore del pubblico è stato adrenalina pura. Sembravamo un unico cuore pulsante. 

Alice nel paese dei perchè è il titolo del tuo primo Ep, a cosa ti riferisci? 
Sono una persona spesso distratta, a volte sorprendentemente naif ma anche molto ironica e curiosa. Non smetto mai di sognare, nemmeno quando mi alzo dal letto. Questo, agli occhi di molti, mi rende spesso simile all’Alice di Lewis Carrol. Alice nel paese delle meraviglie ed Alice oltre lo specchio, sono due tra i miei racconti preferiti ed ho voluto in qualche modo render loro omaggio. Quando ho scritto il mio Ep, mi sentivo decisamente sommersa di interrogativi. Dovevo scegliere, decidere, capire, fermarmi e mi sembrava di essermi persa, in fin dei conti, come Alice. 

Nel video ufficiale del tuo secondo estratto, La sopraelevata, cerchi il tuo “Posto nel mondo”. Nel video è possibile riconoscere alcune zone periferiche della capitale: quanto ha inciso nella tua vita una città cosi controversa come Roma? 
Bella domanda! Roma è amore e odio. Complica la vita con il suo traffico, i parcheggi introvabili, con gli scioperi del venerdì, con gli affitti alle stelle e poi, quando arriva la sera, prova a farsi perdonare con quella luce arancio che ha solo lei. Quello che sto notando, ad ogni modo, è un alto livello di saturazione, soprattutto tra noi romani, perché se non è facile trovare il proprio posto nel mondo, a Roma, forse, lo è ancora meno.

Cosa consigli a chi non ha ancora trovato se stesso o fatica a trovarlo?
Non mi ritengo una guru in materia ma credo non sia facile per nessuno trovare sé stessi. Conoscersi, tirare fuori il proprio talento e soprattutto accettarsi per ciò che si è, è un percorso lungo quanto la vita perché siamo in continuo mutamento. È una continua ricerca di equilibri. La cosa indispensabile credo sia imparare ad ascoltarsi senza avere paura.

Progetti per il futuro? 
Ad oggi sto scrivendo i brani per il mio secondo lavoro e, parallelamente, sto creando un progetto di video interviste che vedrà coinvolti altri artisti emergenti ed indipendenti. Spero di potervi dare presto notizie su entrambi i fronti!


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Silvia Pompi